Aprile 27, 2024
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Nel mondo un bambino su 5 vive in un teatro di guerra. Sono 45 milioni i bambini che rischiano, letteralmente, di morire di fame. Si stima che 250.000 bambini siano coinvolti in conflitti in tutto il mondo come soldati, bambini al di sotto dei 5 anni.  650 milioni di bambine, ad oggi sono state date in sposa. Si stima che ogni 4,4 secondi muoia un bambino. Ma tutto ciò non vi impedirà si sentirvi più buoni a Natale.

Le festività legate al Natale, un periodo tradizionalmente associato alla gioia e all’unione familiare, ma anche al “sentirsi pervasi di uno spirito natalizio un po’ buonista” che serve a pulirsi la coscienza e sentirsi buoni e migliori, almeno una volta all’anno

Quindi si sceglie una causa, magari di moda, e si decide di prendere quella parte, quasi come fosse una partita di calcio. Come se quella parte di mondo fosse il mondo tutto. Come se, abbracciando una causa, si potesse risolvere ogni cosa. Ma in realtà c’è tutto un mondo di sofferenza che non vogliamo vedere, che non vogliamo ascoltare, che non vogliamo guardare poiché facendolo, probabilmente non saremmo più in grado di essere “ipocritamente” felici e soprattutto, non potremmo evitare di accettare che se siamo al caldo, con i nostri confort, è perché ci sono milioni di bambini nel mondo che pagano il prezzo del benessere nel quale viviamo. E per bambini, intendo creature che spesso non hanno ancora compiuto i 5 anni.

45 milioni di bambini rischiano, letteralmente, di morire di fame

Ad oggi oltre 13,5 milioni di bambine e bambini con meno di 5 anni sono in pericolo di vita a causa della malnutrizione acuta e grave. Nel 2021, 45,4 milioni di bambini sotto i 5 anni erano gravemente malnutriti, numero che entro la fine del 2023, si stima possa arrivare a 59 milioni. In un mondo dove abbondanza e spreco convivono con la crisi e la privazione, fino a 345 milioni di persone si trovano in una situazione disperata: privi di accesso a cibo adeguato, le loro vite e i mezzi di sussistenza pendono a un filo. Questo numero allarmante, cresciuto di oltre il 150% dal 2019, dipinge un quadro di fame globale senza precedenti, un’ombra scura che si allunga sull’umanità. Nel settembre 2015, 193 leader mondiali sottoscrissero un impegno per il raggiungimento di 17 obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile. Il secondo obiettivo intendeva, entro il 2030, porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare e migliorare la nutrizione, promuovendo l’agricoltura sostenibile.  Tutte queste promesse si sono rivelate chiacchiere. Baracconate di politici iprocriti e corrotti.

Si stima che 250.000 bambini siano coinvolti in conflitti in tutto il mondo. Sono oltre un miliardo i bambini che vivono in teatri di guerra

Sono usati come combattenti, messaggeri, spie, facchini, cuochi, e le ragazze, in particolare, sono costrette a prestare servizi sessuali, privandole dei loro diritti e dell’infanzia. Oltre un miliardo di bambini vivono in 42 paesi colpiti, tra il 2002 e oggi, da violenti conflitti. Non ci sono dati attendibili sul numero dei bambini associati a forze armate, ma oltre 100.000 bambini sono stati smobilitati e reintegrati dal 1998.

Sono 18 i Paesi nei quali, dal 2016 ad oggi, è stato documentato l’impiego di bambini soldato in conflitti armati: Afghanistan, Camerun, Colombia, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, India, Iraq, Mali, Myanmar, Nigeria, Libia, Filippine, Pakistan, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Siria e Yemen.

Sono 650 milioni oggi nel mondo le donne che sono state date in sposa da bambine 

riportano i dati Unicef, circa la metà di questi matrimoni precoci sono avvenuti in Bangladesh, Brasile, Etiopia, India e Nigeria. Sono 100 milioni le bambine da qui al 2030 nel corso che andranno in spose prima di raggiungere i 16 anni. Nel tempo in diversi Paesi è stata introdotta una legislazione che vieta di contrarre matrimonio prima dei 18 anni anche se usi e costumi ancora prevalgono. Negli ultimi 10 anni la percentuale di ragazze costrette al matrimonio da bambine è diminuita del 15% e questo corrisponde a 25 milioni di matrimoni evitati.

Nel 2021, secondo le Nazioni Unite, è morto un bambino ogni 4,4 secondi

Solo nel 2021 sono morti cinque milioni bambini con meno di cinque anni e più di due milioni nella fascia 5-24 anni. A questi si aggiungono quasi due milioni di nati morti, per una cifra complessiva intorno ai nove milioni. Nella maggior parte dei casi si tratta di morti che potevano essere evitate con l’accesso a cure di qualità.

I paesi più pericolosi per i bambini

Afghanistan, Iraq, Mali, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo (DRC), Somalia, Sud Sudan, Siria e Yemen restano i dieci paesi in cui si sono verificate il maggior numero di violazioni gravi sui bambini. La Siria è particolarmente pericolosa: il 99% dei bambini vive in zone esposte al conflitto con un altissimo numero di gravi violazioni.  Il conflitto sta peggiorando anche per i bambini che vivono in Afghanistan, Somalia e Nigeria, che rispettivamente hanno il maggior numero di uccisioni e mutilazioni, violenze sessuali, reclutamento e uso di bambini da parte di forze armate o gruppi armati.

In pratica nel mondo 1 bambino su 5 vive in zone di guerra, ma i media ci raccontano solo i conflitti relativi alla guerra in Ucraina e di quelli relativi al conflitto tra Israele ed Hamas. Fateci caso, quante volte nel corso del 2023 avete ascoltato o letto anche solo una notizia riguardante Afghanistan, Iraq, Mali, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sud Sudan, Siria e Yemen? Chiedetevi perché. Forse il motivo è che non sono strumentalizzabili ai fini propagandistici?

La verità è che dei milioni di bambini a rischio di vita non frega un cazzo a nessuno

Chi vi scrive ha quasi 200.000 follower sui propri social con migliaia di like a post e decine di migliaia di lettori per ogni post. Perché scrivo ciò? Perché se, oggi, il giorno di Natale, avessi pubblicato la foto di una pietanza natalizia o di un panettone avrei ricevuto più attenzione di quanto ne riceverà questo articolo. Posso giocarmi la macchina che riceverà una manciata ridicola di visualizzazioni. Questo perché, al di la commentare l’argomento di moda, che siano i bimbi sotto i bombardamenti a Gaza, di scannarvi tra pro Russia e pro Ucraina (come fosse una partita di calcio) e ricordarvi ogni tanto delle rivolte delle eroiche donne israeliane, alla fine, della sorte dei bambini, di tutti i bambini, non frega un cazzo a nessuno; e anzi, i quasi 60 milioni di bambini in pericolo di vita fanno comodo a tutti, perché sono il prezzo da pagare affinché le nostre pance rimangano piene, al caldo e illuminate da meravigliose lucine festive.

Buon Natale!

Giovanni Scafoglio

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