Aprile 29, 2024
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Un’atmosfera di apprensione e angoscia avvolge la scomparsa di Giulia Cecchettin, un evento che ha gettato nell’incertezza le vite di coloro che le sono vicini. La trama di questa vicenda si complica ulteriormente con l’ultima rivelazione della Procura di Venezia: Filippo Turetta, l’ex fidanzato di Giulia, è ora sotto inchiesta per il tentato omicidio della giovane donna.

La Procura ha ufficialmente iscritto Turetta nel registro degli indagati

una mossa ponderata derivante dal “primo esito” delle indagini che mirano a sondare le possibili implicazioni penali. Questa decisione, adottata con la salvaguardia dell’indagato in mente, è stata accompagnata da perquisizioni in corso, sia nella dimora di Turetta a Torreglia, provincia di Padova, che lungo le sponde del fiume Piave, nelle vicinanze di Maserada, provincia di Treviso.

Le autorità esprimono cautela, sottolineando la complessità e la delicatezza delle indagini e auspicando una consapevolezza dell’angoscia delle famiglie coinvolte. L’emanazione di notizie imprecise, avverte la Procura, potrebbe generare aspettative fuorvianti nell’opinione pubblica.

Il legale della famiglia Cecchettin, l’avvocato Stefano Tigani, ha riferito ai giornalisti la comunicazione prudente da parte della procura sull’iscrizione di Filippo Turetta, lasciando intravedere una possibile buona notizia. Turetta, a quanto pare, è indagato per un presunto tentato omicidio catturato da una telecamera dell’azienda Christian Dior, lungo la strada di Fossò, che avrebbe immortalato un violento attacco di Turetta contro Cecchettin.

Nel frattempo, le ricerche si concentrano su diverse aree

inclusi corsi d’acqua e invasi, con particolare attenzione alle Dolomiti di Sesto, in Alto Adige, dove si sospetta possa trovarsi la Fiat Grande Punto nera a bordo della quale i due giovani sono scomparsi. Soccorso Alpino e un elicottero della Guardia di Finanza sono stati impiegati in queste operazioni di ricerca.

Reparti di investigatori hanno rinvenuto alcuni reperti, tra cui capelli e brandelli di tessuto di abiti femminili, in varie zone, compresa l’area industriale di Fossò. Questi indizi biologici sono stati inviati ai Ris dei carabinieri per l’analisi del DNA, al fine di confrontarli con quelli di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta.

Il padre di Turetta, Nicola, ha strenuamente difeso suo figlio

descrivendolo come “un ragazzo buono” e respingendo l’idea che avesse timore di perdere Giulia dopo la sua laurea. Sostiene che potrebbero essersi diretti verso zone montuose, come Cortina o San Candido, poiché suo figlio conosce bene quei luoghi.

Tuttavia, le indagini prendono una piega differente, suggerendo la possibilità di una fuga premeditata da parte di Turetta. La Fiat Punto è stata segnalata oltre il confine austriaco, alimentando le speculazioni su un possibile rifugio in Austria. Gli investigatori stanno ora cercando di decifrare il mistero di eventuali soste inusuali durante il viaggio della coppia, una possibile chiave per comprendere la scomparsa di Giulia Cecchettin.

In questa intricata vicenda, il padre di Filippo Turetta ipotizza che suo figlio potrebbe aver portato Giulia in qualche campeggio in montagna, citando la sua conoscenza approfondita delle zone di Cortina e San Candido. “Mio figlio è sempre stato un ragazzo previdente”, aggiunge il padre, evidenziando che Turetta aveva con sé contanti e una carta PostePay quando è uscito di casa.

Le indagini della Procura di Venezia, tuttavia, indicano una direzione diversa

Mentre una delegazione di carabinieri si prepara per perlustrare l’Alta Pusteria, gli inquirenti cominciano a sospettare che dietro la scomparsa non ci sia una fuga irrazionale, ma un percorso premeditato. Turetta non ha ancora effettuato pagamenti elettronici con le sue carte, svela l’indagine. In passato, aveva già visitato l’Austria per un concerto, viaggio iniziato con biglietti comprati per lui e Giulia, ma poi completato separatamente.

Anche il cugino di Giulia, Giovanni Passarotto, si unisce alle ricerche, sottolineando che, secondo lui, i due non sono a Dolo, località vicina a Vigonovo. Riferisce anche episodi inquietanti sulla coppia, come il confronto di Turetta con Giulia durante un prelievo alle poste, e la sua eccessiva attenzione a Giulia durante un concerto a Milano.

Le indagini rivelano anche un’apparente incoerenza nei tempi e nei percorsi della fuga della Fiat Punto

Tra Fossò e Scorzé, l’auto ha impiegato venti minuti in più del normale tempo di percorrenza, mentre il passaggio dalla diga del Vajont a Pecol ha mostrato tempi variabili dai 40 agli 80 minuti, mentre l’auto ha impiegato due ore. Questi “buchi temporali” alimentano ulteriormente l’incertezza su ciò che potrebbe essere accaduto durante la fuga dei due giovani.

Attualmente, le autorità proseguono con indagini separate, mirate a ritrovare sia Giulia Cecchettin che la Fiat Grande Punto di Filippo Turetta. La loro speranza è che queste ricerche possano portare alla luce i dettagli nascosti di questa vicenda avvolta nel mistero, gettando finalmente luce su ciò che è accaduto a Giulia e Filippo. La comunità resta in trepidazione, sperando in un epilogo positivo di questa tragica storia.

Francesca Rampazzo

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