Aprile 27, 2024
A ECORANDAGIO ospitiamo e formiamo i giornalisti di domani

Il 28 Novembre il Bureau International des Expositions (Bie), ha designato Riyadh come capitale per Expo 2030, ma si tratta di una vittoria annunciata.

È noto infatti come dal 2016 l’Arabia Saudita stia investendo milioni di petrodollari provenienti dal Pif  per un restyling nazionale, con il programma “Vision 2030” partito 8 anni fa. Il principe ereditario Mohammed bin Salman insieme al ministro degli esteri Faisal bin Farhan, hanno messo a punto un efficace programma di candidatura, partendo dallo sportwashing. Con degli investimenti sportivi – che vanno dal calcio con l’acquisizione di squadre di calcio internazionale e calciatori di fama mondiale – ai Mondiali 2034 dopo il ritiro dell’Australia.

Riyadh ha vinto con 119 voti su 182 paesi votanti, seconda la coreana Busan con 29, e terza Roma con 17 voti

Una brutta “sorpresa “ per il Governo Italiano, tanto che il presidente del comitato promotore Massolo si è lasciato andare ad uno sfogo al vetriolo . “Se questo è quello che sceglie la stragrande maggioranza, allora siamo alla deriva mercantile” – ha dichiarato l’ambasciatore. Eppure sembra impossibile che nessuno abbia mai avuto un’esitazione sull’esito delle votazioni, che nessuno sapesse cosa l’Arabia e bin Salman stessero facendo dal 2016. Si da’ più l’impressione che avendo mal digerito la sconfitta, magicamente salti tutto fuori, e il “velo di Maya” venga sollevato.

Expo 2030 a Riyadh, la denuncia delle Ong

La candidatura di Riyadh per Expo 2030 è stata contestata strenuamente da numerose  associazioni internazionali per i diritti civili, che hanno fatto luce più volte come promozione dell’Arabia a paese all’avanguardia, seguisse pedissequamente una forte repressione verso tutti coloro che denunciano gli abusi di MbS verso gli oppositori. Non dimentichiamo che il principe ereditario è il primo sospettato come mandante dell’omicidio di Jamal Kashoggi nel 2018, il giornalista di idee progressiste che pestava i piedi al Governo Saudita. Per non parlare di diritti delle donne praticamente inesistenti in Arabia Saudita.

Amnesty International e Human Rights Watch hanno evidenziato un aumento di esecuzioni della pena di morte

196 nel 2022, sette volte rispetto al 2021, il numero più alto negli ultimi 30 anni nel paese. Nel 2023 le esecuzioni sono state almeno un centinaio, e i crimini contestati sono per la maggior parte l’aver pubblicato su X e altri social post di denuncia su quanto avviene quotidianamente nel principato di bin Salman.

Voci quelle delle Ong rimaste inascoltate per più di otto anni, fino a quando la vittoria di Riyadh per Expo 2030 non è diventata realtà sotto gli occhi di tutti, rompendo le uova nel paniere a chi ha sperato nella vittoria per il proprio paese, o almeno ha fatto finta di sperare. Sembra molto strano infatti come L’Italia ed altri paesi si possano dire sorpresi da tale vittoria, avendo stretto alleanze economiche con L’Arabia Saudita nel corso degli anni.

Il tema di Expo 2030 per Riyadh è “L’era del cambiamento: Insieme per un futuro lungimirante”. Una frase inquietante se pronunciata da un paese che si macchia di violazioni dei diritti civili ogni giorno.

Paola Aufiero

Leggi anche

Show Full Content
Previous Ho provato in anteprima la novità 2024 algoritmo di Instagram
Next L’Ai è di sinistra. Il mondo è salvo
Close

NEXT STORY

Close

L’inclusività della donna nei rapporti sociali e nel linguaggio

Marzo 8, 2022
Close