Aprile 25, 2024
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Il 1° marzo 1973 i Pink Floyd pubblicano The Dark Side Of The Moon, non solo uno degli album più venduti della storia del rock, ma soprattutto uno degli album più influenti e, a tratti, rivoluzionari. In questi 50 anni The Dark Side Of The Moon continua a influenzare il modo di registrare e di ascoltare la musica. Come fosse uscito oggi.

Rimasto nelle classifiche di vendita ininterrottamente fino al 1988 The Dark Side Of The Moon in 50 anni ha infranto ogni record

L’album dei Pink Floyd rimase al primo posto della graduatoria soltanto per sette giorni, ma riuscì a permanere nella Bilboard 200 Album Chard per 741 settimane consecutive. E’ ancora oggi un risultato clamoroso. Probabilmente il numero delle settimane non rende l’idea, ma in termini di tempo, stiamo parlando di 15 anni. L’album fu nella Bilboard del 1973 al 1988, quando, esattamente l’8 ottobre, abbandonò definitivamente la classifica.

The Dark Side of the Moon appare frequentemente nelle classifiche dei migliori album di sempre. Nel 1987 Rolling Stone lo collocò al 35º posto della sua Top 100 Albums of the Last 20 Years, e sedici anni dopo al 43º nella sua lista dei 500 migliori album di tutti i tempi.

L’ottavo album in studio dei Pink Floyd occupa il terzo posto nella classifica dei dischi più venduti di tutti i tempi con circa 50 milioni di copie.

The Dark Side of the Moon è tutto ciò che un capolavoro senza tempo dovrebbe essere

È un viaggio al confine tra dimensione intima e sociale. Offre ad ogni ascolto riflessioni su tematiche scomode ancora attuali a distanza di 50 anni. Brani come Time riescono a sintetizzare quella paradossale commistione di noia che tutti, più o meno intensamente, avvertiamo ogni tanto. Money, capace di raccontare quella voglia di riscatto e affermazione, e al contempo di impossibile soddisfazione e vuoto. Il tutto narrato con sonorità suggestive e psichedeliche. In fin dei conti, abbiamo sempre bisogno di qualcuno capace di comprendere, e normalizzare, la nostra interiorità, “damaged”, proprio perché umana.

Ad ogni ascolto l’album oscuro dei Pink Floyd ci sorprende

Battiti cardiaci, risate sinistre, orologi impazziti, gemiti, urla da manicomio e morbide ballate quasi sussurrate, chitarre potenti e distopiche, giri di basso cosmici, tastiere che diventavano varchi verso portali fantascientifici e suoni oltre la sfera dell’ascolto. The dark side of the moon è, a 50 anni dalla sua pubblicazione, una finestra sul subconscio di chi lo ascolta. Un tuffo tra le acque più profonde e cupe che ciascuno di noi ha.

La ritmica ti incatena, come fossero le corde che trattennero Ulisse dallo scagliarsi in mare ipnotizzato dal canto delle sirene. Le voci femminili sono melodia soave che induce a disperazione mentre disegna ghirigori ancestrali e pareti infinite. Un quadro musicale che architetta un cosmo immaginario dentro l’infinita galassia interiore dell’ascoltatore.

Ricordo il mio primo ascolto

Le mie mani che spogliavano il vinile dal suo nero vestito sacro. Me ne avevano parlato tutti come un capolavoro, ma volevo deciderlo io. Da solo. Mi resi conto subito che non mi trovavo di fronte a un ascolto ordinario di una lista di brani, ma che ero salito a bordo di qualcosa di sconosciuto, per un viaggio nel lato oscuro non solo della luna, ma anche mio.

50 anni di The Dark Side Of The Moon: capolavoro assoluto della musica moderna. Pietra miliare dei Pink Floyd

Ombre, ansie, paure. Sensazioni non definite verso un viaggio in un oceano di emozioni in grado di farti naufragare per trasformarti da uomo in marinaio. Tra i testi echeggiano continui riferimenti a quello che è, e sempre resterà, il personaggio che più ho amato e che più mi ha affascinato tra i grandi del rock: Syd Barret.

And if the cloud bursts,
thunder in your ear
you shout and no one seems to hear
and if the band you’re in
starts playing different tunes
I’ll see you on the dark side of the moon

Questa è quasi una preghiera di perdono verso l’amico e fondatore abbandonato ma mai dimenticato. Uno dei tanti messaggi nascosti custoditi in un tesoro che mai scopriremo fino in fondo. Perchè se è vero che molte volte chi vi scrive ha abbandonato questo album, allo stesso tempo non l’ho mai dimenticato, tornando da lui come un viaggiatore che naufragato in mille isole musicali diverse tornerà sempre alla sua Itaca.

E se la nuvola esplode,
fragore di tuono nel tuo orecchio
gridi e nessuno sembra sentirti
E se il gruppo di cui fai parte
comincia a suonare accordi diversi
ti vedrò sul lato oscuro della luna

Giovanni Scafoglio

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