Ottobre 30, 2024
A ECORANDAGIO ospitiamo e formiamo i giornalisti di domani

L’Hiv è ben lontano dall’essere sconfitto e l’aumento delle diagnosi tardive può indicare un abbassamento dell’attenzione sul tema. Uno dei principali problemi lo si incontra in una narrazione ancora piena di falsi miti e stereotipi che compromettono la lotta alla malattia e favoriscono lo stigma.

Ma quali sono i pregiudizi legati all’Aids?

Siamo sul finire del 2022, ma nel nostro paese in molti continuano ad avere paura di confidarsi con parenti, amici o colleghi, di sottoporsi al test per l’Hiv o alla profilassi pre-esposizione. Esiste inoltre una narrazione sbagliata ancora diffusa che racconta che l’infezione colpirebbe solo determinate categorie. Persone ancora troppo spesso considerate “trasgressive” o “sbagliate”, come omosessuali, sex worker, assuntori di droghe, perpetuando un doppio stigma ingiustificato e pericoloso.

Grazie alle terapie oggi l’Hiv si tiene facilmente sotto controllo

Le persone che vivono con Hiv e che hanno una carica virale non rilevabile (quasi tutte) non trasmettono il virus, purtroppo non basta. Miti e stereotipi vengono rafforzati dal linguaggio quotidiano, contribuiscono a dare forma al mondo in cui viviamo e alimentano la sierofobia. Per combattere un nemico, è fondamentale sapere come nominarlo: ecco quindi alcuni punti chiave da conoscere per un linguaggio Hiv-consapevole. “Sierofobia” è una parola importante per riconoscere lo stigma al suo manifestarsi: indica infatti i sentimenti di paura e avversione rivolti contro le persone che vivono con Hiv in quanto tali. Sentimenti irrazionali e infondati, che possono portare a isolamento ed emarginazione.

Per combattere lo stigma è importante fare chiarezza: Hiv e Aids non sono la stessa cosa

L’Hiv infatti non è una malattia, ma un virus che, se non trattato, può eventualmente, dopo una fase di “infezione primaria”, portare a una “sindrome di immunodeficienza”, o Aids. Le terapie che abbiamo a disposizione abbattono il rischio di arrivare a sviluppare Aids. Per questo è tanto importante sottoporsi regolarmente a test, evitando una diagnosi tardiva: quanto più precoce è il trattamento, tanto più sarà efficace. Non si può fare affidamento sui soli sintomi per le diagnosi, in quanto molte “sieroconversioni” – l’acquisizione dell’infezione – sono asintomatiche. Insomma, usare i termini Aids e Hiv come fossero intercambiabili crea confusione. Soprattutto sul funzionamento di contagio e malattia e, di conseguenza, su cosa è necessario fare per proteggersi. E per quanto riguarda i test? Si parla di “periodo finestra” per indicare il tempo minimo che deve trascorrere dall’esposizione al rischio perché un test possa determinare la condizione sierologica di una persona. Questo periodo generalmente è di novanta giorni per un test di terza generazione e di quaranta per un test di quarta generazione.

Le parole sono veri e propri strumenti per dare forma al mondo

Per sconfiggere lo stigma è importante usare invece un linguaggio centrato sulle persone che crei chiarezza laddove ancora ci sono confusione e paura. Il cammino è ancora lungo.

Francesca Rampazzo

Leggi anche

ecorandagio è una testata libera e indipendente che si sostiene grazie ai libri pubblicati da IL RANDAGIO EDIZIONI di GIovanni Scafoglio

Show Full Content
Previous Mercoledì Addams riporta lo stile goth nel 2022
Next Polemiche contro il marchio spagnolo Balenciaga
Close

NEXT STORY

Close

Il Pride ha ancora senso?

Giugno 11, 2023
Close