Aprile 27, 2024
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Marina Cicogna è deceduta nella sua residenza romana, Chi la conosce afferma che ha vissuto come desiderava e si è spenta come aveva deciso, nel letto di legno appartenuto a sua madre Annamaria, con zampe di leone intagliate, trasportato dalla casa di Venezia a quella di via di Porta Pinciana 34 a Roma. A vegliare su un sonno tormentato e senza pace nelle ultime settimane, un quadro intarsiato con otto scene della tradizione buddista: “Questo sì, molto importante”, amava dire. Ma soprattutto, è deceduta con la compagna di una vita, Benedetta, che ha vegliato costantemente sostenendo il suo ultimo respiro.

La carriera di Marina Cicogna

nata il 29 maggio 1934 da conte Cesare Cicogna Mozzoni e contessa Annamaria Volpi di Misurata, nipote di conte Giuseppe Volpi di Misurata, veneziano che nel 1932 ha fondato la mostra d’arte cinematografica di Venezia. La contessa Marina Cicogna ha respirato il cinema sin da giovane, quando al Lido si infilava in una delle sale della mostra per vedere quanti più film possibile. Amica di un mondo che scompare definitivamente, da Luchino Visconti a Gianni Agnelli, da Maria Callas ad Aristotele Onassis, Cicogna ha amato uomini e donne, ha avuto un flirt con Alain Delon e una lunga storia con l’attrice brasiliana Florinda Bolkan, che ha conosciuto poco più che ragazzina a una festa a casa di Elsa Martinelli e ha lanciato nel cinema, dove lei – era la fine degli anni ’60 – aveva iniziato a muovere i suoi passi, diventando la prima donna in Europa e forse nel mondo a fare il produttore cinematografico. Sua la firma su film importanti del cinema italiano come “Teorema” di Pier Paolo Pasolini, “Metti, una sera a cena” di Giuseppe Patroni Griffi e “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, che nel 1971 le è valso un Oscar, che non è andata a ritirare a Los Angeles per la paura insuperabile dell’aereo. Fiera oppositrice delle convenzioni ma anche dei movimenti, ha vissuto la sua sessualità senza mai voler essere incasellata.

Le etichette e la vita privata

“Spesso le persone mi hanno etichettata”, ha raccontato nella sua autobiografia. “Ma la mia vita e le mie scelte parlano per me. Ho vissuto per vent’anni con Florinda, da quasi quaranta vivo con Benedetta. Eppure non ho mai amato le manifestazioni eclatanti della propria sessualità. Considero le parate, e in generale l’ostentazione dei propri orientamenti, come qualcosa di ridondante”.

L’amore per i cani e la vista su Roma

I suoi amati cani, Minnie e Gipsy, due Volpini di Pomerania provenienti dalla Corea e dalla Russia, l’hanno circondata con le loro scorribande fino all’ultimo. Quando poteva, guardava fuori dalla finestra della sua camera, che non ha voluto lasciare per un letto d’ospedale: “Vede lo sguardo come corre libero?” mi ha detto poco prima di morire. “Nulla è come la libertà che uno ha con questa vista che corre da San Pietro ai Parioli”. Il bello della sua Roma, la luce che non ha mai voluto abbandonare.

Il contributo di Marina Cicogna al cinema

Marina Cicogna, nome completo Marina Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata, 89 anni ma ancora meravigliosa e affascinante in una semplice camicia azzurra e pantaloni bianchi, è stata una delle produttrici che hanno segnato la storia del cinema italiano, oltre ad essere stata un’icona di stile e una grande fotografa. Alessandro Michele ha detto: “Io adoro i personaggi mitologici e adoro marina cicogna perché è un mito parlante, un mito vivente”.

Il rapporto con la moda

“Non ho mai avuto un rapporto con la moda”, ha dichiarato marina cicogna. “Ma ho avuto rapporti molto stretti con alcune personalità del mondo della moda dal punto di vista umano”. Tra le sue amicizie più strette, spiccano nomi come Capucci e Valentino Garavani. Valentino è rimasto centrale in tutta la sua vita, definendolo “il più grande creatore di moda, soprattutto per gli abiti da sera”. Ha amato anche le creazioni di Armani e Yves Saint Laurent, ma con Valentino ha avuto un rapporto speciale.

Il contributo al cinema italiano

I film che marina cicogna ha prodotto hanno sempre avuto un impatto sociale significativo, sfidando le convenzioni comuni. Ha contribuito a pellicole come “Belle de Jour” di Luis Buñuel, “Helga, She Wolf of Spilberg” di Patrice Rhomm, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri, per il quale ha vinto l’Oscar come miglior film straniero. Ogni film aveva la sua storia e ragione d’esistere, e la scelta di produrli è stata guidata da un intuito eccezionale.

Il ruolo di donna pioniera

Marina Cicogna è stata una pioniera nel mondo del cinema, essendo stata la prima donna a vincere un Oscar come produttrice. La sua carriera e le sue scelte hanno aperto la strada per altre donne nel settore cinematografico, contribuendo in modo significativo al cinema italiano e internazionale, e il suo impatto perdurerà nel tempo.

La sua mancanza sarà profonda e difficilmente colmabile

Francesca Rampazzo

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