Ottobre 30, 2024
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È una storia che resisterebbe alla prova del tempo anche meglio del miglior vino italiano: il mito del “Non autorizzo Facebook”, una bufala che torna puntualmente a farci visita da oltre 15 anni. Sembra proprio che gli italiani, e non solo, abbiano una passione innata per credere a notizie senza senso su Facebook e, cosa ancor più incredibile, per condividerle con un entusiasmo che sfida ogni logica.

Tutto ebbe inizio nel lontano 2009

quando la gente decise improvvisamente di non autorizzare le scuole a “isolare i loro figli se presentavano improvvisamente qualche linea di febbre”. Come se gli istituti educativi fossero in agguato, pronti a sequestrare bambini febbricitanti senza pietà. Ma questo era solo l’inizio di una saga infinita di post inutili che si ripetono anno dopo anno, come una canzone stucchevole che non riusciamo a toglierci dalla testa. Chi ricorda: “Nessun personale sanitario può prelevare mio figlio da scuola in mia assenza traumatizzandolo!”, gridava la folla virtuale.

Nel 2020, l’obiettivo diventò impedire a Facebook di fare chissà cosa con le nostre immagini e informazioni

La paura era che Facebook potesse viaggiare nel tempo per usare le nostre foto “passate e future”. Per poi farne cosa non ci è dato sapere.

Quest’anno l’apocalisse digitale ha assunto la forma di un rifiuto a concedere a Facebook il permesso di addebitare 4,99 dollari al mese sul nostro account. Come se un post del genere potesse fermare l’avanzata di un’azienda miliardaria.

La domanda che sorge spontanea è: è davvero possibile che basti un post su Facebook per evitare che l’azienda di Zuckerberg si impossessi del nostro patrimonio fotografico? La risposta è sì, ma solo se crediamo alle favole e alle leggende metropolitane digitali.

La bufala, che sostiene che Facebook diventerà totalmente a pagamento e che un semplice post possa evitarlo, è diffusa in lungo e in largo su Facebook stesso

Ma c’è un piccolo problema: la storia cambia ogni volta che viene raccontata. Se una narrazione non è coerente, se non è consistente, forse è il caso di dubitarne. E se ritorna anno dopo anno, come questa del “Non Autorizzo”, è il momento di tirare fuori il nostro arsenale di scetticismo.

Ma la perla di questa storia è il post che circola con insistenza da settembre a novembre, un capolavoro di assurdità. “Facebook addebiterà a tutti gli utenti a partire da lunedì. Recita il messaggio, dando istruzioni su come copiare e incollare. Come se un rituale magico potesse proteggerci dalle malefatte digitali.

E le incongruenze nel testo sono più numerose dei like su una foto di un gattino. Il presunto Channel 4 News, che dovrebbe essere la fonte della notizia, si trasforma magicamente in Channel 13 News in altri paesi. “A partire da lunedì” diventa “domani inizia la nuova regola di Facebook”. E se non pubblichiamo il comunicato almeno una volta, tecnicamente stiamo acconsentendo all’uso delle nostre foto? Forse è il caso di tornare a leggere i termini di servizio di Facebook.

E alla fine, la verità emerge dalla palude delle bufale:

Facebook ha effettivamente creato una versione a pagamento per l’Unione europea, ma l’adesione è facoltativa. Tra l’altro noi di Ecorandagio ve lo avevamo anticipato con mesi di anticipo. Quindi, niente panico, nessun addebito a sorpresa. Ma la parte più divertente è che Facebook può già fare praticamente tutto ciò che vuole con le nostre foto, indipendentemente dal nostro fervente “Non Autorizzo Facebook”. L’autorizzazione viene data nel momento stesso in cui clicchiamo su “Iscriviti”. Del resto come potrebbero essere presenti le nostre foto e le vostre informazioni, le preziose poesie inedite, se non autorizzate la piattaforma?

Draghi e principesse potranno dormire sonni tranquilli: Facebook non sta per divorare il vostro portafoglio, e un post su Facebook non è il vostro scudo digitale contro le malefiche intenzioni del social network. Ma ricordatevi di copiare e incollare questo messaggio, giusto per sicurezza. Non si sa mai cosa potrebbe accadere nella prossima leggenda urbana digitale.

Giovanni Scafoglio

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