Aprile 28, 2024
A ECORANDAGIO ospitiamo e formiamo i giornalisti di domani

La disputa tra Chiara Ferragni e le Cartiere Pigna spa ha sollevato questioni non solo legali ma anche etiche e comunicative. Uno spunto di riflessione sui delicati equilibri tra le partnership commerciali e la loro percezione pubblica. Fenice srl, la società dietro i marchi di Chiara Ferragni, ha accusato Pigna di aver violato il contratto in essere, criticando la scelta dell’azienda di interrompere unilateralmente i rapporti commerciali. La scelta è stata definita come “illegittima e strumentale”. Dal punto di vista della comunicazione la controversa offre molti spunti interessanti.

La controversia si è inasprita quando Pigna ha comunicato al pubblico la fine della partnership prima ancora di informare direttamente Fenice

Evidentemente si tratta di un gesto che Fenice interpreta come una mossa contraria al dovere di buona fede nell’esecuzione del contratto. Questa situazione espone le sfide che le aziende e i brand affrontano nel navigare la reputazione e le responsabilità etiche nei confronti del pubblico. È interessante notare come Fenice abbia sottolineato l’uso strumentale del codice etico da parte di Pigna. Specialmente in luce delle dichiarazioni precedenti dell’Amministratore Delegato di Pigna, che aveva descritto la collaborazione come “proficua e soddisfacente”.

Cartiere Paolo Pigna Spa ha deciso di interrompere i rapporti commerciali con le aziende collegate a Chiara Ferragni

Ciò “nel rispetto del proprio codice etico aziendale, che esclude la collaborazione con soggetti terzi sanzionati dalle autorità competenti per aver assunto un comportamento non etico, corretto e rispettoso delle leggi”. Questa decisione è stata assunta per mantenere l’aderenza ai principi etici aziendali di Pigna. Ciò sottolinea l’importanza del rispetto delle normative e dei comportamenti etici nell’ambito delle collaborazioni commerciali​.

In un mondo dove la comunicazione online può amplificare rapidamente le voci e influenzare la percezione del pubblico, questa vicenda sottolinea l’importanza della trasparenza e della lealtà nelle relazioni commerciali. Mentre Fenice si riserva di agire nelle sedi opportune a tutela dei propri interessi, il caso solleva interrogativi più ampi sul peso delle dichiarazioni pubbliche e sulle strategie di comunicazione adottate dalle aziende in situazioni di crisi.

La decisione di Pigna di interrompere i rapporti commerciali con le aziende collegate a Chiara Ferragni appare coerente con il suo codice etico aziendale

Il codice, infatti, esclude collaborazioni con soggetti terzi sanzionati dalle autorità competenti per comportamenti non etici o non rispettosi delle leggi. La società ha sottolineato l’importanza di aderire a principi etici e legali nelle sue attività commerciali, indicando che questa scelta è stata guidata da un impegno verso la correttezza e l’etica aziendale​. Di fatto le aziende a cui fa capo Chiara Ferragni sono state sanzionate dall’anti trust.

Cristina Ferrari

Leggi anche

Show Full Content
Previous Dismal, il lato oscuro di Disney
Next Addio a Antonio Paolucci, uno dei più stimati storici dell’arte italiani
Close

NEXT STORY

Close

La bufala delle guerre mai combattute da Trump

Gennaio 11, 2021
Close