La recente scomparsa della scrittrice Michela Murgia ha privato il mondo della letteratura e del pensiero progressista di una voce influente. Riconosciuta per la sua audacia intellettuale e il suo impegno sociale, Murgia ha costantemente sfidato le convenzioni, incoraggiando una riflessione critica sulla società. La sua eredità, tuttavia, non si limita alle sue opere letterarie, poiché ha gettato le basi per una nuova prospettiva sull’amore e la famiglia, ribaltando i modelli tradizionali e aprendo le porte a una visione più inclusiva e queer.
Una relazione politica: il lascito di Michela Murgia
Le parole pronunciate da Michela Murgia il giorno delle sue seconde nozze con l’attore Lorenzo Terenzi, poco prima della sua morte, condensano la sua eredità simbolica in modo magistrale. “Oggi, il nostro vissuto personale è più politico che mai, e se avessi la possibilità di lasciare un’eredità simbolica, vorrei che fosse questa: un modello di relazione alternativo, un nuovo approccio per coloro che hanno dovuto lottare nella vita, costantemente sentendosi privi di qualcosa.” Questa dichiarazione non solo rivela la profondità del suo pensiero, ma manifesta anche la volontà di Murgia di sfidare le norme sociali e costruire un legame verso una concezione di famiglia e amore che superi le convenzioni tradizionali.
Matrimonio e famiglia queer: un atto di coraggio
Il suo matrimonio civile con Terenzi, benché dettato da esigenze legali, segna un momento di rilevante importanza per Murgia. Questo gesto audace non solo riconosce l’affetto e il legame tra di loro, ma stabilisce le fondamenta per la sua concezione di famiglia queer. Una famiglia basata non su vincoli convenzionali o ruoli predefiniti, bensì su rapporti autentici e connessioni profonde che mettono alla prova le norme di genere e orientamento sessuale.
La rana come simbolo di cambiamento e libertà
Murgia ha scelto il simbolo della rana per incarnare la sua visione di amore e famiglia. L’anello con la raganella racchiude l’idea di un cambiamento continuo, di transizione da un ambiente all’altro, e della libertà di superare i confini imposti dalla società. Questo simbolo riflette l’essenza stessa della famiglia queer abbracciata da Murgia, una famiglia in cui le relazioni e la fluidità assumono un ruolo centrale rispetto ai ruoli statici.
La fede e il femminismo: l’armonia di ideali
Michela Murgia ha sempre abbracciato una prospettiva inclusiva e interconnessa della fede e del femminismo. Nel suo libro “God save the queer: Catechismo femminista”, ha affrontato l’apparente contraddizione tra l’essere credente e l’essere femminista. Per Murgia, queste sfere non si contraddicono, bensì si completano reciprocamente, riflettendo l’essenza stessa di un Dio contraddittorio e complesso.
Michela Murgia ci lascia un’eredità che ridefinisce il concetto di famiglia e amore
La scomparsa di Michela Murgia ha lasciato un vuoto nella letteratura e nel pensiero critico, ma la sua eredità perdura come guida illuminante per le future generazioni. La sua visione di amore, famiglia, fede e femminismo ha aperto le porte a un dialogo aperto e inclusivo sulla diversità e la complessità umana. Attraverso le sue parole e i suoi audaci gesti, Murgia ha contribuito a plasmare un mondo in cui le autentiche relazioni e le sfide alle norme sociali sono riconosciute e celebrate. La sua eredità simbolica ci invita a guardare al futuro con occhi nuovi, pronti ad abbracciare un mondo in cui l’amore e la famiglia si sviluppano al di là dei limiti imposti dalla società.
Cristina Ferrari
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