In questo articolo, tratto dalla room su Clubhouse “Zelensky vs Putin: strategie di comunicazione a confronto”, riportiamo l’analisi della comunicazione di Vladimir Putin. Un’analisi che ha evidenziato non solo una comunicazione stantia, ma anche diversi errori da parte dei russi.
Nel precedente articolo, abbiamo riportato invece l’analisi della comunicazione del leader ucraino.
La figura del leader
Esattamente come Zelensky, anche la Federazione Russa e Putin hanno adottato una strategia comunicativa visuale. La differenza importante nella comunicazione della figura del leader è la modalità. Se infatti Zelensky ha un modo di porsi fatto di barba lunga, vestiti civili e lo vediamo camminare per la città e in mezzo alla gente (dinamismo) questo non si può dire di Putin.
Putin è infatti collocato all’interno di un principio comunicativo linguistico in cui domina la staticità, la solidità, la simmetria, all’interno di un processo di costruzione della figura del leader classico. Possiamo notarlo osservando come è vestito Putin e quali atteggiamenti ha di fronte alla macchina da presa. Il leader non deve dare l’idea né di dinamismo né di azione, bensì di solidità, come un albero che ha piantato le sue radici.
Anche quando Putin è inquadrato nel suo studio, tutto è studiato per dare questa idea di solidità, commettendo però dei gravissimi errori comunicativi in tal senso. Ad esempio, quando Putin è seduto nel suo studio le sue mani stringono il tavolo. Questo è un errore molto grave perché se voglio dare un’idea di solidità, in questo modo trasmetto il senso opposto. Stringere le mani sul tavolo trasmette un senso di insicurezza, di non sapere dove mettere le mani. L’attaccamento a un oggetto dà proprio l’idea di figura insicura che ha bisogno di un oggetto a cui appigliarsi.
Il video del 9 Maggio 2022
Anche il video della parata militare in occasione del 9 maggio dà l’idea di staticità. Rivela una tendenza a spingere su una vecchia concezione del culto della personalità derivante da metodiche para cinematografiche dell’epoca della Seconda guerra mondiale. Questa parata ha visto Putin inquadrato sempre staticamente con solo due tipologie di inquadratura: una frontale con teleobiettivo e una laterale con un angolo molto chiaro. Le inquadrature hanno tenuto Punti al centro in modo statico, quasi iconico.
Il gioco tra queste due inquadrature non trasmette l’idea di vitalità e di dinamismo, ma una sorta di concezione statuaria del leader. Di leader con una funzione di indirizzo al popolo attraverso non tanto l’azione politica, ma attraverso una sorta di azione messianica. Come una statua che indica al popolo la direzione da seguire. Completamente diverso da Zelensky che invece invita a camminare insieme a lui.
Nella tipologia di inquadratura frontale hanno deciso di mettere in atto quella che nel gergo fotocinematografico si chiama re-inquadratura. La re-inquadratura è quel meccanismo per cui, attraverso un elemento della realtà, si stringe ulteriormente l’attenzione sulla figura del personaggio centrale. Come se si trattasse di un’inquadratura dentro l’inquadratura.
Come hanno creato la re-inquadratura? Dietro Putin vediamo i grandi ufficiali dell’Armata Rossa, tutti rigorosamente con una divisa scura, tranne quello alle spalle di Putin. Leggermente spostato di pochi centimetri, c’è appunto un ufficiale con una divisa chiarissima. La divisa chiarissima è come una luce dietro il leader russo che in questo modo viene reinquadrato e messo così in risalto.
Il linguaggio
Dal punto di vista del linguaggio vanno dette due cose: il linguaggio, così come le immagini, ricorda tantissimo una narrazione e una metodologia tipiche della Seconda guerra mondiale. Eccetto nella parte finale, dove invece possiamo percepire echi di guerra fredda. Disegnare i paesi NATO come un’alleanza che non ha voluto ascoltare ciò che Putin ha detto è un rimarcare il concetto di accerchiamento. Come faceva l’ex Urss contro gli Stati Uniti.
Un altro aspetto è che con queste inquadrature statuarie e col suo linguaggio, Putin ha quasi voluto giustificare la guerra, anticipando che forse non sarà una guerra così breve. Ma è anche la prima volta in cui, in maniera solenne, informa il popolo che ci sono delle perdite.
È la prima volta che Putin infatti fa un’ammissione del genere. Soprattutto è venuto a mancare quell’elemento di cui tutti avevamo paura ossia il riferimento alla possibile minaccia atomica. Nel linguaggio e anche nell’inquadratura, possiamo cogliere un messaggio quale: “Attenzione, noi siamo stati costretti a fare ciò. Volevamo essere ascoltati, ma voi non lo avete fatto”.
Alleati
La differenza fra Zelensky e Putin è anche nel rapporto con le altre cariche politiche e gli alleati. Le immagini degli incontri di Putin sono sempre diffuse come incontri seduti al tavolo. Il leader russo ha un’espressione fredda e addirittura minacciosa. Zelensky invece ha diffuso tutt’altro tipo di immagini. Per esempio, le immagini del suo incontro con il ministro della Difesa sono immagini in atteggiamenti sorridenti quindi un’immagine molto più umana.
Nelle foto ufficiali Putin è sempre di fronte al suo interlocutore, in una situazione frontale mentre invece, anche qui, quando Zelensky cammina per la strada è ripreso sempre al fianco dell’ospite. Il significato è “siamo alleati, stanno camminando con me, mi affiancano. Sono persone a cui io porgo il fianco, di cui mi posso fidare”. È un messaggio molto importante rispetto all’inquadratura frontale che, anche in questo caso, dà l’idea di molto vecchio.
Il dubbio che rimane
Non c’è alcun dubbio che la campagna comunicativa di Zelensky sia più efficace. La cosa che stupisce è che la Russia sotto il punto di vista comunicativo non è affatto indietro rispetto l’Ucraina. In Russia ci sono grandi registi cinematografici ed esperti di linguaggio visivo che saprebbero perfettamente come duellare con la comunicazione di Zelensky. Il fatto di non voler competere dà l’idea di un controllo ossessivo da parte della leadership che non intende assolutamente mutare quella che è la propria immagine
Secondo l’analisi fatta nella room “Zelensky vs Putin: strategie di comunicazione a confronto” questo aspetto risulta un enorme errore comunicativo a cui si aggiungono gli errori della cyberwar e della disinformazione. Errori gravi che gettano un ritardo sul piano dell’immagine della Russia.
Nel prossimo e ultimo articolo tratto dalla room “Zelensky vs Putin: strategie di comunicazione a confronto” riporteremo l’analisi sulla serie Servant of the People di Zelensky.
Francesca Bazzoni
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