Novembre 5, 2024
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In 13 anni oltre 377 mila giovani italiani sono emigrati in altre nazioni. Oltre la metà sono laureati. Tra il 2011 e il 2023, 550 mila giovani italiani di età compresa tra i 18 e i 34 anni hanno deciso di emigrare all’estero. Al netto dei rientri, questo dato si riduce a 377 mila, come riportato nel rapporto “I giovani e la scelta di trasferirsi all’estero”, presentato dalla Fondazione Nord Est durante un incontro al Cnel. Questa fuga massiccia di capitale umano, stimata in un valore economico di 134 miliardi di euro, è vista come un fenomeno senza precedenti che riflette le difficoltà dell’Italia nel trattenere i suoi giovani talenti. Mentre certa politica becera parla di “sostituzione etnica” in Italia, la verità e che le politiche dei vari governi che si sono alternati in questi anni hanno impoverito il paese costringendo i nostri giovani alla fuga. L’Italia è all’ultimo posto in Europa per attrazione di giovani.

377 mila giovani italiani emigrati: l’Italia all’ultimo posto in Europa per attrazione di giovani

Il rapporto evidenzia un dato preoccupante: per ogni giovane che arriva in Italia dai Paesi avanzati, otto italiani fanno le valigie e lasciano il Paese. Questo colloca l’Italia all’ultimo posto in Europa per attrattività di giovani, con solo il 6% di europei che scelgono il nostro Paese come destinazione, contro il 34% della Svizzera e il 32% della Spagna. La maggior parte degli emigranti italiani proviene dalle regioni del Nord, e tra loro, la metà è laureata, mentre un terzo è diplomata.

Secondo il rapporto, il 35% dei giovani residenti nel Nord Italia è disposto a trasferirsi all’estero. Tra le principali motivazioni spiccano le migliori opportunità lavorative (25%), seguite dalle opportunità di studio e formazione (19,2%) e dalla ricerca di una qualità della vita più alta (17,1%). Solo il 10% considera un salario più elevato come la principale ragione per emigrare, dimostrando che il desiderio di crescita personale e professionale è un fattore determinante per chi decide di lasciare l’Italia.

I giovani emigrati stanno meglio rispetto a chi rimane in Italia

Uno degli aspetti più significativi emersi dal rapporto è la soddisfazione degli espatriati rispetto a chi è rimasto in Italia. Il 56% degli emigrati dichiara di essere soddisfatto del proprio livello di vita, contro solo il 22% dei giovani rimasti in Italia. Inoltre, la visione del futuro è più ottimista tra gli espatriati: il 69% prevede un domani “felice”, rispetto al 45% di chi è rimasto; il 67% degli espatriati vede il futuro “ricco di opportunità”, contro solo il 34% dei giovani italiani residenti in patria.

Uno dei motivi principali per cui i giovani italiani scelgono di rimanere all’estero è la percezione di una mancanza di meritocrazia in Italia. Gli espatriati valutano il sistema meritocratico italiano con un punteggio di -84,9, mentre i residenti nel Nord Italia lo valutano con -53,7. Questa mancanza di meritocrazia e apertura culturale spinge i giovani a cercare opportunità migliori all’estero, dove trovano un ambiente più dinamico e inclusivo.

Un fenomeno destinato a crescere

Il direttore scientifico della Fondazione Nord Est, Luca Paolazzi, ha dichiarato che i giovani italiani all’estero non torneranno facilmente. Un terzo degli espatriati ha deciso di rimanere definitivamente fuori dall’Italia, mentre la metà di loro è pronta a trasferirsi in Paesi con le migliori opportunità. In parallelo, un altro 1,4 milioni di giovani italiani è pronto a partire, segnalando che la fuga di cervelli è un fenomeno destinato a crescere se l’Italia non affronterà le sue carenze strutturali, soprattutto in termini di meritocrazia e condizioni lavorative.

Negli ultimi anni, la politica più becera e tossica ha sollevato il tema della “sostituzione etnica”

Lo ha fatto riferendosi all’arrivo di immigrati nel “Bel Paese”. Tuttavia, i dati smentiscono questa narrativa tossica. La vera “sostituzione” non è causata dagli immigrati, ma è il risultato delle scelte scellerate dei governi che si sono succeduti, portando alla fuga di centinaia di migliaia di giovani italiani all’estero.

La mancanza di opportunità, la scarsa meritocrazia e l’incapacità di offrire un futuro dignitoso ai giovani sono i veri responsabili della fuga di capitale umano. È questa emorragia che sta svuotando l’Italia delle sue migliori risorse, mentre la retorica della “sostituzione etnica” non regge di fronte ai fatti: sono le politiche sbagliate a spingere i nostri giovani a cercare fortuna all’estero, lasciando un vuoto che altri Paesi più aperti e meritocratici sono pronti a colmare.

Francesca Rampazzo

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