Aprile 27, 2024
A ECORANDAGIO ospitiamo e formiamo i giornalisti di domani

8 Marzo Giornata internazionale della donna.

Ogni anno in questa data il mondo ci dice che è la nostra festa. Probabilmente riceveremo degli auguri o delle mimose. Ma ogni anno, in questa data, il pensiero di tante donne va alle discriminazioni subite e alla disparità di genere ancora forte nel nostro Paese.

Quest’anno, però, proviamo a non farci la domanda “A che punto stanno (le istituzioni) con la parità di genere?” ma chiediamoci “A che punto stiamo noi donne?”.

Ci siamo infatti mai realmente chieste come ci comportiamo nel nostro privato in relazione a questo tema?

Siamo in grado di mettere in pratica la tanto voluta parità di genere nella nostra quotidianità?

8 Marzo – Sicura di non essere maschilista?

1.“Hai visto com’è conciata quella??”

Nel 2020 la giornalista Giovanna Botteri, in diretta dalla Cina in pieno lockdown, ci informava su quanto stava accadendo e sugli sviluppi della pandemia.

Striscia la notizia fece un servizio criticando la giornalista perché vestita sempre con lo stesso maglione e perché i suoi capelli apparivano grigi e disordinati.

La Signora Botteri non se la prese, ma anzi, colse l’occasione per invitare a una riflessione sull’immagine delle giornaliste, intendendo in modo più ampio quanto la professionalità di una donna sia spesso messa in secondo piano rispetto alla sua estetica.

Purtroppo, attacchi di questo tipo accadono di frequente e spesso sono le donne a criticare la forma del corpo di altre donne, mettendo in atto il cosiddetto body shaming.

Sotto le foto social di giornaliste, di politiche e di sportive possiamo infatti trovare dei commenti volgari e aggressivi che poco c’entrano con la foto in sé.

Certo, anche l’uomo viene criticato, ma l’impatto è meno pesante perché la donna è vista come un puro oggetto sessuale, il cui unico scopo è quello di essere piacente.

“Ah ma io non faccio body shaming”. Sicura?

Quante volte abbiamo commentato una formosa ragazza in spiaggia? O siamo inorridite per la ricrescita della nostra collega?

E quanto ci ha fatto male quel commento ricevuto (nasona, balena, piatta come una tavola, scimmia)?

Fare commenti sul corpo di una donna non fa che fortificare lo stereotipo della bella statuina, ci mette l’una contro l’altra e ci divide come gruppo.

2. “Esistono lavori da donna e lavori da uomo”

Carlo Cracco cucina, Samantha Cristoforetti è un’astronauta e Roberto Cavalli è uno stilista di moda. Strano? No, perché non esistono lavoro da donna e lavori da uomo.

Esistono lavoro pesanti, ma per quelli bisogna essere robusti, indipendentemente da uomo o donna.

I pregiudizi di genere nascono in tenera età, quando sotto l’albero di Natale troviamo le bambole o la cucina giocattolo, mentre il maschietto trova macchinine o soldatini.

Le scelte a nostra disposizione ci vengono implicitamente comunicate dalle domande: “Allora cara, cosa vuoi fare da grande? La maestra o la parrucchiera?”, “E tu caro? Il Presidente della Repubblica o l’astronauta?”.

Certo, le cose sono cambiate, ma i pregiudizi sono ancora forti e vedere una donna guidare un autobus o un uomo fare il badante appare ancora strano.

Inoltre, la discriminazione subita da una donna che svolge un lavoro definito ‘da uomo’ è più sentita e prolungata rispetto alla situazione opposta.

3. “Che belli La bella addormentata nel bosco o Cenerentola

Analizzando questi “capolavori” della Disney vediamo che:

  • Cenerentola è schiava della sua matrigna e di due sorellastre finché un principe la sposa e la porta nel suo castello;
  • La bella addormentata nel bosco si punge con un ago, cade in un sonno profondo finché un principe non la bacia, la sveglia e la sposa.

Quale messaggio riceviamo da questi film? Che le donne sono inermi e nella vita non fanno altro che aspettare un uomo che le salvi.

La visione di queste pellicole ha tolto potere alle donne e generato molte illusioni. Ci sono donne che dopo aver visto questi film aspettano ancora il Principe Azzurro o che credono nel “Vissero per sempre felici e contenti”.

La verità è che solo tu hai il potere e gli strumenti per essere felice.

Una persona affianco a te, di qualsiasi genere, può aiutarti e sostenerti nelle scelte e nel percorso che solo tu puoi decidere.

4. “Sei fortunata, lui ti aiuta in casa/coi bambini”

Qualcuna se lo sarà sentito dire e magari avrà pensato: “Sì, effettivamente guardando gli altri…mi tengo il mio e sto zitta”.

“Sei fortunata” è una frase detta partendo dal presupposto che la donna debba fare tutto in casa senza l’aiuto di nessuno.

Ecco questa “fortuna” da dove viene.

E anche quando una donna capisce questo stereotipo, ha difficoltà a togliersi di dosso il senso di colpa e l’abitudine di farsi carico di tutta la gestione della casa o dei proprio cari.

“Eh ma se non pulisco io, nessuno lo farà”. E perché un uomo non dovrebbe riuscire a svolgere semplici compiti domestici, quando sul lavoro è in grado di portare a termine tutte le attività a lui assegnate?

Non c’è nulla di difficile nello stendere la biancheria o cucinare un piatto di pasta, come non c’è nulla di impossibile per una donna nel montare i mobili o tirare su e giù il contatore elettrico.

Se esistessero compiti da donna e da uomo, i single sarebbe già estinti!!

5. “Una donna che non vuole figli, è egoista”

Una donna che sceglie di non avere figli è una donna che magari non se la sente di farsi carico di difficoltà, di rinunce o che semplicemente non ha l’istinto materno.

Deve essere considerata una cattiva persona per questo?

Basta sensi di colpa e basta esaltare la donna come essere perfetto solo quando si sacrifica.

Spesso si sente dire che un uomo che non vuole figli voglia godersi la vita, mentre una donna che non vuole figli è egoista.

Le vere persone egoiste non sono piuttosto quelle che candidamente ammettono di fare figli solo per avere qualcuno che li curi quando saranno anziani?

8 Marzo – Sicura di non essere maschilista?

Un giorno ho spiegato a un’amica cosa si nasconde dietro la fortuna dell’essere aiutata in casa. Lei ha avuto un attimo di silenzio. Perché? Perché quando abbattiamo uno stereotipo è come se puntassimo il riflettore su qualcosa rimasto da sempre nell’ombra.

In una frase: apriamo gli occhi.

Quando una grande verità viene a galla, la gente non può obiettare, ma solo cogliere e modificare il proprio comportamento perché non è più possibile fare finta di niente.

Abbiamo la possibilità di modificare il nostro comportamento e quello degli altri. Facciamolo subito.

Francesca Bazzoni

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