Aprile 19, 2024
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“Jago, Banksy, TvBoy e altre storie controcorrente” è un percorso che offre al visitatore una tripla monografica attraverso sessanta opere, tra le più significative di ciascuno di loro. Non è cosa da poco, soprattutto quando si tratta di Banksy che spesso viene usato come specchietto per le allodole dai curatori italiani. Ecco, non è questo il caso.

Banksy, Jago e Tvboy quando comunicare diventa arte

La mostra di Palazzo Albergati viene in contro a una forte esigenza, una sorta di bisogno diffuso: poter ammirare autori che abbiano dimostrato di saper comunicare, dando letture ben leggibili della realtà.

Ed è esattamente cià che accade in questa mostra dove troviamo esposte alcune delle opere più significative dei tre artisti. E’ il caso di Girl with Baloon a Bomb Love di Banksy; Apparato circolatorio e Memoria di sé di Jago; la serie dei baci e quella degli eroi di TvBoy, oltre a pezzi iconici dell’artista come la coppia “modernizzata” che ha dato vita alla enorme opera che dà il benvenuto all’aeroporto di Roma Fiumicino oppure il Gino Strada con il cartello “stop war” comparso una notte di qualche mese fa sui muri di Milano.

I tre percorsi della mostra: Jago

Usare il digitale per condividere con i giovani la propria energia creativa, step by step, sovvertendo il modello classico di fruizione dell’arte in Italia. È il carattere distintivo di Jago, lo scultore italiano amato dalla generazione Z e conosciuto a livello internazionale come “The Social Artist”.

I suoi account social contano numeri da rockstar. Appassionati che restano incollate allo schermo ad ogni sua diretta social e alle quali riesce a trasmettere l’amore per l’arte con un linguaggio classico ma veicolato attraverso i loro stessi canali di comunicazione.

Banksy

Banksy è geniale. Banksy è irriverente, ironico, pungente, dissacrante. Banksy è dappertutto. A Londra, a Los Angeles, nella striscia di Gaza. Colpisce dritto al cuore dei problemi. Cancella l’ipocrisia e l’indifferenza con uno spruzzo di vernice. Qualcuno la chiama “guerrilla art”, per altri è un imbrattamuri come tanti. Politicamente attivo, antibushista e antiautoritario, va bene, ma sempre un imbrattamuri resta.

L’identità del più famoso graffittaro al mondo è nascosta da uno pseudonimo, Banksy appunto, anche se molte sono le leggende metropolitane sul suo conto. L’unica cosa certa è che le sue creazioni sono entrate nell’immaginario collettivo a livello planetario.

Jago, Banksy, TvBoy, tre grandi interpreti del mondo contemporaneo riuniti in un'inedita mostra a Palazzo Albergati, Bologna.

TvBoy

TVBOY è uno degli street artist più popolari in Italia. Lo è perché con le sue opere racconta la cronaca di tutti i giorni. Lo fa attingendo dalla politica, ai suoi scenari e ai suoi protagonisti. Le sue opere hanno spesso evidenziato con grande eloquenza e potenza espressiva i momenti cardine della vita del nostro paese, sempre con una profonda efficacia comunicativa ed una ironia ai limiti della satira.

I riferimenti culturali di TVBOY sono da ricercare nel bombardamento televisivo che la generazione nata negli anni ‘80 ha subìto e sul quale lui, giocando su questo concetto fin dal nome, invita a riflettere. TVBOY ha fatto della contaminazione un percorso nitido e divertente e ha conquistato una libertà che gli permette un vasto vocabolario creativo.

Quarta sezione – Dall’anonimato al reale, nuovi concetti spaziali, ma senza limiti

Questa sezione mette insieme il sacro e il profano, giovanissime promesse e riconosciuti maestri,
classicismo e sovversione: dall’anonimato al reale, nuovi concetti spaziali, ma senza limiti.

Un percorso molto interessante che si conclude con un’immagine che non ha bisogno di presentazioni: tutto è speranza, Hope appunto, la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam realizzata da Obey che renderà memorabile la vittoria di Barack Obama, il primo afroamericano a ricoprire la carica di Presidente degli Stati Uniti d’America.

Un motivo extra per visitare la mostra dedicata a Jago, Banksy e TvBoyè è “I must not write all over the walls” (“Non devo scrivere sui muri”)

Qui Banksy firma la sigla che introduce alla vita quotidiana della famiglia di Springfield milioni di telespettatori. Ma rispetta fino a un certo punto il copione che si ripete da anni sempre uguale (cambiano i dettagli, ma non la sequenza). E dopo aver fatto accomodare Homer, Marge e figli sul divano di casa, davanti alla tv, trascina tutti in un mondo grigio e sotterraneo.

Ma per scoprirlo dovrete visitare la mostra

Giovanni Scafoglio

Sede
Palazzo Albergati, Via Saragozza, 28.
Date al pubblico: 11 novembre 2022 – 07 maggio 2023

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