Marzo 19, 2024
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Il fenomeno musicale della Canzone Classica Napoletana raggiunge il suo massimo splendore tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, eppure ancora oggi quel repertorio musicale poetico e melodico continua a brulicare in tutto il mondo. E’ la dimostrazione dell’’intramontabile tramonto della Canzone Classica Napoletana. In termini storici, il fenomeno musicale subisce un arresto nella prima metà del Novecento, ma nel corso degli anni il repertorio musicale della Canzone Classica Napoletana non cessa mai di esistere, perché mai è stato dimenticato. Ecco perché lo si può definire un tramonto intramontabile.

L’aggettivo ‹‹classica›› che contraddistingue questa Canzone sta a indicare il fatto che i brani si inseriscono nel quadro della tradizione e come spiega il sociologo Antonio Grano – nel testo Trattato di sociologia della Canzone Classica Napoletana (2004) – la classicità del fenomeno musicale si esprime nel suo essere unico, irripetibile e durevole nel tempo e oltre il tempo.

L’attualità della Canzone Classica Napoletana si palesa nella sua sottile capacità di richiamare ed evocare gli aspetti più disparati della vita quotidiana che vanno dall’amore alla guerra, dall’emarginazione alla solidarietà, dal dolore alla gioia, dalla libertà alla prigione. Si tratta di temi e sentimenti universali che rendono quasi automatica l’identificazione personale. La Canzone Classica Napoletana attraverso la sua empatia avvolge e travolge qualsiasi ascoltatore di qualsivoglia estrazione sociale. Difatti già nel Cinquecento nobili e aristocratici si rifugiano nelle cosiddette ‹‹canzoni villanesche›› o ‹‹canzoni alla napoletana›› per evadere dalla realtà e per vivere dimensioni emotive più leggere e più popolari. Allo stesso modo, anche gli autori e i musicisti provengono da segmenti sociali sia popolari (come Giuseppe Capaldo, Gennaro Ottaviano, ecc) che colti e aristocratici (come Ferdinando Russo, Roberto Bracco, ecc).

La storia della Canzone Classica Napoletana è dunque una storia bidirezionale, in equilibrio armonioso tra la nobiltà e il popolo, non è una canzone di classe e questo la rende un pezzo importante dell’identità artistica, musicale e culturale dell’intera collettività.

‘O sole mio, Reginella, Te voglio bene assaje, ‘O surdato ‘nnammurato, Malafemmena, ‘Na sera e Maggio: sono sole alcune delle Canzoni Classiche Napoletane conosciute in ogni parte del mondo. Canzoni che infatti varcano confini e continenti, tradotte in quasi tutte le lingue e interpretate da innumerevoli artisti e musicisti della scena nazionale e internazionale. Tra i maggiori protagonisti del repertorio musicale classico napoletano vi sono Libero Bovio, Edoardo Nicolardi, Salvatore Di Giacomo, E. A. Mario, Ernesto Murolo, Sergio Bruni, e ancora tanti altri artisti che rappresentano la storia di una Canzone che continua a essere classica e tradizionale nonostante l’avanzare di un tempo moderno e talvolta tiranno.

Ma come sempre la musica fa da scudo e da paracadute e in questo caso si tratta di una musica e di una Canzone che restituisce la poesia di un tempo eclissato, ma ripercorribile attraverso la bellezza e la leggerezza di canzoni che generano fiammelle musicali.

Emanuela Mostrato

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