Aprile 25, 2024
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La vittima della violenza sessuale commessa domenica mattina all’alba a Piacenza nelle ultime ore è stata sentita dagli inquirenti, per ricostruire il contesto e i termini dell’aggressione. Il video, condiviso da diversi politici tra i quali Giorgia Meloni, poi rimosso da Twitter. Risultato: la vittima disperata perchè riconosciuta.

La donna, ucraina di 55 anni, avrebbe riferito anche di essere disperata per il fatto di essere stata riconosciuta da qualcuno nel video dell’aggressione, diffuso su alcuni siti online e condiviso tra domenica e ieri da alcuni politici sui social. Risultato? La vittima disperata perchè riconosciuta.

Intanto, confermato il carcere per Sekou Souware, il 27enne accusato di violenza sessuale aggravata e lesioni.

Lo ha deciso il Gip, sciogliendo la riserva all’esito dell’udienza e dell’interrogatorio di garanzia e accogliendo quindi la richiesta della Procura piacentina

Il giudice avrebbe riconosciuto un quadro indiziario particolarmente grave a carico del guineano, richiedente asilo, ravvisando esigenze cautelari per rischio di inquinamento probatorio, reiterazione e pericolo di fuga. “Mi riservo di sentire l’assistito e vedere se riuscirà a fornirmi altri elementi”, ha detto l’avvocato Nadia Fiorani.

A Souware nel giugno scorso la Commissione asilo di Trieste aveva deciso – a quanto si apprende – di non riconoscere la protezione internazionale

Il provvedimento è stato notificato ieri all’uomo nel carcere del capoluogo emiliano. Souware era sbarcato in Sicilia nel gennaio del 2014. Trasferito a Trieste aveva formalizzato lì la richiesta di protezione internazionale. Il 25 aprile di quell’anno la Commissione per la protezione internazionale di Trieste aveva concesso allo straniero un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il 28 luglio aveva presentato la stessa richiesta all’ufficio immigrazione della questura di Reggio Emilia e l’aveva rinnovata nel 2015 e nel 2017.

Il 7 maggio del 2019 aveva richiesto nuovamente il documento ma non l’aveva ritirato. Si arriva così al 12 aprile di quest’anno, quando il guineiano reitera l’istanza di protezione internazionale e contestualmente la questura di Reggio Emilia gli rilascia un permesso di soggiorno umanitario come richiedente asilo con scadenza il prossimo 20 ottobre.

Nel frattempo però, il 20 giugno giunge la decisione della Commissione di Trieste di non riconoscergli la protezione internazionale.

Cristina Ferrari

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