Attacchi feroci per il suo abbigliamento e per i contenuti dei suoi canali social. La ragazza vittima dello stupro di Palermo non ci sta, e attacca chi la critica. Una vera e propria gogna social quella che si è scatenata nei confronti della vittima del branco, colpevole di aver postato in passato su tik tok dei video contenenti canzoni esplicite, e di vestire a detta dei leoni da tastiera, in maniera provocante. Attraverso delle storie su Instagram, la ragazza ha rivendicato il diritto di essere se stessa e a chi l’ha criticata ha ricordato quanto determinati commenti possano portare qualcuno a pensare al suicidio. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un atteggiamento di connivenza figlia di una cultura retrograda difficile da debellare.
Gogna social per la vittima dello stupro di Palermo
Sembra quasi impossibile accettare che la vittima di uno stupro sia tale e basta. Nel momento in cui viene resa nota la notizia di una violenza sessuale ai danni di una donna, si scatena una caccia al colpevole alla rovescia. Individuato il nome della vittima, centinaia di “webeti” si fiondano sui canali social della ragazza in questione per scandagliare ogni minimo dettaglio nella speranza di trovare un indizio della compiacenza allo stupro. Basta una foto in costume giudicata “provocante” o un video nel quale si scherza anche con doppi sensi a sancire che, in fondo, “se l’è cercata”. E così che i moralisti da tastiera danno il via alla gogna social, mettendo in discussione punto per punto quella che non è altro che una finestra, una parentesi della vita di una persona.
A questo punto la vittima dello stupro si trova a dover combattere con due branchi: quello che l’ha stuprata e quello che la giudica
Delegittimando il diritto ad usufruire del proprio corpo e dei propri contenuti intellettuali a favore di un buon costume che somiglia di più all’omertà. I guai aumentano se la vittima, come in questo caso, non ci sta e si ribella. Se hai voglia di ribattere invece di stare in un angolino a piangere, allora non sei tanto traumatizzata. Magari sei solo un’esibizionista visto che ti permetti rispondere, cerchi la visibilità. Spostare l’attenzione dal colpevole alla vittima ha il solo scopo di non affrontare l’emergenza che stiamo vivendo, e le frasi di pancia di chi ci governa, che promette una legge sulla castrazione chimica in linea più con un pensiero medioevale che del 2023, non aiuta affatto.
Introdurre l’educazione sessuale nelle scuole
Se di promulgazione di leggi si vuole parlare, allora sarebbe il caso di prendere in considerazione una riforma scolastica che includa una educazione sessuale e sentimentale fin dalla scuola dell’infanzia. A chi l’ha proposto in passato, è stato puntato il dito contro, colpevole di voler introdurre argomenti scabrosi nelle scuole primarie, di complottismo della teoria Gender, grande nemico della maggioranza di Governo. Inneggiare alla giustizia sommaria, alle risoluzioni drastiche e immediate permette di girarsi dall’altra parte senza troppi sensi di colpa.
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