Aprile 27, 2024
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Il governo Meloni, autoproclamatosi il “governo delle famiglie,” sembra proprio avere una visione unica del concetto di sostegno alle famiglie. Dopo le stangate sugli assorbenti e i pannolini, ora ci sorprende con la stretta sulla pensione per le nuove generazioni. In effetti, sembra che il governo abbia creato un vero e proprio labirinto che rende la pensione anticipata un miraggio per tutti tranne che per i più benestanti. Quindi, se sei giovane e se non sei nel club dei ricchi, preparati a soffrire una vita lavorativa più lunga del solito. E chissà, forse il nuovo slogan del governo dovrebbe essere: “Il futuro è per i ricchi, ma le famiglie saranno ben curate… ….quando avranno superato i 70 anni!”. O forse: Fine lavoro mai per i Millenials.

Il governo italiano sta affrontando una serie di riforme che influenzeranno il futuro dei Millenials, la cosiddetta “Generazione Y” nata tra il 1980 e il 1996

In particolare, una delle misure più controverse riguarda la pensione anticipata, un argomento di grande importanza per i giovani lavoratori. Il governo sta aumentando i requisiti per la pensione anticipata contributiva, costringendo i Millenials a lavorare più a lungo prima di poter godere di un meritato riposo. Inizialmente, il requisito era fissato a 64 anni e 20 anni di contributi, ma ora è stato alzato da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale, non più a 3,3. Questo significa che, in pratica, i giovani lavoratori potranno lasciare il lavoro solo se saranno in grado di godere di una pensione maturata pari a 1.500 euro, rispetto ai 1.660 euro previsti nella prima bozza della Manovra.

Questa nuova stretta rappresenta un colpo duro per i Millenials, rendendo la pensione anticipata un’opzione accessibile solo per coloro che godono di un reddito più elevato

Il governo sostiene che queste misure sono necessarie per garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche e del debito nazionale, ma molti vedono questa decisione come un messaggio diretto a Bruxelles.

Le conseguenze di questa nuova regolamentazione sono chiare: i giovani lavoratori dovranno accumulare una retribuzione significativamente più alta rispetto ai requisiti attuali per poter considerare seriamente l’opzione della pensione anticipata. Mentre per uscire a 67 anni basterà un reddito un terzo più basso di ora, ovvero 17.000 euro, per uscire a 64 anni servirà invece una retribuzione del 7% più alta di quella già elevata di oggi, pari a 46.000 euro.

Questa situazione rende evidente che la pensione anticipata a 64 anni diventerà un lusso riservato solo ai più abbienti, mentre per la maggior parte dei Millenials, il sogno di un pensionamento precoce sembra sempre più irraggiungibile. L’orizzonte per poter godere di una pensione completa si allontana sempre di più, con la prospettiva di dover lavorare fino a 71 anni per ottenere assegni pensionistici più magri.

Per coloro che aspirano a uscire dal mondo del lavoro a 64 anni, serviranno 20 anni di stipendi a 2.400 euro al mese per garantirsi un assegno di 1.700 euro, la nuova soglia introdotta dal governo Meloni, mentre oggi il limite è fissato a 1.400 euro

Questa situazione mette in luce le sfide che i Millenials dovranno affrontare nel garantirsi una pensione dignitosa e sottolinea la necessità di considerare ulteriori riforme per garantire un futuro sostenibile per questa generazione.

Nonostante le promesse della Premier Giorgia Meloni, anch’essa membro della Generazione Y, sembra che i giovani italiani si trovino di fronte a un futuro pensionistico incerto e poco promettente. La generazione che ha sperimentato la divisione del sistema pensionistico tra un “prima e un dopo” con la legge Dini del 1996 si trova ora ad affrontare nuove sfide e incertezze sul proprio futuro finanziario.

Cristina Ferrari

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