Aprile 25, 2024
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Niente più musica sui social sui sociale di Meta. Entro 48 ore tutti i contenuti su Instagram e Facebook con all’interno materiale sotto diritto d’autore saranno rimossi o silenziati. Caso unico in Europa.

Meta, holding proprietaria di Facebook e Instagram oltre che di WhatsApp, ha comunicato di non aver raggiunto un accordo con Siae per il rinnovo della licenza sul diritto di autore, scaduto l’anno scorso

Di conseguenza, nelle prossime 48 ore un team dedicato del colosso californiano dovrebbe provvedere a rimuovere (o silenziare) tutti i contenuti (video e reels) recanti tracce del repertorio Siae (la maggior parte, per capirci, considerando che Siae, in quanto ex monopolista, è la collecting leader di mercato in Italia).

Più che una questione di soldi c’è stata una sensibile differenza d’approccio tra le due parti in causa

Dal punto di vista della Società italiana autori ed editori, non c’è stata sufficiente trasparenza nella trattativa da parte del colosso di Mark Zuckerberg: Siae avrebbe infatti chiesto a Meta di quantificare i ricavi provenienti dai contenuti con «colonna sonora» tutelata da Siae, per meglio stabilire la somma necessaria a compensare autori ed editori italiani. Ma Meta – un po’ come tutte le Big Tech – non fornisce verticalizzazioni nazionali sul proprio giro d’affari. Da qui un muro contro muro che ha portato la multinazionale alla decisione clamorosa di far saltare il banco.

L’ennesimo esempio di come le Big Tech utilizzino le regole del Far West più che rispettare le leggi

La decisione avrà un con un impatto sui reels di Facebook e Instagram, sui feed di Instagram e sulle stories di Facebook e Instagram. Su Facebook i contenuti non più disponibili verranno bloccati, mentre su Instagram i contenuti impattati verranno silenziati, a meno che gli utenti non decidano di sostituire l’audio selezionando una traccia audio disponibile sul catalogo. I brani che non rientrano nel repertorio SIAE continueranno infatti a essere disponibili nella libreria musicale di Meta. 

Va detto che qualcosa di molto simile accade da anni anche su youtube

Mogol contro Meta: “Fanno miliardi e non pagano gli artisti”

“Queste piattaforme digitali guadagnano miliardi e sono restii a pagare qualcosa agli autori, che vivono di diritti”. Lo dice Giulio Rapetti in arte Mogol alla presentazione dell’album ‘Capolavori Nascosti’ sul mancato accordo tra Siae e Meta. “E’ una battaglia giusta quella che facciamo a tutela degli artisti, è una battaglia sacra – ha aggiunto l’ex presidente della Siae -. Il copyright è stato approvato alla Camera e al Senato ed è fermo da 7-8 mesi ai decreti attuativi, è tutto fermo e non riusciamo a capire perché, se non si sblocca è una battaglia che abbiamo perso”.

Ginevra Leone

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