Aprile 20, 2024
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Spesso chi combatte con una malattia fisica è, giustamente direi, ritenuto una sorta di “eroe”. Chissà, invece, quanti di noi hanno sentito le parole superficiali di chi, senza sapere né immaginare, ha giudicato “debole” chi lotta ogni singolo giorno con una malattia invisibile. Chi non ci è passato non può capire che cosa voglia dire avere un rapporto insano con il cibo, confrontarsi con la depressione, con l’ansia, o con qualche altro tipo di disturbo psicologico, sperare di non svegliarsi più quando ci si addormenta la notte, e avere, nonostante tutto ciò, il coraggio di cercare aiuto. Perché si sa che l’unico punto da cui si può partire per guarire è ammettere, innanzitutto, di aver bisogno di aiuto.

Chi affronta uno o più di questi disagi a volte non ne conosce le cause, ma spesso esse nascono da qualche nodo non sciolto del proprio passato, da situazioni rimaste irrisolte. Chi ha sofferto di depressione è spesso in grado di riconoscere il momento iniziale della propria sofferenza. Tuttavia ignora completamente quando sarà in grado di gridare “basta”, provando con tutte le forze ad uscire dalle sabbie mobili in cui è caduto; e anche arrivato a quel punto, non sa con certezza se ce la farà. Sa solo che se ne uscirà non sarà la stessa persona di prima, proprio come non lo è chi torna a casa dalla guerra.

Il deficit che affligge il nostro Paese- non è debole chi lotta con una malattia invisibile

Nel nostro Paese, il precedente governo ha provato (ma con scarse risorse economiche) a sostenere nelle spese chi necessita di sessioni di psicoterapia.

Da noi 8 persone su 10, tra coloro che hanno sofferto di un qualche disagio psicologico, non hanno potuto ricevere supporto dal settore pubblico.

In base ai dati forniti dalla Società italiana di Neuro-Psico-Farmacologia, siamo in fondo alla classifica dei paesi UE per quota di spesa sanitaria destinata alla salute mentale.

Con il periodo più devastante della pandemia l’Italia si è ritrovata in ginocchio rispetto al malessere psicologico. Ovviamente non è l’unico caso. Un’indagine pubblicata dalla rivista scientifica The Lancet rivela che nel 2020, a livello globale, l’indice di depressione è aumentato del 28% mentre i disturbi d’ansia sono cresciuti del 26%. Nonostante i dati e le evidenze, in Italia il personale del Dipartimento di salute mentale non aumenta da decenni. In più, il budget investito in questo campo resta tra i più bassi d’Europa.

All’INPS sono pervenute oltre 300mila richieste per avvalersi del bonus destinato ha chi fa richiesta di psicoterapia. Il problema è che i 25 milioni che il governo ha stanziato per questo provvedimento bastano a soddisfare poco più di 40 mila richieste. In altre parole, per mancanza di fondi, solo il 10-12% dei richiedenti potrà godere di questo beneficio. Lo stesso istituto, sulla base di ISEE e ordine di arrivo della domanda, stabilirà chi potrà beneficiarne e chi no.

La vita e il futuro dei ragazzi-non è debole chi lotta con una malattia invisibile

Pare che il 60% (più della metà) delle domande sia stato fatto da giovani sotto i 35 anni. La pandemia ha influenzato negativamente le prospettive future dei ragazzi. Secondo alcuni dati, sembra che solo il 22% dei giovani crede che il futuro possa portare qualcosa di positivo mentre il 40% ha già smesso di sperare. E cos’è la vita di un ragazzo se davanti a sé vede solo devastazione e buio pesto? Si annulla la condizione stessa dell’essere giovani, la possibilità di essere felici quando arriva il proprio turno. Non sempre gli adulti riescono a comprendere la prospettiva di un ragazzo.

Quasi tutti da bambini sperimentano il desiderio di diventare grandi in fretta, vogliono che gli altri li considerino tali il prima possibile. Ma una volta avviati all’età adulta, proprio nel momento in cui si prende consapevolezza di se stessi e del mondo, si scopre che la vita e il futuro sono poco più di un imbroglio. E chi potrebbe poi biasimarli, considerate le condizioni del mondo odierno?

Non è costruttivo sperare sempre nelle cose facili ma tutti, specialmente i ragazzi, hanno il diritto di sognare e immaginare che con sudore e fatica si possono raggiungere anche ragguardevoli obiettivi, una certa stabilità, il lavoro per cui hanno studiato, sacrificato tempo, energie e soldi.

Anestetizzarsi dall’angoscia-non è debole chi lotta con una malattia invisibile

Il report “Generazione post pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post Covid” ci fornisce altri dati: fra i giovani prevalgono sentimenti di incertezza (49%), ansia (30%), paura (15%) e pessimismo (13%). Alcuni degli intervistati hanno poi detto di aver iniziato a soffrire di ansia e depressione nella fase post Covid.

Riguardo al rifugio nella droga e nell’alcool il filosofo U. Galimberti dice: “Secondo me non lo fanno tanto per il piacere che è da imputare ad alcool e droghe (…). Penso che loro assumono queste cose come anestetico. Per anestetizzarsi dall’angoscia che viene loro quando sporgono lo sguardo sul futuro. E allora vivono nell’assoluto presente, 24 ore su 24 in presa diretta.”

Le belle iniziative

Anche alcuni personaggi famosi hanno deciso di supportare la causa del benessere psicologico e si sono mobilitati a riguardo. Fra questi, Tony Sosa, che ha avviato una raccolta fondi per aiutare il S. Raffaele nella cura dei disturbi mentali.

Nel frattempo, sebbene a volte sia necessario uno specialista, ognuno di noi può fare qualcosa, mostrandosi un vero sostegno per amici e famiglia: imparando ad ascoltare, evitando di giudicare e facendo sapere ai nostri quanto li amiamo.

Larissa Murru

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