Aprile 27, 2024
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In piena emergenza migranti, in Italia diviene centrale il dibattito sui CPR e su come funzionano. I Centri di Permanenza per il Rimpatrio, noti come CPR, rappresentano luoghi di ritenzione dei cittadini stranieri in attesa dell’esecuzione di decisioni di espulsione. Queste strutture hanno lo scopo di ospitare temporaneamente i cittadini stranieri che si trovano irregolarmente in Italia, cioè senza un regolare permesso di soggiorno o che sono stati destinatari di un provvedimento di espulsione.

Attualmente, l’Italia ospita 10 centri CPR per i migranti sebbene non tutti siano in funzione

Il governo italiano ha dichiarato l’intenzione di istituirne uno in ciascuna regione. Per dare il via a questo piano, sono necessari circa due mesi per valutare le strutture idonee. Si darà priorità a siti situati nelle zone periferiche rispetto ai centri urbani, che siano facilmente accessibili e possano essere adattati a tale scopo attraverso interventi di adeguamento.

Emergenza migranti: cosa sono i CPR e come funzionano

I CPR fungono da strutture di trattenimento temporaneo per i cittadini stranieri in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione. In particolare coloro che si trovano irregolarmente in Italia, cioè senza un valido permesso di soggiorno o che sono stati oggetto di un provvedimento di espulsione. Nel caso in cui l’espulsione non possa essere immediatamente eseguita, il questore può disporre che lo straniero sia trattenuto nel CPR più vicino per il periodo strettamente necessario. In seguito alle misure concordate dal governo, il periodo massimo di permanenza in questi centri è stato esteso da 6 a 18 mesi, durante i quali si effettuano gli accertamenti necessari per poi procedere al rimpatrio di chi non ha diritto alla protezione internazionale.

L’Evoluta Denominazione dei Centri

I CPR sono stati istituiti nel 1998 sotto il nome di Centri di Permanenza Temporanea (CPT). Successivamente ribattezzati Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) nel 2002 a seguito della Legge Bossi-Fini. Infine rinominati Centri di Permanenza per il Rimpatrio nel 2017, come stabilito dalla Legge Minniti-Orlando.

Il Dibattito Attuale sui CPR in Toscana

Negli ultimi anni, la discussione riguardo ai CPR è diventata particolarmente intensa in Toscana. Mentre in passato vi erano posizioni favorevoli all’apertura di un CPR nella regione, oggi le opinioni sono divise. Da un lato, la destra politica continua a sostenere la costruzione di nuovi CPR, dall’altro, Emiliano Fossi, segretario regionale del PD, si oppone fermamente all’idea. Il Presidente della Regione Eugenio Giani ha manifestato un parere critico, suggerendo la creazione di un centro di rimpatrio più orientato verso l’accoglienza e l’assistenza sociale.

Cosa Significano Realmente i CPR

È importante sottolineare che i CPR non sono direttamente collegati al contrasto della criminalità. Queste strutture sono destinate a trattenere cittadini stranieri che si trovano in Italia senza un valido permesso di soggiorno. Spesso a causa di complicazioni burocratiche tali stranieri che devono essere allontanati dal territorio nazionale. Inoltre, il reato di immigrazione clandestina, introdotto nel 2009, è punito con una multa e non con la detenzione nei CPR.

Violenazioni dei Diritti Umani

I CPR sono spesso oggetto di critiche per le condizioni all’interno di queste strutture. Essendo luoghi di detenzione in tempo di pace, non soggetti ai controlli tipici delle carceri, possono verificarsi violazioni dei diritti umani. Rapporti e denunce documentano la mancanza di servizi essenziali, abusi e violenze. L’assistenza sanitaria all’interno dei CPR spesso è insufficiente, e si registrano casi (purtroppo molto frequenti) di suicidio e autolesionismo.

Rapporto Costi/Benefici

Un ulteriore argomento critico riguardo ai CPR è il loro costo. Il mantenimento di queste strutture richiede risorse significative, mentre il numero effettivo di stranieri rimpatriati è spesso molto inferiore rispetto a quelli detenuti. In pratica, l’accusa è che le CPR sprechino risorse pubbliche, causano sofferenze a individui che non hanno commesso reati e spesso non riescono ad allontanarli dall’Italia.

La questione dei CPR in Italia è complessa e suscita dibattiti vivaci. Queste strutture sono giustificate dalla necessità di eseguire espulsioni. Tuttavia, le preoccupazioni riguardo alle violazioni dei diritti umani e l’efficacia complessiva del sistema devono essere prese seriamente in considerazione nella discussione pubblica.

Ginevra Leone

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