Aprile 26, 2024
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Partiamo dal presupposto che, per il sottoscritto, le serie tv, con poche eccezioni, non debbano andare oltre la terza stagione. Detto questo penso che Il finale di stagione della Casa di Carta sia andato oltre le mie peggiori aspettative per due motivi: il Professore ci ha trollati tutti e la produzione ci ha preso per i fondelli tramite una serie di forzature, francamente difficili da digerire.

Partiamo da un presupposto: La Casa di Carta è una classica telenovela spagnola

Del resto a partire dalla prima stagione, lo stile narrativo si basa sulla solita, esagerata, spinta sul lato drammatico. Con vette di romanticismo in alcune scene e nello sviluppo fra i personaggi molto kitsch . Che dopo la terza stagione diventa, a tratti, insopportabile a causa dei continui flashback su Berlino. Flashback di cui si faticava a capirne il senso fino al coinvolgimento di il coinvolgimento di Tatiana e Rafael e l’annuncio dello spin off della serie dedicata a Berlino.

Del resto la storia del figlio Rafael è evidentemente nata a posteriori per inserire un elemento in grado di mettere d’accordo tutti: dare un motivo di esistere a dei flashback che hanno allungato il brodo narrativo, non perdere uno dei personaggi più interessanti e introdurre una serie di variabili per creare confusione e gestire un finale finale è così intricato dal quale è evidente che gli autori non erano capaci di uscire.

Il finale di stagione della Casa di Carta: le incongruenze e le falle narrative

Punto 1: Tatiana e Rafael due comparse poco intelligenti. Mi spiego. Farael sarà anche un genio, ma se frego il professore, gli tolgo l’oro, e conoscendo bene il suo piano. Beh se voglio scamparla e tenermi tutto il prezioso tesoro, dopo averlo legato e imbavagliato una chiamata alla polizia la farei. I complici finisco in gabbia, Rafael non avrebbe avuto inseguitori alla costole e il Professore se la sarebbe cavata di sicuro.

La polizia assassina e cattiva di colpo ha il cuore d’oro

La farsa del non essere torturati o assassinati dalla cattivissima polizia spagnola può reggere poiché il Professore non ha idea di dove sia l’oro. Ma una volta salvata la Spagna dal tracollo finanziario e inscenata la sceneggiata della banda trucidata e messi al sicuro i finti lingotti d’oro… …secondo voi? Volete davvero convincermi che uno come Tamayo li avrebbe lasciati liberi di andare via in quel modo? Soprattutto con la possibilità che uno di loro (non tutti dei geni come il Professore) si faccia scappare che nella banca nazionale di Spagna sono custoditi dei lingotti di piombo? Nel mondo della Casa di Carta Tamayo gli avrebbe piantato una pallottola nel cranio e fine della storia. Punto!

Ma il popolo spagnolo è davvero cosi tonto?

Mi spiego. Ti stanno derubando dell’oro della banca di Spagna, che non è delle banche ma del popolo. Stanno in poche parole tramutando i tuoi soldi in carta straccia, svuotando i tuoi conti correnti e costringendoti a vendere la casa e tu? Tu popolo spagnolo cosa fai? sei li a fare il tifo per chi ti ha appena ridotto sull’astrico? Beh se questo è il popolo spagnolo, c’è qualcosa che non va. D questo punto di vista Mr Robot da un 4-0 alla casa di carta. Ah non solo per la trama ma anche per il livello molto più alto della qualità di recitazione.

La trollata del Professore

Forse l’unica sfumatura genuina che ho apprezzato è stata la dichiarazione finale del Professore. Dopo 5 stagioni nelle quali ci spiegava che la sua era una lotta contro il governo, contro le banche, la polizia, contro i poteri forti… eccolo svelarci che era tutto un “bla bla bla”.

Nessuno può rinunciare alla sua natura

Il professore è un ladro, come suo fratello e come suo padre. Tutto è stata un’illusione. Tutto ciò che è accaduto non era per la fama, non era per la gloria, non era per il popolo. No. Era solo un affare di famiglia, un modo di ricordare il padre (e torniamo alla telenovelas melodrammatica spagnola). O forse no. Forse è per questo che sono morte Tokyo e Lisbona.

“Da oggi non siamo più qualcuno da seguire, acclamare, applaudire”

Loro mai e poi mai avrebbero accettato che dietro tutte queste avventure, dietro questi paraventi chiamati ideali e buoni propositi ci fosse la vera maschera indossata dal Professore. Era solo una squallida, banale, assolutamente credibile questione di soldi. SIC!

Giovanni Scafoglio

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