Aprile 29, 2024
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Il Governatore della Regione Lazio, Francesco Rocca ha firmato la revoca per il patrocinio del Roma Pride, in programma sabato 10 Giugno. Le associazioni  lgbtqa+  sono insorte soprattutto a seguito delle dichiarazioni di Rocca “Non sosterremo chi promuove l’utero in affitto”. Ci risiamo! Dopo il disegno di legge che rende la GPA (gestazione per altri) un reato universale, e aver messo a rischio il diritto alla genitorialità, un altro colpo è stato sferrato alla comunità queer d’Italia.

E’ doveroso ribadire quanto la scelta del GPA sia appannaggio di tutte le coppie, come evidenziato dallo studio secondo cui su 10 coppie che ricorrono a tale pratica, 7 siano eterosessuali. Ma per una parte politica che governa il nostro paese tale scelta si configura nel semplice capriccio di due donne lesbiche con la smania di figliare.  C’è da dire che anche l’opposizione ha  dato man forte alla destra, manifestando preoccupazione per la GPA. La volontà, ancora una volta è scardinare ad uno ad uno i diritti faticosamente conquistati dai primi anni 2000 ad oggi dalla comunità lgbtqa+. Dopo il mancato riconoscimento dei figli nati da coppie omosessuali, al reato di GPA, alla revoca della Regione Lazio del patrocinio per il Roma Pride.

La Regione Lazio revoca il patrocinio al Roma Pride, le parole del Governatore

[…]“In particolare, il manifesto (del pride) viola le condizioni di rispetto esplicitamente richieste nei confronti delle sensibilità dei cittadini del Lazio e rivendica l’imposizione della legalizzazione di azioni illegali e vietate dall’ordinamento italiano. La firma istituzionale della Regione Lazio non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto”. 

In un altro punto si fa riferimento alla buona fede della Regione violata dalle associazioni lgbtqa+, perché in un primo momento la concessione era stata fatta. Ma davvero il Governatore è all’oscuro dei temi del Pride? Quale sensibilità dei Laziali viene turbata? Ma soprattutto, QUALI laziali vengono turbati da tali argomenti? I partecipanti al pride non sono anch’essi cittadini laziali? E la libertà di espressione? Per chi è garantita allora? Troppe domande che hanno risposte evidenti.

Il sostegno alla famiglia “tradizionale” tanto agognato e promosso dal nostro Governo, sta portando ad una sistematica discriminazione e ghettizzazione di persone che, al di là del proprio orientamento sessuale, fanno parte del nostro paese, pagano le tasse, e contribuiscono al welfare. Ma, non hanno diritti. E nemmeno i loro figli avranno diritti. Bambini che frequentano le nostre scuole e università, ma che potrebbero decidere di abbandonare un paese che, di fatto, non li considera parte integrante della nazione.

La retromarcia sui diritti delle categorie deboli cui stiamo assistendo, e l’accanimento contro il mondo queer è davvero preoccupante.

Ci aveva visto giusto Ozpetek nel 2011, con il film Mine Vaganti. Quando al personaggio di Riccardo Scamarcio, viene chiesto perché ha paura a dichiarare la propria omosessualità, risponde “Perché non siamo più nel 2000”. Ora siamo nel 2023 e di paura ce n’è ancora di più

Paola Aufiero

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