Dopo giorni di tensione e speculazioni sul possibile golpe orchestrato dalla Wagner, il tentativo di ribellione si è fermato senza spargimento di sangue a soli 200 km da Mosca. Ciò che sembrava essere un’operazione concreta per rovesciare l’establishment russo si è concluso con un fallimento apparente. Di fatto, non potremmo essere lontani dal vero scrivendo che, forse, Il mancato Golpe in Russia ha rafforzato Putin.
La lunga marcia dei mercenari della Wagner verso Mosca si è fermata a 200 km dalla capitale russa
Per tutta la giornata di ieri la comunità internazionale è stata con il fiato sospeso, tra dichiarazioni al vetriolo e avanzamenti sul campo che hanno fatto credere di essere di fronte all’inizio della fine del regime di Vladimir Putin.
Sebbene le circostanze precise che hanno portato al fallimento del colpo di Stato non siano ancora chiare, alcuni analisti suggeriscono che il tentativo di ribellione potrebbe non aver avuto un sostegno sufficiente all’interno delle forze armate e dei settori chiave del governo. Altri ipotizzano che il Cremlino abbia adottato misure preventive per neutralizzare la minaccia, eliminando potenziali sostenitori del colpo di Stato.
Oggi i media nazionali commentano praticamente tutti allo stesso modo: Putin è il grande sconfitto. Ma ne siamo proprio sicuri?
Molti giornali e commentatori di oggi sostengono che Putin sia stato il grande sconfitto. Affermano che il re è nudo e che i suoi giorni siano finiti, mentre i suoi oligarchi sono in fuga. È interessante notare che questi stessi analisti, all’inizio della guerra, davano poche settimane di vita all’Ucraina, ma sono stati smentiti dai fatti. Inoltre, sono gli stessi “esperti” che in seguito parlavano di un Putin malato, con un cancro in stato terminale, suggerendo che il presidente russo fosse impaurito dal COVID-19 e rinchiuso in un bunker, e addirittura in una specie di gabbia. Tuttavia, le prove ci dicono che anche queste supposizioni erano false.
Ma cosa scrivono i principali media italiani?
Per il Fatto Quotidiano: “Putin indebolito dal tentato golpe di Prigozhin”. Poi continua: “Putin finito”, ‘Prigozhin venduto’, ‘vile diserzione’: il golpe nelle parole degli analisti russi. Che concordano: nulla sarà più come prima. “Putin umiliato davanti al mondo” secondo La Nuova Padania.
E ancora: “Putin non è più zar, il presidente mai così debole”. Enrico Mentana sui suoi social ha utilizzato l’immagine di una figura mitica: “Il Golem Progozhin si è rivoltato contro il suo creatore, nel momento in cui ha capito che stava per essere ‘normalizzato’ dai capi delle forze armate”. Per FanPage: “La rivoluzione inizia adesso”.
E se invece il golpe avesse rafforzato lo Zar?
Come mai nessun giornale evidenzia come di fatto le truppe speciali della Wagner non siano state seguite dai regolari. Ne tanto meno dal popolo. Come mai nessuno si fa le seguenti domande:
- Consolidazione del potere di Putin: Non riuscendo a rovesciare il governo di Putin, l’episodio potrebbe rafforzare la sua figura come leader stabile e resistente. Potrebbe presentarsi come l’uomo forte che ha respinto un tentativo di colpo di stato, aumentando la sua popolarità e il sostegno interno.
- Riduzione della fiducia nei confronti della Wagner: Se i mercenari della Wagner si sono ribellati, potrebbe verificarsi una diminuzione della fiducia nei confronti di questa organizzazione di mercenari e di tutte le entità o governi che potrebbero sostenerla. Ciò potrebbe portare a una maggiore attenzione e controllo su gruppi paramilitari simili, sia all’interno della Russia che a livello internazionale.
- Incremento del controllo governativo: Dopo un tentativo di colpo di stato, il governo russo potrebbe rafforzare le sue misure di controllo e sicurezza interna. Ci potrebbero essere ulteriori restrizioni sulla libertà di espressione, limitazioni dei diritti civili e un aumento della sorveglianza per prevenire futuri tentativi di destabilizzazione.
Per Nicolai Linin, scrittore russo naturalizzato italiano, grande esperto di storia e politica russa, Putin utilizzerà questo mancato golpe a suo favore.
Per Cecilia Sala, giornalista italiana, in questo momento nel Donbass, questo mancato golpe potrebbe essere sfruttato con astuzia dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky per una controffensiva.
A chi legge e avrà memoria l’arduo giudizio
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