Guerra in Ucraina la SBU vieta a tre giornalisti italiani il pass. Ad Andrea Sceresini, Alfredo Bosco e Salvatore Garzillo, tre giornalisti italiani, le autorità ucraine hanno impedito di fare il loro lavoro e raccontare il conflitto poichè ritenuti spie russe.
Documentare un conflitto come quello in Ucraina dovrebbe essere sacrosanto per uno stato invaso
Eppure ai tre giornalisti italiani è stato rifiutato l’accredito militare. Stiamo parlando di cronisti che seguono l’evoluzione dei combattimenti dal 2014, da ben prima quindi dell’invasione russa del 24 febbraio del 2022, e che in questi nove anni hanno raccontato con correttezza gli eventi bellici, schierandosi esclusivamente dalla parte della popolazione martoriata.
Ebbene, malgrado la loro comprovata professionalità, Sceresini e Bosco si sono visti rifiutare senza alcuna motivazione i pass, mentre Salvatore Garzillo, collaboratore di Fanpage.it, è stato invece respinto al confine con la Polonia.
I tre sarebbero sotto il mirino dei servizi segreti, la famigerata Sluzhba bezpeky Ukrainy: SBU
La SBU, che nasce dal KGB sezione ucraina, dal 2018 è accusata da varie organizzazioni internazionali tra cui Amnesty International e Human Rights Watch di vari crimini di Guerra, esecuzione extra giudiziarie, torture.
Sceresini e Bosco sono stati bloccati dalla SUB dieci giorni fa dopo che le autorità di Kiev hanno sospeso i loro accrediti con la generica accusa di “collaborare con il nemico”. A dare notizia sono stati i quotidiani Articolo21 e il Fatto Quotidiano.
La sospensione dei pass mette di fatto in pericolo la vita dei tre giornalisti
Gli accrediti erano stati regolarmente rilasciati nel marzo 2022. La sospensione è di fatto una gravissima violazione del diritto di informazione e crea un rischio concreto per la sicurezza dei tre giornalisti come riportato dal loro avvocato Alessandra Ballerini . Salvatore Garzillo è stato respinto il 14 febbraio alla frontiera con la Polonia con identica generica accusa di «collaborazione con il nemico».
«Da dieci giorni aspettiamo un interrogatorio del Sbu, i Servizi di Kyiv e ci è stato tolto l’accredito. E circola la voce, pericolosa in piena guerra, che saremmo “collaboratori del nemico”»
Alfredo Bosco
Dopo cinque giorni di inutile attesa (trascorsi barricati in casa, in una città peraltro spesso bombardata dalle artiglierie russe), Andrea Sceresini e Alfredo Bosco, dietro consiglio dell’ambasciata italiana, hanno deciso di spostarsi a Kyiv, dove hanno sede gli uffici centrali dell’Sbu: l’«interrogatorio», è stato detto loro, non si sarebbe più svolto a Kramatorsk ma nella capitale.
Guerra Ucraina vieta a tre giornalisti italiani. Fonti: Il Post; FanPage; Il Manifesto.
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