Aprile 28, 2024
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Il Tribunale di Catania ha scatenato una tempesta politica, liberando tre migranti tunisini e gettando benzina sul fuoco di un acceso dibattito tra le alte cariche governative italiane e la magistratura. Questa sentenza ha messo in discussione le politiche di detenzione dei migranti provenienti dai cosiddetti Paesi sicuri, sollevando dubbi sulla legittimità delle recenti misure governative. Di fatto ha considerato il decreto espulsioni illegittimo.

Secondo il giudice detenere i richiedenti asilo provenienti da Paesi ritenuti sicuri è illegittimo

Per il decreto del governo Meloni ciò accade in attesa dell’esito della procedura di frontiera accelerata, nonché l’imposizione di una cauzione di cinquemila euro per ottenere la libertà. Tutto ciò è illegittimo e in conflitto con le normative dell’Unione europea e i principi costituzionali italiani.

Le tensioni tra governo e magistratura si sono acuite a seguito di questa decisione, con il Ministero dell’Interno che ha annunciato un imminente ricorso. Matteo Salvini, ha enfatizzato la necessità di una riforma radicale del sistema giudiziario, citando le argomentazioni avanzate dal giudice come prova delle lacune intrinseche del sistema.

Decreto espulsioni illegittimo: le reazioni dell’opposizione

I Radicali hanno applaudito la decisione del tribunale, definendola un freno all’escalation razzista. Il leader di Si Fratoianni ha accusato il governo di essere contrari alla legge. Il Partito Democratico ha espresso solidarietà con la sentenza del tribunale, mentre i rappresentanti di M5S e Avs hanno sostenuto pienamente il provvedimento giudiziario.

Il tribunale di Catania ha pronunciato questa sentenza appena cinque giorni dopo l’inaugurazione del centro di Pozzallo, destinato a ospitare i migranti sottoposti alla procedura di frontiera accelerata, la quale, in linea di massima, precede il rimpatrio, soprattutto per i migranti provenienti da Paesi considerati sicuri.

Secondo la consuetudine, il questore di Ragusa ha disposto la detenzione dei migranti in attesa della decisione giudiziaria. Tuttavia, in questo caso, il giudice non ha convalidato la detenzione, mettendo in dubbio le recenti politiche governative e il decreto Cutro.

Le fonti a conoscenza delle questioni relative all’immigrazione sottolineano che la procedura accelerata di frontiera è stata adottata in base alla direttiva europea del 2013. Tale procedura godrebbe del consenso unanime dei Paesi europei nell’ambito del nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo. Il governo italiano ha codificato questa procedura nel decreto Cutro.

La questione che ora si pone è come altri tribunali risponderanno alle future richieste di convalida della detenzione di migranti provenienti da Paesi considerati sicuri, come la Tunisia, con la quale l’Italia ha stipulato accordi specifici per il rimpatrio. Nuove strutture, analoghe a quella di Pozzallo, sono già in fase di preparazione per l’attuazione di tali misure.

Questo conflitto giuridico tra il governo e la magistratura ha sollevato interrogativi di grande rilevanza sulla gestione dell’immigrazione e sulla coerenza delle politiche italiane rispetto alle direttive europee, innescando un dibattito destinato a rimanere al centro dell’attenzione pubblica per un periodo prolungato.

Francesca Rampazzo

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