Ottobre 10, 2024
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Le statistiche sono spietate ma essenziali per comprendere l’entità di una problematica sociale che persiste, nonostante alcuni tendano a minimizzarla: 120 donne uccise nel 2023. Oltre la metà di questi atti violenti sono stati perpetrati da partner o ex compagni. Il rapporto del Viminale rileva anche un dato allarmante relativo alle violenze in famiglia: un quarto delle uccisioni è riconducibile ai rapporti genitori/figli, con una prevalenza di figli maschi come autori del gesto estremo.

L’urlo interrotto di 120 donne uccise nel 2023

L’urlo soffocato di 120 donne risuona nelle statistiche inquietanti di quest’anno, evidenziando una battaglia in corso contro la violenza di genere in Italia. Il rapporto del Viminale rivela che quasi la metà di queste donne sono state uccise da chi un tempo professava amore: partner o ex. Sebbene il tasso di femminicidio mostri un lieve calo del 6%, la lotta è tutt’altro che finita.

Tra le pareti domestiche, i conflitti sfociano troppo spesso in tragedie irreparabili. Il rapporto annuale del Viminale ci mostra che in un quarto dei casi, i figli diventano carnefici delle proprie madri, con un preoccupante 89% di episodi attribuiti a figli maschi. È un dato che mette in luce l’urgente necessità di interventi educativi e psicologici all’interno delle famiglie.

La resilienza attraverso lo sport

La collaborazione con la Lega Pallavolo Serie A Femminile introduce un raggio di speranza e dimostra l’importanza dello sport come strumento di promozione della parità e lotta contro la violenza. Attraverso le testimonianze di giovani atlete, si evidenzia il ruolo dello sport nell’empowerment femminile e nella costruzione di una società più giusta e inclusiva.

Crescita delle violenze sessuali: un campanello d’allarme

Nonostante un calo dei maltrattamenti familiari e degli atti persecutori, il rapporto segnala un’inversione di tendenza per quanto riguarda le violenze sessuali. Questo incremento, interpretato come l’emergere di un problema a lungo sommerso, potrebbe essere indicativo di una maggiore consapevolezza e propensione alla denuncia da parte delle vittime.

Codice rosso: un passo avanti nella protezione delle vittime

Il “codice rosso”, introdotto per accelerare le procedure in casi di violenza domestica e stalking, registra un aumento significativo sia nelle segnalazioni che nell’applicazione. Questo segnale positivo è interpretato come un miglioramento nella risposta istituzionale e un segno di maggiore fiducia nel sistema di giustizia da parte delle vittime.

Sebbene il cammino sia ancora lungo e irto di ostacoli, la luce della consapevolezza e dell’impegno civile si fa strada nell’oscurità del silenzio. Il rapporto del Viminale non solo mette in evidenza le sfide attuali, ma sollecita tutti, istituzioni e cittadini, a un’azione congiunta e risoluta per cambiare il corso di questa storia di violenza.

Cristina Ferrari

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