Aprile 25, 2024
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Una tragedia immane, dentro la quale si intersecano le storie e i sogni infranti di decine di ‘disperati’ alla ricerca di una vita migliore. Ma che hanno trovato la morte, a poche decine di metri dalla libertà. Nella drammatica contabilità dei deceduti nel naufragio di Steccato di Cutro c’è anche il nome e il volto di Shahida Raza, capitano della nazionale femminile di Hockey del Pakistan.

Chintoo (era il suo alias) aveva 27 anni, era di origine hazara sciita e il club nel quale militava non era stata una scelta casuale

Chi era Shahida Raza capitano della nazionale femminile di Hockey del Pakistan morta del naufragio di migranti a Cutro

vi giocava da otto anni perché lì, nella rosa della città di Quetta, c’era chi credeva fermamente che in una squadra di calcio, nel mondo dello sport, l’integrazione delle varie etnie fosse una cosa possibile.

Era madre di una bambina, ma a quanto pare la figlia non era con lei sull’imbarcazione. La morte della giocatrice è stata confermata dalla Pakistan Hockey Federation. Shahida aveva deciso di affrontare i rischi della traversata dalla Turchia pur di scappare via dalle persecuzioni del suo paese.

Ha affrontato il viaggio stipata nella stiva assieme ad oltre 150 compagni di viaggio

lo ha fatto in condizioni disumane ma con la speranza che il sacrificio fosse ripagato dall’approdo verso una nuova vita. Purtroppo Shahida Raza capitano nazionale femminile di Hockey del Pakistan ha ‘perso’ la sua partita più importante.

Nel frattempo il giudice italiano che segue l’inchiesta ha disposto la misura cautelare in carcere per i due presunti scafisti che sono accusati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, naufragio colposo e lesioni.

“C’è il pericolo di reiterazione del reato” perché gli scafisti arrestati “hanno avuto una condotta di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”, ecco perché i due, Fami Fuat, 50enne turco e Khalid Arslan, 25enne pakistano, devono restare in carcere.

Francesca Rampazzo

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