Ho questo ricordo di Nanda, fisso nella mia mente. Ero un giovane pieno di arroganza e presunzione, convinto che il mio essere un chitarrista rock e la lettura di certi libri mi conferisse una superiorità nei confronti della “marmaglia” che si dilettava con la musica pop, la letteratura di massa e nel rap. Tuttavia, nutrivo un profondo affetto e infinita stima per Fernanda Pivano.
Mi affascinava la sua storia e il fatto che grazie a lei avessi scoperto autori come Hemingway e opere come Spoon River, ma anche personaggi come De André e Kerouac
Nanda, una figura femminile in un mondo prevalentemente dominato dagli uomini, in cui, al massimo, una giovane di buona cultura e dal bell’aspetto poteva aspirare a diventare segretaria. Decisi di suonare al campanello della sua abitazione, portando con me i miei scritti e la mia musica, sotto forma di una demo registrata su cassetta. Lei aprì la porta e, in quel momento, sentii la mia sicurezza vacillare come uno studente impacciato.
Tuttavia, fui accolto con gentilezza. Nanda prese i miei fogli e le mie audiocassette e le sistemò con cura su un tavolino. Iniziammo a parlare e, durante la conversazione, mi lasciò spazio per esprimere i miei pensieri e le mie idee, dimostrando una genuina volontà di ascolto. Questo fu il primo insegnamento che trassi da lei: l’importanza di ascoltare, soprattutto le voci giovani.
“L’era del rock è passata,” affermò con calma
“Ti consiglierei di tagliare quei capelli e di dedicare più tempo ad ascoltare la musica che proviene dalla tua periferia. Dalle periferie. Quali nuovi linguaggi stanno emergendo? Il rock, ormai, è un capitolo concluso. Le periferie parlano il linguaggio del rap, rappresentando i nuovi portatori di stili artistici innovativi.” I nuovi poeti si esprimeranno tramite la rap.
Ascoltai attentamente, affascinato e, al tempo stesso, un po’ intimidito. Mi regalò un vinile di Lorenzo come segno del suo apprezzamento. Ogni epoca possiede i propri codici comunicativi, il proprio linguaggio, e ogni forma d’arte si fonda su nuovi canoni distinti.
Che donna straordinaria è stata Fernanda Pivano
sempre più dimenticata in un mondo ancora intriso di maschilismo e sessismo, specialmente nei settori dell’editoria e dell’ambiente accademico. Ha subito snobismo da parte di coloro che, ieri, non riuscirono a cogliere le sue intuizioni, ed è stata dimenticata da molti artisti che prima che divenisse scomoda le giravano in torno sorridendole.
Questa ingiusta negligenza emerge tanto nel periodo in cui venne ingiustamente esclusa dalla Rai quanto oggi, in occasione dell’ennesimo anniversario della sua scomparsa, che passa praticamente inosservato.
Nanda giocò un ruolo cruciale nello sviluppo artistico di De André. Nanda aveva un rapporto così intimo con Hemingway da poterlo chiamare affettuosamente “Papi.” È stata Nanda a scoprire l’America nuovamente dopo Colombo e a condividere i suoi frutti con noi.
Uno dei motivi di tristezza che più mi colpisce è che persino le donne sembrano aver dimenticato Fernanda Pivano
comprese le femministe. Eppure, indiscutibilmente, lei continua a rappresentare oggi un modello di ispirazione al quale ogni giovane donna dovrebbe guardare con ammirazione. Basta consultare la famigerata wikipedia o una qualsiasi enciclopedia per rendersi conto come ancora oggi la sua figura venga sminuita volutamente.
Fernanda Pivano, oltre trent’anni fa, riuscì a impartire una preziosa lezione di umiltà a un giovane e grezzo ragazzo, insegnandogli cosa significhi l’ascolto, l’arte, la poesia e l’umiltà dell’ascolto.
Ancora oggi, le lezioni che ho appreso in quel lontano pomeriggio degli anni ’90 costituiscono il fulcro attorno al quale ruotano molte delle mie convinzioni e delle mie scelte di vita e del mio desiderio di confrontarmi con le nuove generazioni come loro alleato e mai giudice.
“E davvero agli inizi era eroico sostenere gli scrittori americani – anche Mark Twain, anche Faulkner – quando nessuno qui ne voleva sapere perché la loro base ideologica era il pragmatismo, e in Italia o non lo conoscevano o non lo accettavano. È stato riassunto con molta poesia da Fitzgerald nella frase: “il personaggio è l’azione, l’azione è il personaggio”. Invece nei romanzi europei il personaggio è pensiero, però poi il pensiero non è personaggio. E allora vengono fuori elucubrazioni, ragionamenti, fantasie dove il personaggio non ha una sua consistenza reale.“
“Napoli è l’unica vera capitale d’Italia, avendo conservato splendori e miserie dell’impero spagnolo. Questo è l’unico posto al mondo dove gli aristocratici possono ancora fare i funerali col tiro a 8 di cavalli infiocchettati. Dove convivono la miseria disperata di Spaccanapoli e la sofisticazione disperata delle case degli aristocratici, capaci di affrontare così bene il ridicolo di quei fiocchetti sui cavalli ai funerali.”
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