Aprile 23, 2024
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Napoli, Campione d’Italia. Non è un sogno, è accaduto realmente il 4 Maggio 2023 alle ore 22:37. Pronunciare questa vittoria suscita emozioni incontenibili. Dopo ben trentatré anni, il Napoli vince lo scudetto. Non è il Napoli di Maradona, è la squadra che dopo Maradona è riuscita a far esplodere di gioia il popolo napoletano. Il primo scudetto risale all’anno 1987 e il secondo al 1990. Oggi, grazie al Napoli del Presidente Aurelio De Laurentis, del mister Luciano Spalletti e del direttore sportivo Cristiano Giuntoli, questa città annovera il suo terzo scudetto. E non è lo scudetto del riscatto. É il risultato di una imprenditoria illuminata.

C’è di mezzo la mano di D10S?

Diego Armando Maradona è stato ed è per Napoli una leggenda irripetibile. Nel 1984, quello scugnizzo argentino ha messo per la prima volta i suoi piedi d’oro nello stadio che oggi porta il suo nome. E da quel giorno Diego è diventato un idolo per la gente. L’unico che prima d’ora ha permesso ai napoletani di essere campioni del mondo. Ecco perché questo trionfo riconduce inevitabilmente a Maradona. É una vittoria che ha il sapore di mito e realtà, di tradizione e modernità. 

E allora sì, ci piace pensare che ci sia di mezzo la mano di D10S, perché di sicuro questo terzo scudetto, Diego l’ha voluto tanto quanto il popolo napoletano. Però, il vero merito va a questa squadra che giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, ha dimostrato costanza, strategia, talento. Tutti i giocatori hanno fatto un gran gioco. Non c’è il migliore. Ognuno di loro è entrato in campo con coraggio e determinazione.

Non c’è la genialità di un solo giocatore. Sono stati undici geniali giocatori vestiti d’azzurro

Questo terzo scudetto si distingue proprio perché è il risultato di un lavoro di squadra e di una imprenditoria di successo. La formazione del Napoli lo conferma, perché è una formazione internazionale, composta da diciannove stranieri. C’è soltanto un napoletano, Gianluca Gaetano. Mentre nel Napoli di Maradona c’erano ben tredici campani. 

È una squadra che si lascia permeare da mondi esterni, “porosa”, proprio come la città a cui appartiene.

Una squadra in cui «si parla inglese e in cui non conta imparare il napoletano, ma arrivare a vincere», afferma Luca Bifulco, professore di Sociologia presso l’Università Federico II di Napoli.

Vincere oltre i luoghi comuni, oltre la mera idea che Napoli debba riscattarsi. Ma da chi? Da cosa? Napoli, come città e come squadra, vince perché ha in sé del “genio”, ovvero una straordinaria capacità di produrre arte. 

Napoli non deve chiedere scusa, Napoli merita delle scuse. In Tv e sui giornali c’è chi vorrebbe correlare questo terzo scudetto a strategie politiche. Chi confonde questa vittoria con i problemi cittadini, facendo riferimento al reddito di cittadinanza. Come se questo sussidio fosse percepito solo a Napoli e non in tutta Italia.

Commenti nonsense e parole fuori luogo, confermano che ci sarà sempre qualcuno che tenterà di intrappolare Napoli in pregiudizi e luoghi comuni. Ma per quanto si tenti di bistrattare l’immagine di questa città, Parthenope resta fucina di arte, ingegno, cultura, musica. E il boom turistico dimostra l’amore internazionale per il capoluogo campano.

Turisti di tutto il mondo stanno affollando Largo Maradona ai Quartieri Spagnoli. Soprattutto sudamericani e argentini. Il “santuario maradoniano” registra cifre record di turismo, battendo i principali musei e scavi d’Italia. 

Napoli, la squadra più forte

“C’è la certezza che si tratti di un successo senza ombre, né sospetti, senza se e senza ma. Stavolta il merito è universalmente riconosciuto […] Il Napoli sul campo ha affermato ripetutamente la propria superiorità”.

Queste le parole sincere di Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport. Parole che vogliono allontanare le accuse di chi ha pensato o affermato che questo primo posto sia stato falsato.

La verità è che il Napoli è stato il più forte, lo dicono i numeri e i 17, 18 punti di vantaggio rispetto alle altre squadre.

Il talento e la determinazione non si possono falsare. Né si può negare la straordinarietà di un popolo che non ha mai abbandonato questa squadra. La gente di Napoli ci ha sempre creduto. Perché se non ci credi hai già perso.

Napoli ha iniziato a credere nella concretezza di questo trionfo quando a Marzo le strade erano già vestite di azzurro. Nastri, striscioni e bandiere decorano la città da mesi. Questo magnifico popolo ha persino scongiurato la scaramanzia. I napoletani sono stati mossi dalla consapevolezza del prestigio della loro squadra del cuore. 

Niente ha potuto fermare il loro entusiasmo. Nemmeno le sconfitte che non sono mancate, né la stanchezza della squadra che qualche volta si è avvertita in campo. Gli inciampi, in fondo, fanno parte del viaggio. 

Per ora, la destinazione di questo viaggio è il titolo di Campioni d’Italia. Ma come ha affermato De Laurentis, questo non è un punto di arrivo, ma un punto di inizio per continuare a vincere.

Napoli non ha intenzione di fermarsi, né per la festa del terzo scudetto, né per altre storiche cavalcate che si spera arriveranno. 

Emanuela Mostrato

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