Il 4 giugno 1989, la Piazza Tiananmen a Pechino fu il palcoscenico di un movimento di protesta che cercava di liberare la Cina dalla corruzione endemica e di promuovere riforme democratiche. Tuttavia, quella notte, il sogno di una Cina democratica fu brutalmente schiacciato da un violento intervento militare. Centinaia, forse migliaia, di studenti e lavoratori che partecipavano alle manifestazioni furono uccisi.
L’impatto di Tiananmen si rivelò paradossale
Invece di segnare l’inizio della fine dell’autoritarismo in Cina, in modo diretto o indiretto, Tiananmen ha portato al rafforzamento dell’autoritarismo. Questo fenomeno è stato definito con il nome di “autoritarismo permissivo” in un articolo pubblicato sul Journal of Democracy nel 2003. Vediamo alcuni aspetti chiave:
- Unità del Partito Comunista Cinese (CCP)
- Gli eventi di Tiananmen hanno impresso sui leader del CCP la necessità di rimanere uniti.
- Il passaggio del potere da Deng Xiaoping a Jiang Zemin e poi da Jiang a Hu Jintao (e in prospettiva da Hu a Xi Jinping) è stato gestito con pochi segnali di lotta di potere.
- Miglioramento dell’apparato repressivo
- Il regime ha rafforzato l’apparato repressivo, creando nuove unità di polizia come la Polizia Armata del Popolo e l’Ufficio per la protezione nazionale.
- Con lo sviluppo di internet, è stata creata una polizia effettiva per internet.
- Focus sulla crescita economica
- Non direttamente correlato a Tiananmen, ma indirettamente, il regime ha riconfermato le politiche di riforma economica e libero mercato.
- L’ottima amministrazione ha prodotto una crescita economica di alto livello, mantenendo il favore popolare
Dopo le proteste di Tiananmen, migliaia di persone persero la vita
Il governo cinese reagì con una repressione brutale, arrestando e imprigionando molti manifestanti. Alcuni furono condannati a morte e giustiziati. Altri furono costretti all’esilio o alla clandestinità. La piazza stessa fu ripulita e ogni traccia delle proteste fu rimossa. La memoria di quei giorni tragici continua a influenzare la Cina, anche se spesso in modo sottotraccia, e rimane un argomento tabù all’interno del paese.
L’evoluzione della Cina da Tiananmen a oggi
Dopo la tragica repressione di Tiananmen nel 1989, la Cina ha attraversato profondi cambiamenti politici, economici e sociali. Il Partito Comunista Cinese (CCP) ha rafforzato il controllo politico e represso qualsiasi forma di opposizione. La libertà di espressione è stata limitata, e la censura è diventata pervasiva. Il CCP ha posto l’accento sulla stabilità politica ed economica, evitando riforme significative. Xi Jinping, l’attuale leader, ha consolidato ulteriormente il potere del partito. Negli anni ’90, la Cina ha avviato riforme economiche, aprendosi al mercato globale. Ciò ha portato a una crescita economica straordinaria e all’emergere di una classe media in rapida espansione. La Cina ha subito un’accelerata urbanizzazione, con migliaia di persone che si sono trasferite dalle campagne alle città. Tale crescita economica ha avuto un impatto sull’ambiente, con notevoli problemi di inquinamento atmosferico e delle acque.
Da Tiananmen a Hong Kong e Taiwan, il concetto cinese di democrazia
Le relazioni tra Hong Kong, Taiwan e la Cina sono intricate e spesso tese. Questi tre attori rappresentano una complessa rete di interessi politici, storici ed economici che hanno un impatto significativo sulla stabilità regionale e sulla democrazia. Vediamo più da vicino ciascuno di questi contesti. Prima della restituzione alla Cina nel 1997, Hong Kong godeva di un alto grado di autonomia politica sotto il principio di “un paese, due sistemi”. Tuttavia, negli ultimi anni, Pechino ha intensificato il controllo su Hong Kong, minando progressivamente le libertà politiche e la democrazia. La recente legge sulla sicurezza nazionale ha ulteriormente minacciato la democrazia e la libertà di espressione a Hong Kong.
Taiwan è una democrazia indipendente, ma la Cina rivendica la sua sovranità. Le relazioni tra i due territori sono tese. Pechino cerca di isolare diplomaticamente Taiwan, minacciando l’uso della forza militare. Tuttavia, Taiwan continua a difendere la sua democrazia e a resistere alle pressioni cinesi.
Il modello di “un paese, due sistemi” è stato messo in discussione, e la repressione politica a Hong Kong potrebbe essere un segnale per Taiwan. La democrazia è sotto pressione, e un deterioramento delle libertà a Hong Kong o un conflitto tra Taiwan e Cina avrebbe impatti globali. La comunità internazionale deve monitorare attentamente la situazione per evitare un nuovo Tiananmen e per preservare la democrazia nella regione.
Ginevra Leone
Leggi anche