Aprile 29, 2024
A ECORANDAGIO ospitiamo e formiamo i giornalisti di domani

La narrazione è un’attitudine umana, un’arte che si perde nella notte dei tempi. Oggi può essere supportata in maniera molto efficace dalle tecnologie digitali, dando vita a svariate e molteplici forme di comunicazione e di racconto. Oggi è essenziale realizzare uno storytelling in grado di comunicare la cultura sui social e in particolare su facebook.

Possiamo tranquillamente parlare di storytelling culturale, storytelling turistico e marketing territoriale

Questi termini non ci devono spaventare ne farci storcere il naso, poiché applicare concetti di marketing alla cultura prima di tutto non è una bestemmia e in secondo luogo non è una novità. Basti pensare a quante opere d’arte magnifiche sono nate per supportare la narrazione della Chiesa Cattolica o per divulgare i principi stessi del cattolicesimo. A tale proposito la Cappella degli Scrovegni ne è un chiaro esempio.

L’equazione perfetta

Lo storytelling culturale ci aiuta a raccontare, a formare e a divulgare la cultura. Se realizzato con efficacia e abbinato allo storytelling turistico, ecco che comunicheremo sia un prodotto turistico che un territorio attraverso itinerari, monumenti, opere d’arte, ma anche prodotti tipici, comunicando quindi anche qualità, servizi e ospitalità. Una formula matematica che darà un risultato molto semplice: fare marketing territoriale.

Cos’è e a cosa serve il marketing territoriale?

Il marketing territoriale è l’insieme delle strategie di storytelling finalizzate alla comunicazione turistica, tramite la valorizzazione di un determinato territorio e delle sue caratteristiche naturali e architettoniche. A questo punto però dobbiamo distinguere, innanzitutto, una duplice prospettiva, ossia interna ed esterna. Nel primo caso dobbiamo imparare a raccontare le caratteristiche tipiche già esistenti, che siano il panorama, la tradizione culinaria, i monumenti, i musei… …nel secondo, invece, si esegue un’operazione di rilettura, tenendo conto ovviamente del background culturale, naturalistico e artistico dell’area.

Nel nuovo millennio non dobbiamo più aver paura di definire un museo o una città come un brand con tanto di vision e obiettivi. Per farlo correttamente dobbiamo seguire quattro punti essenziali.

Siamo sicuri che stiamo comunicando efficacemente cosa ci differenzia dagli altri?

Cosa distingue la nostra città dalle altre? Cosa rende unico il nostro museo? Perché un turista o un appassionato dovrebbe compiere un certo itinerario? Cosa non dovrebbe mai farsi scappare? Abbiamo 5 sensi siamo sicuri che attraverso la nostra narrazione stiamo colpendo la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto e il tatto dei nostri potenziali visitatori? O forse troppo spesso ci concentriamo solo su un senso? Scusate il gioco di parole ma se diciamo “vieni a visitarci perché le nostre opere sono belle” comunichiamo a senso unico!

Certezza delle fonti ma anche ricerca del folk

Raccontarci a livello storico, economico e paesaggistico è importante. Ma può essere utile non solo consultare i documenti, ma anche ascoltare il parere e le opinioni delle persone tramite interviste e sondaggi; Capire come veniamo percepiti e ricalibrarci sulle aspettative dei nostri visitatori puntando ad attirarne di nuovi. Non c’è nulla di male di essere un po’ meno eruditi per diventare più popolari.

Elaborazione di una strategia di sviluppo territoriale, con monitoraggio costante dei dati

Abbiamo una carta di identità del nostro fruitore tipico? Chi manca all’appello e perché? Come ci raccontiamo a target che non ci ha ancora visitato? A volte utilizzare lo stesso racconto a segmenti culturali diversi rende la nostra comunicazione respingente.

Scelta degli strumenti finalizzati alla comunicazione turistica

Abbiamo un sito internet e siamo attivi sui social. Bene. Ma come ci raccontiamo? Quanto bene conosciamo i social che utilizziamo? Usiamo Instagram, ma siamo sicuri di aver sfruttato a pieno Facebook? O siamo caduti nel luogo comune che Facebook sia un social da vecchi? Da boomer?

Facebook, boomer e miti da sfatare

Ok Instagram è più fico e ci sono gli influencer. Eppure la maggioranza degli utenti su Facebook ha meno di 35 anni. Facebook ha 2,80 miliardi di utenti mensili attivi di questi 1,84 miliardi sono attivi quotidianamente. Quando si tratta di social media, Facebook rimane il campione indiscusso. Secondo le statistiche, Facebook è la piattaforma social di riferimento, raggiungendo il 59% degli utenti di internet.

Con tutta questa popolarità, una delle statistiche Facebook che non sorprende è quella che riguarda le entrate. Nell’ultimo quadrimestre del 2020 l’azienda ha generato 27,2 miliardi di dollari. In totale, nel 2020, Facebook ha generato 84,2 miliardi di dollari grazie alle inserzioni: il 21% in più rispetto al 2019. 

Quanti italiani usano Facebook?

Secondo le stime 24 milioni di italiani usano Fb anche ogni giorno. Contrariamente a quanto si possa credere, queste statistiche Facebook dimostrano che la piattaforma è ancora quella preferita dai giovani adulti. Infatti, tra gli utenti di Facebook, 65% ha meno di 35 anni (Statista, 2019), il che significa che appartengono all’età demografica del Millennials e della Generazione Z.

Dei giovanissimi (ovvero tra i 13 e i 18 anni d’età), “solo” il 58% è iscritto a Facebook, mentre la fascia d’età tra i 19 e i 29 anni è completamente rappresentata sul social network. Come nel resto del mondo, la maggior parte degli utenti si aggira intorno ai 35 anni, con le seguenti percentuali:

  • 30-35 anni: 98%
  • 36/45 anni: 78%
  • 46/59 anni: 59%

Gli utenti di Facebook prediligono il mobile

Uno dei motivi per cui Facebook è diventato un social network così popolare è la sua accessibilità dai dispositivi mobili. Facebook ha previsto le potenzialità e il futuro del mobile prima degli altri competitor: ad oggi, il 96% degli utenti attivi di Facebook vi accede tramite dispositivi mobili, ovvero tablet e smartphone.

Tempo medio passato su Facebook

 In media, gli utenti trascorrono 58,5 minuti al giorno su Facebook. Tanto che Facebook ha lanciato tempo fa un timer per controllarne l’utilizzo. Secondo i dati AGCOM, gli utenti italiani trascorrono circa 50 minuti al giorno su Facebook, un dato non troppo diverso dalla media globale.

Non solo: oltre a essere la piattaforma social più popolare, gli utenti di Facebook visitano il sito più volte al giorno. Basti pensare che nel 2004 controllavamo il nostro cellulare circa 9 volte all’ora, mentre oggi lo facciamo più di 15 volte. Queste sono informazioni su Facebook che devi sempre tenere presente.

Gli esperti di marketing amano Facebook

Facebook non è solo il social network più popolare tra gli utenti, anche tra gli esperti di marketing. Tanto che il 93% dei business utilizza le inserzioni Facebook (Social Media Examiner, 2020). Gli esperti di marketing utilizzano Facebook per studiare il loro pubblico di riferimento, ma anche per interagire con i loro clienti e per instaurare con essi relazioni stabili e durature.  Da non sottovalutare la possibilità di usare facebook per gli AB test.

Il Pixel di Facebook, l’arma definitiva?

Si tratta di uno strumento prezioso che può farti guadagnare il massimo dal tuo investimento pubblicitario sui social. Il pixel di Facebook è un frammento di codice che puoi inserire nel tuo sito web. Raccoglierà i dati con i quali potrai misurare le conversioni dai tuoi Facebook ads, ottimizzarli, creare il tuo pubblico di destinazione per campagne future e fare retargeting sugli utenti che hanno già eseguito un’azione sul tuo sito web.

I dati di retargeting del pixel di Facebook e gli ads dinamici ti consentono di mostrare annunci personalizzati alle persone che hanno già visitato il tuo sito. E qui puoi essere veramente preciso. Per esempio: puoi mostrare l’annuncio del prodotto specifico che la persona in questione aveva abbandonato nel carrello o aggiunto alla lista dei desideri sul tuo sito web.

Lo storytelling per comunicare la cultura su Facebook: il connubio perfetto

Lo storytelling è ormai considerato lo strumento migliore di valorizzazione del nostro patrimonio, comunque esso sia declinato, l’unico in grado di ricontestualizzare, riconnettere, includere, tessere le fila di una identità e di immaginari, socialmente e simbolicamente condivisi, stratificatisi nel tempo e disseminatasi sul territorio; e, in un’ottica di progettazione a medio e lungo termine, è l’unico strumento capace di ricalibrare e riprogettare percorsi e itinerari sul territorio. Se associato a un media assolutamente in target come facebook apre le porte a scenari dalle infinite possibilità.

– Leggi anche: Facebook e boomer, sfatiamo un preconcetto e miglioriamo il traffico sul nostro social
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