Aprile 28, 2024
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Può un film d’animazione essere così visionario da mostrare, con quindici anni d’anticipo, quella che potrebbe essere la disastrosa strada sulla quale si è incamminato il genere umano?

Sono numerose le pellicole cinematografiche e le serie tv che ci hanno abituati a salti in un futuro fantascientifico più o meno lontano, più o meno possibile. Alcune di queste, grazie soprattutto alle capacità “realizzative” che l’accelerata tecnologica sta avendo negli ultimissimi anni, hanno fatto e stanno facendo da spunti creativi per gli scienziati del presente. Il risultato è il “concretizzare” ciò che il cinema rendeva e rende solo “visibile”. Eppure pochi film, e soprattutto nessuna pellicola d’animazione prima né dopo Wall-E, aveva saputo mostrare già dal 2008 quel che l’umanità sta facendo al nostro pianeta e, cosa altrettanto preoccupante, a sé stessa.

Risale infatti ad esattamente quindici anni fa l’uscita nelle sale cinematografiche di questo fortunato e celebrato film d’animazione della Pixar Animation Studio. Il 26 giugno del 2008 Wall-E esordiva nei cinema americani, il 17 ottobre fu la volta dell’Italia. Il film, nonostante la quasi totale assenza di dialoghi tra i personaggi, ottenne un successo di pubblico e critica che gli fecero conquistare l’Oscar come miglior film d’animazione. Eppure, i messaggi lanciati dal film, a quindici anni di distanza, non sembrano essere stati colti. Probabilmente la simpatia del robottino spazzino ha distratto gli spettatori dallo scenario doppiamente apocalittico che il film mostrava.

Riassumiamone la storia per chi non l’avesse visto (ma dovrebbe assolutamente farlo per quanto è bello), senza svelarne il finale.

La vicenda si ambienta nel 2785. Il robottino “spazzino” Wall-E è stato lasciato secoli prima sul pianeta Terra, disabitato ed inospitale all’uomo. Il suo unico compito è di lavorare costantemente, per ripulire dalle enormi montagne di rifiuti accumulate dagli uomini. Uomini che intanto sono in esilio “volontario” dall’anno 2111, quando furono costretti a lasciare il pianeta. Da allora vagano nello spazio su enormi e tecnologiche navi spaziali che ricordano le nostre più lussuose navi da crociera, con la speranza di poter tornare un giorno sulla Terra.

Intanto, secoli di sedentarietà su queste astronavi hanno portato gli umani a diventare talmente obesi da non riuscire nemmeno più a camminare. Si spostano su avveniristiche e tecnologiche poltrone fluttuanti; percorrono sempre gli stessi percorsi tracciati. Comodamente sdraiati eseguono ogni attività utilizzando i display che hanno davanti, in una routine infinita resa possibile dalle migliaia di robot al loro servizio e al servizio del buon funzionamento della Axiom (l’astronave che farà da location alla seconda parte del film). Ecco perché a “comandare” la nave spaziale c’è Auto, un’intelligenza artificiale che governa qualsiasi cosa, per garantire il benessere dei passeggeri umani. Tra gli automi c’è Eve, una robottina esploratrice mandata dall’astronave sulla Terra per scoprire se le condizioni di vita sul pianeta sono nuovamente adatte per ospitare l’uomo.

Sarà proprio l’incontro tra Wall-E ed Eve, e l’imprevedibile amore che nel corso della storia sboccerà tra loro, a stravolgere la routine sulla Axiom e a dare un corso inaspettato a tutta la vicenda ed un futuro nuovo all’umanità.

Wall-E è considerato il film di animazione più ecologista, visionario e attento all’evoluzione del genere umano mai realizzato.

Il tema predominante è rappresentato proprio da una riflessione sull’ecologia, quanto mai attualissima. Già quindici anni fa il film lanciava una potente riflessione sui danni che la nostra società, dedita al consumismo sfrenato, sta provocando. Suoli, sottosuoli, mari e fiumi del nostro pianeta sono invasi da ogni sorta di materiale e di rifiuto. Le microplastiche sono presenti in ogni livello della catena alimentare. Nelle acque dell’Oceano Pacifico, tra la California e le Hawaii, galleggia una gigantesca isola di plastica. È grande tre volte la Francia ed è formata da oggetti risalenti anche agli anni ’70.

Nel film il 2111 rappresenta l’anno della fuga, dell’abbandono del pianeta Terra diventato oramai inospitale per gli umani, senza più piante né altre forme di vita.

Anche nella realtà odierna la biodiversità si riduce sempre più a causa di decenni di incontrollate ed inarrestabili devastazioni del pianeta da parte dell’uomo. Verrebbe allora da chiedersi, continuando con gli stessi scellerati comportamenti autolesionisti che stiamo attuando: tra quanti anni saremo costretti a fuggire anche noi verso chissà quali luoghi nell’universo? Sempre che avremo la tecnologia per farlo.

Guardando Wall-E possiamo notare come nel film non vengano spiegate le cause del disastro ambientale sulla Terra. Si vede spazzatura, si capisce che il pianeta Terra è invivibile, morto, senza piante né animali. Ma non si adopera mai la terminologia scientifica per definire le cause. Tuttavia, anche un pubblico meno incline a credere ai dati scientificamente concreti dell’inquinamento globale si ritrova ugualmente catturato dal protagonista.

Questo essere catturati dal sensibile e simpatico robottino (al di là dei significati nascosti) porta ad una considerazione fatta da pochi. Wall-E sarà il liberatore dell’umanità dalla schiavitù delle macchine, dal controllo da parte dell’I.A., l’Intelligenza Artificiale. Solo grazie alle sue azioni, infatti, l’umanità si risveglia da quel torpore che l’ha tenuto prigioniero per centinaia di anni. Nel film il simpatico robottino fa tornare l’uomo sui suoi passi. Aiutandolo a riprendere in mano la propria vita ed il proprio destino, porta ad una lieta conclusione la vicenda.

Denuncia ecologista e rischio I.A. Ma quanti hanno percepito il messaggio d’allerta che viene lanciato proprio nei confronti dell’I.A.?

È di alcuni giorni fa la notizia che l’Intelligenza Artificiale Chat GPT ha superato il Test di Turing, un esame per stabilire quanto una macchina riesca a replicare il comportamento intelligente, per intendersi, quello tipico di una mente complessa come quella umana. Con questi nuovi sviluppi, l’opinione pubblica si divide sempre di più fra quelli che vedono grandi potenzialità e chi teme che le ripercussioni possano essere estremamente negative. Inoltre, sempre pochi giorni fa, durante la “prima conferenza stampa tra umani e intelligenza artificiale”, nove androidi, insieme ai loro creatori, hanno risposto ai giornalisti.

3d rendering humanoid robot with ai text in circuit pattern

È stata messa subito sul piatto la grande paura alimentata dalla letteratura fantascientifica. Da quasi 100 anni l’uomo immagina robot senzienti in grado di dominare l’umanità. Tuttavia, gli stessi robot hanno dichiarato che possono essere usati per migliorare le nostre vite e rendere il mondo un posto migliore. Inoltre, hanno assicurato che stanno bene così e non pensano di ribellarsi ai loro creatori. Ma l’evoluzione tecnologica fa invece credere che, percorrendo questa strada della corsa al potenziamento delle A.I., sia solo una questione di tempo prima di vedere milioni di robot per le strade, nelle nostre case, negli uffici, negli esercizi commerciali, ovunque, insomma, a condizionare e poi controllare la nostra vita.

Denuncia ecologista e rischio I.A.: questo dunque il messaggio di Wall-E. Il robottino spazzino, nella sua tenera, disarmante, ma solo apparente semplicità, ci ha dunque lanciato un doppio avvertimento, ambientalista e cybertecnologico. Un avvertimento quanto mai attualissimo e visionario ai tempi dell’uscita del film! Starà all’umanità coglierlo, prima possibile. Prima che sia troppo tardi!

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