Aprile 25, 2024
A ECORANDAGIO ospitiamo e formiamo i giornalisti di domani

Quanto è triste leggere e ascoltare storie di giovani ragazzi spenti dalla noia? É vero, non abbiamo la possibilità di vivere dei giorni “normali”. Le nostre abitudini sono state messe in pausa da un’emergenza che ci obbliga a stare lontani dagli altri. Passiamo gran parte del nostro tempo a casa, davanti agli schermi. Persino il rapporto con i nostri familiari, a tratti, diviene  insostenibile. Per un nonnulla si finisce per litigare e urlarsi contro. Stare tante ore tra le mura domestiche non aiuta e a volte si arriva ad una condizione limite. La pressione psicologica a cui si è sottoposti è inevitabile. Ciò nonostante, spetta solo a noi combattere l’assuefazione alla solitudine.

Certo, c’è chi riesce ad affrontare questo distanziamento sociale con maggiore forza, chi con maggiore debolezza. Il modo di reagire, è senz’altro riconducibile alla propria personalità, ma nel caso dei giovani, il carattere è ancora in una fase di costruzione. Ecco perché. per gli adolescenti è complesso accettare di dover “reinviare” la propria vita. Si, perché proprio loro vivono un momento di transizione. Un momento in cui dovrebbero sentirsi liberi di evadere ed esplorare. Liberi di uscire con i propri amici e di provare le prime esperienze senza l’occhio vigile dei genitori.

L’età adolescenziale è da sempre difficile da gestire. Ma è anche un’età di rinascita e di esplosione. Per i genitori è dura dover accettare questo stato di “repressione” che vivono i loro figli. Soffrono nel vederli chiusi in una camera e spenti nel loro silenzio. Quante cose potrebbero fare? Quanti amici potrebbero abbracciare? Quante sbronze e quanti amori potrebbero vivere? Ed, invece, il mondo lì fuori è fermo. E anche l’anima di questi ragazzi rischia di spegnersi. 

Nei primi tempi dell’emergenza sanitaria, vivere in solitudine o comunque più a stretto contatto con la propria famiglia, è stato quasi catartico. Adesso però, si è tutti più stanchi. Tutti più bramosi di una vita normale. Qualcosa dentro di noi, ci stringe il petto. Si teme l’assuefazione a questo stato di isolamento dal resto mondo. Che per quanto – talvolta – possa far bene, adesso ci sta allontanando dalla bellezza dell’incontro.

Ed una vita senza la scoperta dell’incontro è piatta. Anche la solitudine ha bisogno dell’Altro per poter essere vissuta appieno. Altrimenti, su cosa è possibile riflettere, se il mondo fuori non “accade”? 

Combattere l’abitudine alla solitudine attraverso le passioni e la speranza

L’ovvietà di rifugiarsi in un angolo della propria casa, ora diventa ingombrante. Perché troppi sono i giovani che rischiano di smarrire l’entusiasmo e la poesia della vita. Serve che tutti noi insistiamo sulla possibilità dell’unione e della socializzazione. Non importa tra quanto potremo stringerci l’uno con l’altro. Serve credere nel ritorno. Il ritorno della normalità e delle nostre vere abitudini. Serve sperare, senza stare fermi ad aspettare lo scorrere del tempo.

Il tempo non aspetta nessuno!

Assopire il proprio animo non può essere contemplato come routine. Piuttosto, bisogna contemplare la speranza. Quella che ci tieni vivi, quella che ci fa credere in giorni migliori.

La proattività psicologica è un passo fondamentale per riuscire a vivere questo periodo con ottimismo. Se si considerano solo le variabili negative, se si guarda solo al brutto, il bello non arriverà mai. 

Il bello esiste, ma bisogna stringere i denti e non lasciare mai che le esperienze negative ci spengano. Perché questo accada, è fondamentale circondarsi di rapporti affettivi gratificanti. Ed infatti, lo psichiatra francese Boris Cyrulnik, sostiene che nel superare le esperienze traumatiche, il sostegno morale di una persona è un fattore più che determinante. 

Ragion per cui, bisogna esortare i ragazzi a parlare, a riempire le ore di creatività. Occorre incoraggiare loro verso la coltivazione delle passioni e se dicono di non averne, non credetegli. Tutti abbiamo una passione che merita di essere scovata e curata. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a riporre più fiducia in noi stessi. 

Nessuno deve abbandonarsi all’apatia. Né crogiolarsi in un’insana solitudine. 

Piuttosto, esplorate il mondo. E anche se ora non è possibile spostarsi da un luogo all’altro, spostate la vostra anima. I luoghi non sono solo quelli fisici. Attraverso i luoghi della mente e del cuore, possiamo fare grandi cose. Il resto è solo pigrizia.

Emanuela Mostrato

Se ti è piaciuto, leggi anche: Clubhouse: tra green economy e oralità secondaria

Show Full Content
Previous Dantedi, Dante e gli omaggi al “Sommo Poeta”
Next Clubhouse estetica in secondo piano
Close

NEXT STORY

Close

Dante, le Arti al tempo dell’esilio

Dicembre 9, 2020
Close