Aprile 24, 2024
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A Milano esiste un posto chiamato la Casa di Alda Merini. Dico “chiamato” perché in realtà la casa di Alda si trovava da un’altra parte. Esattamente in Ripa di Porta Ticinese 47 mentre qui ci troviamo in via Magolfa. Al numero 30 per l’esattezza, dove il CETEC (Centro Europeo Teatro e Carcere), la rete di associazioni Piccola Ape Furibonda e la Fondazione Prosolidar hanno ricreato il bar tabacchi Charlie, luogo dove Alda comprava le sigarette. La tabaccheria si chiamava così perché il proprietario aveva uno splendido alano di nome Charlie a cui Alda e le persone della zona erano molto affezionate. Oggi questa tabaccheria è lo Spazio Alda Merini.

Foto di https://www.spazioaldamerini.com/bar-charlie/

Lo Spazio si trova nel quartiere Navigli, zona ormai nota per la movida e i ristoranti per i turisti. Eppure, appena imboccata Via Magolfa, il brusio della folla cessa, lo scenario muta nei colori e l’atmosfera si trasforma in quella della Milano vecchia, non trasformata dal desiderio commerciale.

Percorrendo Via Magolfa passiamo davanti al ristorante La Magolfa, una vecchia trattoria allargata a pizzeria che sa di autentico e cordiale. Il proprietario ricorda Alda Merini come cliente abituale. Racconta che sedeva tante ore in silenzio, osservando tutto quello che accadeva mentre fumava una sigaretta dietro l’altra.

Passando l’incrocio con Via Fusetti e continuando su Via Magolfa, un murales dai colori vivaci ci accoglie e sembra preparaci all’atmosfera che troveremo in Casa. Non vi è disegnato il viso di Alda, come si potrebbe pensare, ma sono riportate alcune delle sue frasi. Queste frasi, rese immortali dalla poesia, ci accompagnano qualche decina di metri e sembrano dirci: “Abbiate rispetto. State per entrare nella casa di una grande donna”.

Lo Spazio Alda Merini a Milano
Lo Spazio Alda Merini a Milano
Lo Spazio Alda Merini a Milano
Lo Spazio Alda Merini a Milano

Qualche metro più avanti, ecco la piccola Casa a due piani. Alla porta ci accoglie Donatella Massimilla con uno dei suoi immancabili sorrisi e la sua vulcanica energia. Donatella, direttrice artistica CETEC, insieme alla rete di associazioni Piccola Ape Furibonda gestiscono da oltre un anno lo Spazio. Il piano terra e il piccolo giardino ci coccolano con il loro silenzio e la loro arte. Qui la semplicità la fa da padrona e invita ad ammirare i quadri appesi. Quadri dei tanti artisti che hanno voluto rendere omaggio ad Alda in vari stili. Chi fotografandola mentre era al telefono, chi dipingendola versione pop, chi ancora disegnandola in versione militare, eccetera.

Donatella non manca di spiegare ogni parte dello Spazio, i dettagli dei quadri esposti e di tutti i personaggi che passano spesso a salutare lo Spazio mostrando, in questo modo, un pensiero per la poetessa. Dario Fo, Alberto Casiraghy, Giuliano Grittini. Tanti i personaggi che sono passati o passano di qui rendendo l’aura di questo Spazio ancora più speciale e artistica. Dario Fo, in particolare, è stato molto vicino anche al CETEC regalando indimenticabili momenti teatrali a San Vittore.

La curiosità di salire al piano di sopra ormai è alle stelle: è lì che c’è la stanza di Alda.

Salendo le scale troviamo altri quadri e fotografie appesi, in un vortice d’arte senza fine. Donatella ci conduce verso il pezzo forte dello Spazio, raccontando altre storie della Casa.

Ed eccoci davanti alla stanza.

È chiusa, la si può solo ammirare dal vetro come una reliquia, una cosa estremamente rara e preziosa. La ex sindaca di Milano Letizia Moratti riuscì ad acquistare alcuni pezzi dell’arredo originale di Ripa di Porta Ticinese fra cui il “muro degli angeli” pieno di parole, disegni e numeri. Donatella e le sue collaboratrici sono riuscite a ricreare il caos meriniano che faceva da cornice ad Alda nelle sue fotografie e interviste televisive.

Non scrivo niente di più sulla stanza. Lascio a voi la scoperta dal vivo…

Lo Spazio Alda Merini a Milano
Lo Spazio Alda Merini a Milano

Ed ecco che finita la visita della Casa, Donatella inizia col racconto. Un racconto che mostra l’Alda donna. Non l’Alda poetessa. L’Alda umana, fragile, forte, spendacciona, generosa. Un’Alda come ognuno di noi.

Ed è qui che nasce il legame con questo posto. Questo posto dove ogni persona che ha sofferto si sente vicino ad Alda. Lei, Alda, una donna rinchiusa in manicomio perché creduta pazza, una donna portata via dalle sue figlie, una donna senza denti causa i quasi 80 elettroshock subiti, costretta a sposarsi per uscire di casa, obbligata dal padre a chiudere la relazione col suo primo amore, rimasta vedova e scoperta come poetessa solo tardi. Anche se non abbiamo passato le sue stesse sofferenze, tutta la dignità, l’amore per la vita e per la poesia che la poetessa ha mostrato ci arrivano forti come un pugno. Come un esempio di vita.

E di fronte a una forza così grande non possiamo che imparare e volerne conoscere di più.

Entrare nello Spazio Alda Merini equivale a lasciare il concetto estetico del corpo sull’uscio della porta. In questa sede non c’è spazio per pensare se si è brutti, magri, grassi, vecchi. Il corpo diventa un puro recettore di ogni emozione che la Casa e i racconti hanno la capacità di trasmettere.

A Milano questo posto viene considerato una “chicca” ma, purtroppo, non gli viene attribuita la stessa importanza di altri luoghi culturali. Il ché è un peccato. Eppure, anche questo rappresenta Alda; una poetessa scoperta tardi e dimenticata presto. Una poetessa “chicca”, per pochi.

Se riuscite, partecipate a “Visite in Versi” ovvero una visita guidata con recita di alcune poesie di Alda e, occasionalmente, di altri pezzi. Donatella e le sue attrici variano le performance di volta in volta. Noi abbiamo assistito a “Lo Stupro” di Franca Rame recitato dalla bravissima Gilberta Crispino. La performance è stata talmente intensa che Gilberta è stata abbracciata a fine recita in una sorta di ringraziamento per quello che ci aveva fatto vivere e di commozione per l’episodio rappresentato.

Grazie Alda, grazie Donatella, grazie Gilberta e grazie a tutte le persone che con passione portano avanti lo Spazio Alda Merini mantenendo vivo il ricordo di una poetessa e di una grande donna.

Francesca Bazzoni

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