Aprile 26, 2024
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Fratture è un progetto che parla di ognuno di noi. Parla della solitudine, della paura, dell’allontanamento che tutti noi abbiamo provato durante il periodo della pandemia. Parla dell’esatto momento in cui qualcosa dentro di noi si è rotto, come una frattura che ci ha colto di improvviso. Una frattura mai provata prima. Per materializzare queste fratture sono stati realizzati degli scatti fotografici a dei vasi di fiori nel momento in cui vengono colpiti da delle biglie, generando degli scatti unici.

Fratture è stato ideato da Paolo Diani, fotografo professionista da oltre 30 anni e fotografo del libro “Dario Fo – Maestro dei Pennelli” sempre per Il Randagio Edizioni. Paolo è fotografo di professione e per diletto sperimenta e si diverte a mischiare tecniche moderne con tecniche antiche. Noi di Eco Randagio lo abbiamo intervistato per capire meglio Fratture.

Paolo, com’è nata l’idea di Fratture?

“È stato prima un processo mentale: all’inizio con dei flash che passavano poi tornavano e poi la fotografia si è materializzata nella mia testa. Volevo cristallizzare il momento dell’esplosione. Inizialmente ho pensato alle donne e a tutti i casi di violenza drammaticamente aumentati durante la pandemia. Da qui l’idea del vaso come metafora femminile, i fiori come sinonimo di delicatezza e la scelta del colore rosso che rappresenta il sangue. Poi il concetto di violenza è stato ampliato dalla violenza fisica a quella psicologica e da lì che il concetto di “fratture” potesse essere applicabile a ognuno di noi. Ho creato un sistema per catturare il momento della rottura. Ho utilizzato il concetto artistico dell’assenza del colore se non il rosso del sangue. Da una parte ho cercato di togliere il non necessario. Cerco di arrivare alla forma, all’essenziale, all’idea.”

Come si fotografa l’esatto istante in cui un vaso si frattura? Che attrezzature hai utilizzato?

“In commercio ci sono dei sensori. Ho fatto vari test ma non ero contento, perché non hanno la precisione dovuta. Per cui ho deciso di ripartire da zero e riprogettare tutto. Abbiamo usato elementi elettronici che si usano soltanto nelle aziende chimiche in quanto più precise. C’è stata una ricerca, un divenire, è stato molto artigianale. La pallina avrebbe avuto la stessa velocità e traiettoria a ogni scatto. Bisognava calcolare il momento esatto dell’impatto col vaso. Ci voleva una scheda elettronica programmata da un computer e ho chiesto una mano a chi ne sapeva più di me.

Una volta montato tutto, il cannone auto costruito veniva caricato di aria compressa, si dava il via al computer che faceva aprire la valvola del cannone, la biglia veniva sparata e tot millisecondi dopo la macchina fotografica scattava. Non abbiamo sbagliato neanche una foto, ma c’è voluto un mese di test per arrivare a questa perfezione. Abbiamo rotto diverse bottiglie e lampadine all’inizio. Mi ricordo che andavo a rubare dal bidone del vetro del bar accanto! Inoltre, dopo ogni scatto c’era da ripulire il set perché l’impatto faceva schizzare la salsa di pomodoro dappertutto. C’era un bel lavoro fra uno scatto e l’altro.”

Fratture: intervista al fotografo e ideatore Paolo Diani

È stato un progetto difficile?

“Nessun progetto è difficile. Se hai in mente una cosa, la programmi e la fai. Non avendo una deadline, un cliente a cui rispondere non avevo fretta, mi sono preso il tempo necessario. Ci abbiamo messo circa 9 mesi, da febbraio a novembre del 2020. E alla fine sono arrivato alla foto che avevo in testa. Sono contento.”

Ci sarà anche una mostra di Fratture a Cesena e poi “l’opera d’arte finale”

“Sì, esatto. Il 3 dicembre 2022 a partire dalle 18.30 in Piazza del Popolo a Cesena ci sarà l’inaugurazione della mostra fotografica dedicata al progetto Fratture. Cesena è la mia città, non potevo non esporre questo progetto a casa mia. La cosa è piaciuta molto e mi hanno già chiesto di portare la mostra anche a Sorbolo. Un domani spero di portala anche in altre città.

L’opera d’arte finale sarà costruita dai bambini. I cocci dei vasi rotti sono stati messi da parte e verranno utilizzati dai bambini che avranno visitato le mostre per costruire un’opera d’arte collettiva. L’idea di tenere i cocci rotti e darli ai bambini è per me un finale a lieto fine. Per spiegare che da una frattura può nascere una nuova forma di bellezza e contribuire tutti insieme a rinascere migliori di prima.”

Questo è il tuo primo libro, giusto?

“Sì, finora non avevo mai pensato di pubblicare un libro. Finivo un lavoro e partivo subito con quello dopo. Poi appunto durante il lockdown queste fotografie si sono materializzate nella mia mente diventando “Fratture”. Ho potuto giocare, sparare e prendermi del tempo per realizzare un progetto di cui oggi sono molto contento.”

Fratture: intervista al fotografo e ideatore Paolo Diani – Paolo vede il primo scatto

Il progetto Fratture è stato lanciato sulla piattaforma di crowdfunding Ginger dove ha raggiunto l’obiettivo del 130% in soli 15 giorni. Il libro sarà disponibile sul sito Il Randagio Edizioni e Amazon fino a esaurimento. La mostra Fratture sarà visitabile dal 3 dicembre 2022 al 6 gennaio 2023 con ingresso gratuito.

Francesca Bazzoni

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