Ottobre 10, 2024
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Un cartone animato su Gabriele D’Annunzio. È la proposta lanciata da Giampaolo Rossi, il nuovo direttore generale della Rai, alla sua prima uscita pubblica dopo la nomina. E’ bastata questa dichiarazione per far urlare il mondo dei social all’ennesimo allarme al fascismo. Eppure da anni gli storici sono concordi nell’aver sdoganato il vate dall’essere fascista. Ma l’onta rimane. Così come per Dante (sic), Pasolini tirati per la giacca da una destra a corto di intellettuali. Ma volendo l’equazione è completamente diversa: D’Annunzio non era fascista. Era il fascismo a essere d’annunziano.

È un errore storico definire Gabriele D’Annunzio un fascista, poiché la sua figura e le sue idee erano presenti molto prima che Mussolini arrivasse al potere e rivoluzionasse l’Italia

La domanda se D’Annunzio fosse fascista ha più senso per la generazione successiva che si è formata nel clima del fascismo, mentre per D’Annunzio bisogna piuttosto chiedersi fino a che punto abbia influenzato la formazione dell’ideologia fascista.

D’Annunzio era un personaggio unico, con una poetica e una visione del mondo che contenevano elementi fondamentali che sarebbero emersi successivamente nell’ideologia fascista. Prima che Mussolini elaborasse un programma capace di confrontarsi con la realtà concreta, gli elementi essenziali dell’ideologia fascista erano già presenti nella poetica e nella visione del mondo di D’Annunzio. L’influenza del Vate nell’ambiente in formazione del fascismo è stata preponderante.

Come sottolineato nella prefazione di Claudio Siniscalchi al libro di Maurizio Murelli, “D’Annunzio politico nell’impresa fiumana di Nino Daniele”, la politica di D’Annunzio si trasformava in una “liturgia secolare”, in una “religione politica”.

D’Annunzio era considerato il profeta della nazione, il sommo sacerdote di una religione della patria, mistica e popolare. Durante i sedici mesi in cui governò la città di Fiume (dal settembre 1919 al gennaio 1921), D’Annunzio favorì la nascita di questo nuovo stile politico.

D’Annunzio non era fascista. Era il fascismo a essere d’annunziano

Tale affermazione nasce dall’influenza di D’Annunzio nell’ambiente che avrebbe dato vita al fascismo. Una influenza significativa. Le sue idee e il suo stile politico hanno preparato il terreno per il fascismo, trasmettendo elementi che sarebbero stati successivamente sviluppati da Mussolini. Pertanto, è più corretto considerare D’Annunzio come una figura che ha contribuito all’emergere del fascismo, piuttosto che definirlo direttamente come un fascista.

Abbiamo il dovere di difendere i grandi come D’Annunzio, Dante o Pasolini dal tentativo di appropriazione delle destre ma anche dalla Cancel Culture e dal politicamente corretto

Preservare la figura di Gabriele D’Annunzio e l’impresa di Fiume dal pericolo della cancel culture e del politicamente corretto è essenziale. Mentre dobbiamo analizzare criticamente il passato, non possiamo negare o cancellare parti importanti della nostra storia. Dobbiamo trovare un equilibrio tra la comprensione critica e la valorizzazione dell’eredità culturale, in modo da evitare la distorsione o l’eliminazione selettiva delle figure storiche. Solo attraverso un dialogo aperto e una visione completa della storia possiamo trarre insegnamenti significativi e preservare la verità storica per il futuro.

Giovanni Scafoglio

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