Marzo 29, 2024
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Alla luce dei dati riportati nell’articolo di Giovanni Scafoglio , si evince che il 47% della popolazione italiana non comprende ciò che legge. Tale considerazione ha stimolato un’analisi scientifica e sociale riguardante l’analfabetismo, tenutasi mercoledì scorso su Clubhouse con alcune personalità di rilievo tra cui il professor Alessandro Bertirotti (studioso dell’Antropologia della mente), Luca Volpe (“operaio del diritto”), Andrea Valeri (direttore artistico del Palazzo Merluana), Gianluigi Lisi (manager e GenZ EmpowerMentor) e Salvatore Giuliano (sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca). 

L’analfabetismo è una delle emergenze meno riconosciute in Italia

Ricordiamo che tra i sei livelli di alfabetizzazione (che potete trovare qui), gli studiosi ritengono il livello 3 (competenze sufficienti o appena sufficienti che rendono possibile analizzare un testo di cui si ha familiarità) come prerequisito sufficiente per inserirsi nella vita sociale ed economica. analfabetismo: un’analisi scientifica e sociale

Come si forma la competenza alfabetica?

Professor Bertirotti: “Da un punto di vista neuroscientifico nasciamo con una serie di capacità che vengono messe a punto in nove mesi di gestazione. Durante la vita queste diventano abilità, il che ha a che fare con la competenza, un’altra caratteristica cognitiva. . 

Per chiarire queste definizioni da un punto di vista neuroscientifico faremo un esempio: tutti nasciamo con la capacità di andare in bicicletta, anche se qualcuno, nella sua vita, non andrà in bicicletta. Se non abbiamo problemi del neurosviluppo, abbiamo la capacità di stare in equilibrio. L’equilibrio è più difficile da mantenere man mano che la velocità con la quale andiamo in bicicletta diminuisce. Se, nella vita, incontro una bicicletta, posso diventare abile. Se divento molto abile starò in equilibrio anche se la bicicletta va lenta, trasformando la capacità in competenza attraverso la gestione del mantenimento del mio rapporto e della possibilità di comunicare a coloro che non sono andati in bicicletta che cosa voglia dire andare in bicicletta. Questa si chiama competenza simbolica alfabetica

Con alfabetizzazione quindi parliamo di tanti alfabeti (creativo, sportivo, artistico, matematico), di “alfabeto” come “elementi strutturali di base per poter comunicare contenuti, competenze, simboli, significati, che ci permettono di poter vivere in una vita socialmente complessa” 

analfabetismo: un'analisi scientifica e sociale. Con Alessandro Bertirotti, Gianluigi Lisi, Andrea Valeri, Giovanni Scafoglio
Help with mental illness concept. Papercut head with jigsaw puzzle pieces inside. Mental health problems, psychology, memory, logic, thinking process, solution search.

Ciò detto, dobbiamo tenere presente che tra il sesto e settimo anno di vita, tutti i neuroni della corteccia occipitale si sono specializzati per poter vedere al meglio. Dal settimo anno alla morte (nonostante le difficoltà non legate all’elaborazione della visione quali miopia, astigmatismo etc…) noi vedremo la vita sempre nello stesso modo. I neuroni saranno così sviluppati che si parlerà di maturità visiva. analisi scientifica e sociale analfabetismo

I neuroni della corteccia prefrontale e frontale, invece, maturano intorno al ventesimo/ventunesimo anno. Quando i neuroni e i collegamenti tra loro (neuriti) si ricoprono di mielina, una proteina, avviene la “mielinizzazione”. Questo processo ha luogo dalla nascita fino ai vent’anni e permette di pensare all’infinito, al concetto di amore, di nazione, di buco nero. Finché i neuriti non sono mielinizzati, abbiamo problemi sulla capacità cognitiva. 

Perché diciamo questo? Perché se noi non abbiamo da zero a vent’anni una serie di stimoli costanti e continui che permettano ai neuroni di svilupparsi, lo sviluppo si ferma. Non bisogna smettere di essere curiosi a livello cognitivo rispetto a ciò che non conosciamo.

Edoardo Boncinelli (autore di Mente, anima e cervello) dice che noi siamo informivori. Abbiamo bisogno di informarci (dal latino: dare forma a un contenuto). Il contenuto col quale siamo in società è rappresentato dai diversi alfabeti. 

Quando si parla di una situazione come quella espressa nei dati, frutto di ricerche e studi, vuol dire che i neuroni di tali persone hanno difficoltà nel funzionamento”. 

Segue un intervento di Gianluigi Lisi, il quale chiede al professore se ci sia una causa all’origine di tali situazioni e se queste ultime possano essere mutate. 

Professor Bertirotti: “Philippa Foot, filosofa americana di formazione aristotelica con una convinzione atea dell’esistenza, dice che nell’essere umano la linea di demarcazione tra natura e cultura non c’è, quindi non posso sapere nella mente cosa ho di naturale e cosa di culturale, e questo rende la dimensione sociale e l’istruzione importanti nella stimolazione della curiosità. 

Più stimoli do al cervello durante la vita intellettuale, in nome della plasticità neuronale, più si creano nuovi collegamenti e più si invecchia lentamente, a meno che non ci siano delle predisposizioni, ossia precablature genetiche, che possono portare a diversi tipi di demenze senili come il Parkinson o l’Alzehimer (i primi segni di quest’ultimo si hanno tra i quarantacinque/cinquant’anni, sebbene diventino evidenti quando è ormai troppo tardi). La apoptosi (la morte delle cellule programmata dalla natura) neurale inizia dai vent’anni; quindi, se non si stimola il cervello, i neuroni – ventenni – invecchieranno molto velocemente. Ciò può essere cambiato: grazie alla plasticità neuronale il nostro cervello fino all’ultima ora di vita impara, è curioso, si modifica e migliora”. analfabetismo: un’analisi scientifica e sociale

Ma esiste una differenza tra conoscere e sapere?, chiede Giovanni Scafoglio.

Professor Bertirotti: “Un discorso è essere conoscitore e un altro è essere sapiente. L’apprendimento in psicologia cognitiva si definisce come l’assunzione di informazioni che modificano permanentemente il comportamento dell’essere umano

Quindi un analfabeta di ritorno non ha saldato la capacità di modificare costantemente il proprio comportamento perché ha un ritorno che lo porta a una situazione di pre-alfabetizzazione. 

Il sapiente non si adegua al binomio della globalizzazione: utilità-velocità. Ciò che è utile è veloce, ciò che è veloce è utile. Questo binomio caratterizza la riuscita dell’essere umano, sia dal punto di vista sociale che professionale, e ha fagocitato i valori della sapienza come il sapere paradigmatico.

La sapienza è andare in profondità eliminando il binomio utilità-velocità, esercitando costanza, tenacia, perseveranza, applicazione, approfondimento riflessivo su ciò che conosco e riflessione sull’esperienza acquisita sul campo.

Il sapiente è un contadino che medita su come ha realizzato la rotazione della coltura, la comunica ai figli e insegna come arare e come innaffiare, dicendo loro di non andare velocemente ma di sentire il terreno e di annusarlo, gustando la bellezza di tutto ciò”. analfabetismo: un’analisi scientifica e sociale

Successivamente, l’avvocato Luca Volpe mette in correlazione gli strumenti culturali cognitivi e la conoscenza della legge facendo riferimento all’art. 5 del Codice Penale (“nessuno può invocare a propria scusa l’ignoranza della legge penale”). Si domanda, quindi, se nel momento in cui le leggi non siano comprensibili ai più, questo principio valga. Come si fa a imporre delle regole ad una società che non è attrezzata per comprenderle? E quanta frustrazione causa questa incapacità non voluta nel comprendere la ratio legis?

Andrea Valeri interviene osservando che qualunque stimolo culturale dovrebbe porsi attraverso politiche specifiche che permettano un reale accesso a tutte le fasce sociali. Stimola, poi, una riflessione su quali siano i modelli sociali stabiliti negli ultimi trent’anni rispetto ai valori premianti.

Professor Bertirotti: “(rivolgendosi all’avvocato Volpe) E’ importante capire qual è la funzione di un potere legislativo, qual è la funzione dei tre poteri di stato e la ratio, che organizza la consuetudine o ne sviluppa di nuove. 

(Rivolgendosi ad Andrea Valeri) Stiamo vivendo a livello embrionale la nascita del multiculturalismo.

Siamo una società che andrà sempre di più verso la multiculturalità. Più concepiremo questo multiculturalismo a mosaico, creando dei ghetti tra le diverse culture, più avremo analfabeti di ritorno. analisi scientifica e sociale analfabetismo

Come si può combattere? Con strumenti che sono semplici, naturali. Non solo con lo studio, ma anche col concetto di valore. Il valore è la quantità di tempo in fatica che adopero per raggiungere uno scopo. Il cervello ha un sistema particolare, noto come sistema mesolimbico dopaminergico, che mette in relazione la fatica con la gratificazione. Se insegniamo ai giovani il raggiungimento di un obiettivo senza fatica, il giovane non potrà mai comprendere il significato di un’equazione matematica se non fa fatica a farla, a scrivere o a raccontare a parole quello che vede in un film.

Provate a chiedere a qualche vostro giovane che non sia abituato a un utilizzo del linguaggio con sinonimi e contrari di descrivere ciò che vede su Youtube oralmente, usando parole per descrivere cosa sia un orizzonte o l’andamento delle montagne. Queste cose si possono insegnare attraverso l’applicazione. 

Perché non investire nelle botteghe artigiane delle Toscana, del Salento, e mandare i giovani a capire come si tratta il cuoio, come si fa il ricamo (mestieri che abbiamo perso e che prima chiamavamo apprendistato)? Questo vuol dire coltivare talenti.

Dobbiamo allontanarci dall’idea che esista un’alfabetizzazione colta e una inferiore (esempio: liceo – scuola tecnica). Sono manifestazioni di una nazione ancora divisa, come lo eravamo durante il medioevo.

La divisione ci permette di dire che qualcosa sia meglio o peggio, ma ciò non può essere un lasciapassare. Possiamo fermarci e dire che siamo diversi”ana

Maria Francesca Ruscitto

Se l’argomento vi stimola e vorreste esprimere la vostra opinione, mercoledì 1° settembre su Clubhouse (ecco il link) potrete prendere parte alla stanza “Dall’analfabetismo funzionale all’analfabetismo emotivo”, che vedrà la partecipazione di Giovanni Scafoglio, Gianluigi Lisi, Alessandro Bertirotti, Giulia Parini Bruno e Andrea Valeri.l n

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