Ottobre 10, 2024
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È dal 2015 che grazie all’Onu si festeggia la Giornata Mondiale delle donne nella Scienza. Celebrare questa giornata è un invito a promuovere le pari opportunità nell’ambito scientifico. Sono ancora poche le donne che intraprendono studi nelle materie STEM e questo succede perché sono poco incoraggiate. In molte crescono con la convinzione che le discipline scientifiche siano un universo maschile. La colpa di questo cliché è da rintracciare in una cultura che associa i ruoli al sesso. Se sei uomo puoi svolgere dei lavori. Se sei donna, devi svolgerne altri. 

Sventare questi cliché è possibile grazie all’intervento della famiglia e della scuola

Alcuni retaggi culturali ce li portiamo addosso come macigni. Nonostante le battaglie e nonostante i cambiamenti avvenuti nel tempo. Certi luoghi comuni sono così atavici che sventarli sembra impossibile. Motivo per il quale la famiglia e la scuola sono due istituzioni essenziali al fine di favorire l’inserimento delle donne nel mondo STEM. In tal senso, il CEO della multinazionale NTT Data, Walter Ruffinoni, ha affermato che c’è un lavoro umano da portare avanti. 

“Oggi viviamo uno sbilanciamento tra la forte domanda che arriva dal mercato e l’offerta. Ci servono molte più persone di quante ne riusciamo ad assumere tra università e scuole superiori”.

Mentre la tecnologia avanza, crescono a dismisura le professioni in ambito IT

A confermarlo è la classifica pubblicata da Linkedin sui 25 lavori più richiesti nel 2022. Gran parte delle professioni sono infatti di estrazione informatica ed ingegneristica. Settori come il Cloud, Cyber Security, Big Data, sono fortemente in crescita. Di conseguenza, la richiesta di esperti del settore è molto elevata. Ecco perché è fondamentale incentivare la formazione nelle discipline tecnico-scientifiche. Una formazione paritaria, refrattaria alle differenze di genere. 

A questo proposito, il CEO di NTT Data, sostiene che occorrono nuove persone e nuove competenze:

“Rafforzare le competenze digitali nelle scuole anche con un occhio di riguardo alle ragazze che restano fuori da questo settore. Noi organizziamo dei corsi di coding su base volontaria. Sono dei sassolini che gettiamo nello stagno”.

Il top manager dell’impresa tech, riflette sulla mancanza di laureati nelle materie STEM, ma soprattutto delle laureate. L’universo femminile non deve restare fuori dai processi di cambiamento digitale. Bisogna coinvolgere le donne alla formazione IT, organizzare corsi e seminari. Insomma, serve sensibilizzare le persone su questo argomento affinché si abbatta il disequilibrio tra uomini e donne nel mondo tech. 

Giornata Mondiale delle donne nella Scienza. Seguire l’esempio di chi ce l’ha fatta

Drusilla Foer, durante il Sanremo che quest’anno l’ha vista come co-conduttrice, ha parlato di gender gap. Per l’artista non esistono differenze. Senza problemi ha affermato di essere favorevole anche ad un papato donna. Così come le piacerebbe vedere al timone del festival della canzone italiana una conduttrice. E a proposito di scienziati uomini, le sue parole sono state dirette e pungenti:

“Certi lavori sono fatti da più tempo dagli uomini, e quindi le donne non potevano guadagnare terreno. Gli scienziati uomini per lungo tempo? Solo perché a loro era permesso studiare”.

Spesso si tende a decantare gli uomini che hanno fatto la storia nel mondo della scienza. Minimizzando l’intelligenza delle donne e tutti gli impedimenti di cui sono state e sono ancora vittime. In effetti, esordisce Drusilla, se non si parla di donne scienziate è solo perché in passato non era concesso loro di studiare. E se non si parla di coloro che ce l’hanno fatta nonostante i bastoni tra le ruote, è perché non si vuol dare alla donna il risalto che merita. 

La scienza non è una prerogativa maschile

L’ingegneria, la fisica, l’informatica non sono appannaggio dell’uomo. La giornata mondiale delle donne nella scienza deve ricordare alle donne che valgono tanto. E che se vogliono possono farsi strada nei settori IT. Possono diventare donne di successo. 

Si pensi a Rita Levi Montalcini che nel 1986 ha vinto il Premio Nobel per la medicina grazie ai suoi studi sul cervello umano. Oppure a Maria Montessori che ha studiato il comportamento infantile a livello scientifico. Ancora, a Vera Rubin che ha rivoluzionato l’astronomia studiando la rotazione delle stelle nelle galassie. Sono solo alcuni esempi di forza, coraggio e intelligenza femminili. E sono proprio queste storie a dover essere di ispirazione per tutte le donne che vogliono entrare nel mondo STEM. 

“Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi” (Rita Levi Montalcini).

Emanuela Mostrato

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