Aprile 26, 2024
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È stato il 2016 l’anno che ha registrato il maggior numero di vendite degli smartphone. Poi, è cominciata la discesa. L’età dell’oro dei telefoni intelligenti sembra finita. Per quanto siano ormai parte integrante della vita di ognuno non sono più appetibili e desiderabili come una volta. La crisi del mercato degli smartphone è quindi provocata non solo da questioni economiche, ma anche dalla contraddizione invenzione-standardizzazione, tipica dell’industria culturale. Questo significa che il mercato, nel tentativo di realizzare dispositivi innovativi, riproduce prodotti standardizzati.

Crisi economica e rimediazione degli smartphone hanno placato l’interesse dei consumatori

A dimostrare il tracollo del mercato degli smartphone sono i dati raccolti da Canalys. Si tratta di una società che conduce ricerche in ambito tecnologico. Dai dati è emerso che nel 2022 si sono verificati ben tre cali nelle vendite di questi dispositivi. E molto probabilmente l’andamento continuerà ad essere in discesa. Sicuramente, crisi economica e inflazione sono tra le cause principali. La pandemia di certo non è stata d’aiuto, anzi ha inevitabilmente peggiorato lo scenario finanziario mondiale.

Le abitudini dei consumatori sono diventate più conservative. Le incertezze rispetto al futuro inducono le persone a riflettere prima di acquistare. E così le scelte si orientano verso beni essenziali e necessari. Ma laddove è possibile orientarsi verso il consumo di beni “accessori”, è importante che quel consumo generi soddisfazione. Altrimenti, si preferisce farne a meno.

Le strategie di marketing, infatti, cercano di attrarre il pubblico attraverso prodotti che nascondono la somiglianza con altri. L’obiettivo è quello di impedire alle persone di pensare all’utilità di una merce. In questo modo, il compratore viene sedotto dalla cosiddetta “tecnica della piattaforma”:

“Essa consiste nella creazione di un prodotto di base al quale vengono apportate solo modifiche minori, superficiali per trasformarlo in un prodotto di marca” (La cultura del nuovo capitalismo, Sennett).

Questa tecnica è esattamente quella che è stata adottata dal mercato degli smartphone. Inizialmente, il prodotto affascinava perché si presentava come innovativo e unico. Ma in fondo, lo smartphone è sempre stato una rimediazione di media già esistenti. Come sottolineano gli studiosi Bolter e Grusin, tutti i media funzionano come ri-mediatiori. Questo significa che le tecnologie sono il frutto di un continuo processo di riproduzione e sostituzione reciproca. 

Poi, il compito della “tecnica della piattaforma” è quello appunto di far apparire il prodotto diverso nella forma, ma sempre uguale nel contenuto. Però, non è detto che tutte le forme di rimediazione siano un successo. I telefoni digitali, infatti, sono stati riprodotti così tante volte, che oggi hanno perso il loro appeal.

 Al crescere delle aziende produttrici di smartphone, è aumentata l’offerta, ma è diminuita la domanda

A proposito della capacità del marketing di creare prodotti innovativi e straordinari, Seth Godin nel testo “La mucca viola” scrive: “Le imprese investono milioni di dollari nel tentativo di far rivivere gli anni d’oro, e giorno dopo giorno devono constatare che il tentativo è vano”.

Vani infatti risultano i tentativi di offerta dell’industria degli smartphone. Il mercato è così saturo che le strategie di marketing faticano a suscitare l’interesse dei consumatori.

Tuttavia, i brand che continuano ad avere successo nella vendita degli smartphone sono Samsung e Apple. La quota sul mercato di Samsung è del 22%,mentre quella dell’azienda Apple è del 18%. I brand che registrano quote minori sono Xiaomi (14%), Oppo (10%) e infine Vivo (9%). Queste tre aziende cinesi sono in calo rispetto all’anno 2021. 

Ma quindi, quale sarà il futuro del mercato degli smartphone?

Le Xuan Chiew, analista di Canalys, afferma: 

«I fornitori si avvicineranno al 2023 con cautela, dando priorità alla redditività e proteggendo la quota di mercato. I fornitori stanno tagliando i costi per adattarsi alla nuova realtà del mercato. Anche se le pressioni inflazionistiche si allenteranno gradualmente, gli effetti degli aumenti dei tassi di interesse, dei rallentamenti economici e di un mercato del lavoro sempre più in difficoltà limiteranno il potenziale del mercato» .

Dunque, è chiaro che gli anni del boom sono alle spalle. La potenzialità di questo tipo di mercato si è arrestata perché oltre ai problemi economici, i prodotti sono tra loro troppo comuni. 

Servirà proporre qualcosa di”straordinario” direbbe Godin, capace di prolungare il ciclo di vita del prodotto. Qualcosa che possa rendere il mercato degli smartphone non più banale e invisibile, ma notevole e vantaggioso. 

E se le imprese per rivitalizzare un mercato ormai saturo ed in declino, introducessero aspetti relativi all’intelligenza artificiale al fine di migliorare la produttività personale?

Emanuela Mostrato

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