Aprile 19, 2024
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Dal 2007 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha messo a disposizione un fondo per lo studio. Questo fondo, messo in campo dal Dipartimento per le Politiche Giovanili, garantisce un prestito massimo di 25 mila euro. Lo scopo di questa iniziativa è quello di salvaguardare il diritto allo studio dei ragazzi che non hanno risorse economiche sufficienti. Molti giovani, infatti, per mancanza di mezzi finanziari rinunciano all’Università e alla formazione. Invece, questo prestito fornisce la possibilità di proseguire gli studi attraverso rate annuali che variano da tremila a cinquemila euro

Il fondo però, presenta un limite: è rivolto solo ai giovani meritevoli

Qual è il metro di misura che stabilisce se un giovane è meritevole oppure no? Ma certo, le votazioni. Come se un voto bastasse a valutare le capacità di una persona. Purtroppo, per quanto apprezzabile possa essere questa iniziativa, non risulta inclusiva. Perché appunto non include tutti, ma solo chi ha una carriera scolastica performante.

Vediamo nello specifico a chi è rivolto il fondo:

a chi ha conseguito il diploma di scuola superiore con voti superiori a 75/100

a chi è in possesso del diploma di laurea triennale con una votazione pari almeno a 100/110

-agli studenti che possono attestare di essere iscritti a un corso di laurea e di aver superato almeno la metà degli esami previsti dal piano di studi.

É chiaro che i parametri si basano sulle votazioni e sulle performance. Le cause sono da riscontrare in un sistema scolastico che fa del voto lo specchio della bravura. Più un voto è alto, più lo studente è meritevole. “Il voto diventa il fine del sapere e viene identificato con la vita”, queste le parole del docente Alessandro D’Avenia in merito ad una scuola che si fonda sui voti. Secondo lo scrittore, infatti, il voto dovrebbe servire solo a misurare l’acquisizione di un obiettivo. Se diventa il fine, tutto si trasforma in una corsa e si perde di vista l’importanza del sapere.

Il fondo per lo studio vuole aiutare chi è in difficoltà economiche. Talvolta però, queste persone scelgono di alternare studio e lavoro proprio per avere maggiore disponibilità economica. Di conseguenza, il lavoro toglie del tempo alla formazione e quindi non sempre i risultati sono eccellenti. Molti ragazzi fanno dei sacrifici proprio per pagarsi gli studi e non interrompere un corso di laurea. Ecco, sono la volontà e la determinazione a dover essere prese in considerazione.

Il fondo per lo studio è un limite più che un’opportunità

Non sempre il voto corrisponde al talento di una persona. Il talento è in noi tutti, ed è per questo che nessuno dovrebbe sentirsi escluso dal diritto allo studio.

Questo non vuol dire che i voti siano da condannare. Sono uno strumento, ma non possono diventare il metro di misura del talento e delle capacità individuali. 

Ma cerchiamo di capire meglio come funziona questo fondo per lo studio.

Il prestito è rivolto agli under 40 e deve essere restituito in massimo 15 anni a partire dal trentesimo mese dopo aver ricevuto l’ultima rata. Si può fare richiesta attraverso la Carta Giovani Nazionale nella sezione “Istruzione e formazione”. 

Questa Carta rappresenta uno strumento digitale gratuito, grazie al quale si può godere di sconti su beni e servizi culturali. 

Tuttavia, se si risponde ai requisiti richiesti, il fondo viene erogato da una delle banche che hanno aderito all’iniziativa. 

Il punto è che i requisiti risultano essere poco coerenti con l’opportunità stessa. Il rischio infatti è di far sentire inadeguata una fetta di giovani. Il diritto allo studio non pone dei limiti. Li abbatte. Non esclude. Include.

Emanuela Mostrato

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