Aprile 30, 2024
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Il suicidio di massa di Jonestown è un episodio avvenuto il 18 novembre 1978 nella giungla della Guyana, in Sudamerica. 910 persone si uccisero volontariamente e furono ritrovare in un’ordinata fila indiana. Fra di loro 219 bambini.

Com’è possibile che 910 persone decisero di suicidarsi? Furono obbligate? Torturate? Manipolate psicologicamente? Niente di tutto ciò… Il suicidio di massa di Jonestown ha diverse spiegazioni.

Il Tempio del popolo

Nel 1950 nella città di Indianapolis un uomo, il reverendo James Jones, fondò una comunità chiamata “Il Tempio del popolo”. La comunità era di natura ‘socialista apostolica’ e puntava sul concetto di guarigione grazie alla fede e su uno stile di culto basato sulla chiesa afroamericana. Quella che poi verrà categorizzata come setta era ispirata agli ideali di una società giusta, contro la povertà e il razzismo. Motivi che attirarono molti afroamericani, persone povere ed emarginati, invitandoli a vivere in comune.

Nel 1977, a seguito di accuse di frode fiscale, maltrattamenti e abusi su minori, il reverendo Jones e circa mille adepti lasciarono gli Stati Uniti e si trasferirono nella giungla della Guyana. Qui fondarono Jonestown. Jonestown doveva essere un posto libero da razzismo, povertà, materialismo e diventare un’oasi felice.

Ma la realtà era ben diversa da quanto promesso dal reverendo James. Il lavaggio del cervello era la regola e una polizia interna aveva il compito di controllare eventuali fuggitivi. La fuga era fra l’altro praticamente impossibile, essendo la città in mezzo alla giungla tropicale.

Molti parenti e amici degli adepti erano convinti che questi ultimi fossero trattenuti a Jonestown contro la loro volontà e fecero pressione al governo perché aprisse un’indagine.

Il 18 novembre 1978

Diversi membri di una commissione di indagine e dei giornalisti furono inviati a Jonestown, ma al momento della ripartenza furono uccisi sulla pista di decollo.

Preoccupato di una possibile incarcerazione, il reverendo chiamò a raccolta tutta la comunità chiedendo il suicidio collettivo come atto “rivoluzionario”, evitando così il ritorno a quella società da cui erano scappati.

Una giovane donna fu la prima a rispondere alla chiamata. Somministrò la bevanda avvelenata a suo figlio e poi bevve il resto. Pochi minuti dopo i due si accasciarono a terra e morirono. Gli altri seguirono l’esempio fino ad arrivare alla sconcertante cifra di 910 persone. Qualcuno si ribellò, ma la stragrande maggioranza delle persone andò spontaneamente verso la morte.

Come è potuto succede? Era la figura carismatica del reverendo Jones ad averli convinti? O era colpa della scarsa istruzione e povertà? O fanatismo religioso?

Senza dubbio questi elementi hanno impattato, ma non è tutto. In questo caso dobbiamo considerare il ruolo della società sul singolo individuo. Siamo infatti molto più influenzabili dalla società che ci circondata di quanto immaginiamo.

In questa drammatica storia, un ruolo importante è rappresentato dall’isolamento geografico. Il reverendo ha scelto un posto in mezzo alla giungla dove gli adepti non avevano più nessun contatto con la loro vita precedente né punti di riferimento se non il reverendo e i loro compagni.

Da qui il concetto di riprova sociale:

Secondo il principio della riprova sociale, uno dei mezzi a cui ricorriamo per decidere cosa è “giusto”, è ciò che pensano gli altri. Più persone prendono una direzione, più questa ci sembrerà giusta.

http://rivistapiesse.it/store/articoli/articolo_abbondanza.pdf

I comportamenti giusti erano determinati da ciò che i membri della setta facevano. E quando la prima donna si è suicidata e altri l’hanno seguita, quel comportamento è stato giudicato come il comportamento giusto da tenere. Immaginiamo una persona che smarrita in quel gruppo non sa che fare e vede 909 persone in fila per bere una bevanda avvelenata nel mezzo di una giungla tropicale. È abbastanza inevitabile che seguirà quello che fa la massa anche se questo significa perdere la vita.

A riprova di questo concetto, la coda per bere il veleno era calma e silenziosa. Il reverendo Jones non ha convinto tutti i 910 adepti, ma gli è bastato convincerne una parte per fare da esempio agli altri.

Una storia allucinante che fa parte di un elenco di altri suicidi di massa famosi e che ci fa capire quanto siamo influenzabili.

Francesca Bazzoni

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