L’Unione Europa lancia l’iniziativa di legare gli stipendi dei Manager alla sostenibilità. Un’idea figlia della progressiva centralità che sta assumendo la responsabilità ambientale all’interno delle imprese. Si parla infatti di retribuzioni commisurate ai criteri ESG: Environmental, Social e Governance. Il primo criterio si riferisce all’impatto che un’azienda ha sul territorio. Il secondo, comprende invece tutte le pratiche volte a tutelare i diritti umani e sociali. Mentre, il fattore Governance fa riferimento alle policy aziendali.
Che effetti avrà questa iniziativa dell’UE sugli Stati membri?
Con questa iniziativa, legare gli stipendi dei dirigenti aziendali ai criteri ESG, non sarà più facoltativo. Nel senso che tutti i Paesi dell’UE dovranno assicurarsi che le imprese nell’erogare gli stipendi, tengano conto degli obiettivi raggiunti in termini di sostenibilità. Dunque, i criteri ESG sono utilizzati per verificare l’impatto ambientale, sociale e di governance delle aziende.
Manager e dirigenti dovranno godere di uno stipendio in linea con quanto perseguito in ottica green. In merito all’entità della quota di stipendio, la Commissione non ha dato indicazioni. Saranno le singole imprese degli Stati membri a decidere.
In Italia, questa iniziativa non è una novità
Infatti, è già da qualche anno che alcune aziende italiane misurano le retribuzioni dei manager in base agli obiettivi ESG. A questo proposito, il modello di analisi quantitativa del grado di integrazione dei fattori ESG (IGI), nell’edizione 2022 ha rilevato dei dati importanti.
È stata condotta una ricerca che ha visto la partecipazione di 84 aziende italiane e 400 manager. Dalla ricerca è emerso che nel calcolare gli stipendi ESG, il 63% delle imprese utilizza la diversità e le emissioni di CO2, come parametri principali (Fonte: Etica news). Un dato interessante, che ci fa ben sperare nella transizione ecologica delle organizzazioni italiane.
Riguardo invece alla sicurezza e salute dei lavoratori, il 46% delle aziende usa questo parametro per misurare le retribuzioni in stile ESG. Proseguendo, il 25% delle imprese fa riferimento al parametro degli obiettivi di governance. E il 17% utilizza gli obiettivi legati alla sostenibilità dei fornitori.
Insomma, questi dati ci fanno capire che l’attrattività di un’azienda non è solo legata al business che produce. Oggi, più che mai, i valori che un’azienda deve veicolare appartengono anche e soprattutto alla sostenibilità. Intesa non solo come la capacità di proteggere il clima ambientale. Un’azienda sostenibile è in grado di valorizzare il singolo lavoratore, è capace di agire in modo meritocratico ed etico. Non a caso, il criterio Social è a supporto dei diritti umani e sociali.
Essere un’impresa green vuol dire contrastare qualsiasi forma di ingiustizia e di discriminazione. Significa mettere in atto delle politiche aziendali che favoriscano una corretta gestione del capitale umano.
Più un’impresa sarà in grado di muoversi in direzione degli obiettivi ESG, più potrà massimizzare il proprio rendimento. Ecco perché è fondamentale che sempre più aziende mettano in atto una transizione sostenibile. Per fare in modo che stiano al passo con i nuovi processi sociali e culturali. E soprattutto per fare in modo che nel lungo periodo siano realtà vantaggiose.
Top Performer Esg Identity 2022
Secondo l’Integrated Governance Index, al primo posto tra le aziende 2022 che perseguono gli obiettivi ESG, c’è Hera. Al secondo posto c’è Eni e al terzo Snam. A seguire ci sono Enel, Saipem, Poste Italiane, Generali, Unicredit, Iren e Erg.
Queste aziende sono l’esempio che investire in sostenibilità non può che essere un atto responsabile. Non solo per la tutela dell’ambiente, ma anche per il benessere dei propri collaboratori che saranno sempre più stimolati a lavorare per un’azienda sostenibile. Motivo per cui, è necessario promuovere un’economia comportamentale che possa esortare le imprese ad adottare comportamenti etici.
In che modo? Per esempio attraverso il Nudge, ovvero la spinta gentile che guida i nostri comportamenti. Il nudge non ti impone nessuna scelta. Anzi, ti lascia libero di decidere generando riflessioni virtuose. Ed è proprio attraverso i nudge che Irene Ivoi, progetta delle strategie di comunicazione per incentivare le persone a vivere seguendo il buon senso.
E a proposito di riflessioni virtuose, sarebbe ora che tutte le imprese non sostenibili, cominciassero a riflettere sugli obiettivi di Environmental, Social e Governance.
“Se hai un’identità Esg forte hai un valore aggiunto oggi e anche nel prossimo futuro”, afferma Riccardo Tedesco, Senior product specialist e Esg Expert di Nordea
Insomma, costruire un’efficace ESG identity vuol dire costruire terreno fertile per la propria organizzazione e per la tutela del mondo in cui viviamo. Quindi sì all’iniziativa di legare gli stipendi dei Manager alla sostenibilità.
Emanuela Mostrato
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