Ottobre 8, 2024
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Nelle prime ore del mattino a Venezia, un gruppo di attivisti per il clima ha scatenato il caos imbrattando l’esterno della Basilica di San Marco con fango e liquidi provenienti da estintori. Sei dimostranti sono stati rapidamente fermati dalla polizia e portati in questura, definendo l’azione come un “allarme anti-incendio”. L’azione, che ha incluso l’esposizione di uno striscione con la scritta “fondo riparazione”, ha suscitato reazioni contrastanti nella città lagunare. Ma gli ambientalisti che imbrattano San Marco, possono passarla liscia o anche i cittadini, gli altri cittadini, hanno il diritto di esigere che vengano puniti?

Gli attivisti sostengono che l’azione è stata una forma di protesta necessaria per attirare l’attenzione sulla minaccia imminente del cambiamento climatico

“Venezia a breve sarà sott’acqua, non ci sarà più niente di tutto questo. Sarà coperta dal fango e moriremo”, ha dichiarato uno dei dimostranti, cercando di sensibilizzare i presenti sulla fragile situazione della città lagunare. L’uso di estintori contenenti liquidi misti a fango ha attirato l’attenzione e la disapprovazione di alcuni residenti e turisti, che hanno contestato la forma aggressiva di protesta. Le forze dell’ordine sono intervenute prontamente, con agenti della Digos sul luogo per gestire la situazione.

Durante la protesta, gli attivisti si sono rivolti direttamente ai turisti, traducendo in inglese i loro slogan per garantire una comprensione globale della loro causa

Hanno sottolineato l’urgente necessità di adottare misure concrete contro il cambiamento climatico, affermando che Venezia è destinata a scomparire sotto le acque se non si agisce tempestivamente. Le richieste degli attivisti non si limitano all’azione di oggi. In molte città italiane, essi hanno ribadito la necessità di istituire un fondo preventivo e permanente di 20 miliardi di euro per affrontare i danni causati da calamità ed eventi climatici estremi. Questa richiesta è diventata una priorità per il movimento “Ultima Generazione”, che continua a sollecitare il governo ad agire in modo proattivo.

Il Presidente del Veneto, Luca Zaia, ha condannato fermamente l’azione degli attivisti, definendola “assolutamente da condannare”

Zaia ha sottolineato che, nonostante rispetti il diritto alla protesta democratica, il metodo utilizzato dagli attivisti danneggia la causa stessa. Egli ha evidenziato il rischio di un peggioramento del clima a causa delle conseguenze ambientali dell’azione, sottolineando che esistono modi più rispettosi per promuovere il cambiamento. La sua dichiarazione riflette la divisione tra coloro che sostengono la causa ambientalista e quelli che ritengono che certe forme di protesta siano controproducenti.

Ambientalisti imbrattano San Marco: diritto di protestare ma anche di esigere pene per chi violi la legge

se gli attivisti hanno il diritto di protestare, i principi democratici riconoscono altresì il diritto dei cittadini a esigere che, in caso di violazione delle leggi, essi siano chiamati a rispondere secondo quanto prevede il codice. In una società basata sulla legalità, il rispetto per il diritto di manifestare le proprie opinioni deve andare di pari passo con la responsabilità di agire nel rispetto delle normative vigenti. In tal modo, si può garantire un equilibrio tra il diritto di espressione e la necessità di mantenere l’ordine e la giustizia nel contesto democratico e di diritto in cui viviamo.

Ginevra Leone

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