Ottobre 8, 2024
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Eh si, mi chiedo spesso cosa sarebbe la mia vita senza un influencer. Quando sono triste apro instagram, vado sulla pagina @veryinutilpeople.it e mi lascio ispirare dagli “atofit” alla moda, dai consigli su come allenare meglio i “gluti” e dalle meravigliose “lochescion” in cui gli “influenzers” decidono di condurmi. A volte mi basta solo che mi raccontino della loro interessantissima mattinata e mi sento subito al top. Cosa sarebbero le mie giornate senza i loro consigli su come applicare meglio il “blasc sui gomiti” e le loro raccomandazioni sulle creme “lieviganti”? Devo molto agli influenzers: grazie a loro ho imparato a coprire meglio le “occhiaglie” e mi sono fatta una cultura sulle tisane “drainanti”. (NB: non mi sono inventata niente)

Cercate anche voi chi vi dia consigli validi quanto quelli che vi ho illustrato sopra? Andate a seguire qualche influenzer! Lo avrete capito, ormai: se non seguite un influenzer non andate da nessuna parte…

A parte gli scherzi, quello dell’influencer è un lavoro vero

La Treccani ci spiega che l’influencer è un “personaggio popolare in Rete, che ha la capacità di influenzare i comportamenti e le scelte di un determinato gruppo di utenti e, in particolare, di potenziali consumatori, e viene utilizzato nell’àmbito delle strategie di comunicazione e di marketing.

Addirittura, continua la Treccani, gli influencer sarebbero “quel 10% di utenti consapevoli che forma le opinioni del restante 90%.”

gli influencer sarebbero “quel 10% di utenti consapevoli che forma le opinioni del restante 90%.”
E’ possibile una vita senza influencer?

Nonostante questa percentuale scioccante, questo lavoro ha poco valore nell’immaginario comune perché, purtroppo, non tutti gli influencer che girano si meritano il potere che hanno. Potere, sì, perché di quello si tratta: avere in pugno le decisioni delle persone non è cosa da poco e “da grande potere derivano grandi responsabilità”.

Io non sono contro gli influencer

Sono contro gli incompetenti e, di quelli, ce ne sono in tutte le professioni. Certo, è più facile notare quelli nel mondo degli influencer perché si espongono moltissimo. Un influencer è sempre sotto i riflettori: deve stare attento a quello che dice, a quello che fa, a chi sceglie di appoggiare direttamente o indirettamente.

Oltre a questo, un influencer deve saper vendere, piacere alla gente, stare al passo con le tendenze, sapersi rapportare con i brand e scegliere attentamente il pubblico a cui rivolgersi. I micro-influencer si rivolgono ad un pubblico di nicchia e i macro-influencer ad un pubblico molto ampio (centinaia di migliaia e, in alcuni casi, milioni di followers). Anche se non sempre dietro questi numeri altissimi si celano persone reali (su questo ritorneremo più sotto).

Sembra così bello vivere da influencer, con tutti i regali e le vacanze gratis

Tante persone in cuor loro desiderano diventare influencer perché, a giudicare dagli esempi che ci vengono proposti, sembra un lavoro semplice. All’apparenza sembra che chiunque possa fare l’influencer. Ed è così, chiunque può farlo, come chiunque può fare qualsiasi altro lavoro. E come in ogni altro lavoro, anche questo lavoro richiede impegno. Chiara Ferragni è partita già avendo a disposizione del capitale, ma è una brava imprenditrice, le idee ce le mette lei e ha saputo realizzarle. Partire con i soldi non sempre è una scusa.

Allora perché gli incompetenti riescono a fare gli influencer?

La risposta è semplice: finché c’è qualcuno che li segue, loro continuano a lavorare. Se ci sono persone che continuano a comprare i prodotti che loro sponsorizzano, i brand tornano da loro per far pubblicizzare altri prodotti.

I brand non sono stupidi, a volte scelgono persone senza alcuna capacità di proposito: ciò che conta sono il seguito e le interazioni (e le vendite che ne conseguono). I brand sanno riconoscere se il numero di followers è reale attraverso le interazioni. Non dimentichiamoci, appunto, che anche scegliere il giusto influencer è un lavoro. Per quanto riguarda il seguito, poi, si può raggiungere in tanti modi e uno di questi è la fama. La fama stessa si può ottenere nei modi più disparati. Basti pensare ad Angela da Mondello, che ora è influencer e ha anche registrato una canzone. Lei ci è riuscita per aver detto due frasi al telegiornale… Talento? Forse.

In un certo senso è colpa nostra perché siamo noi che seguiamo i profili di queste persone e che parliamo di loro. Magari abbiamo cliccato sul loro profilo e condiviso i loro post solo per ridere, ma così facendo abbiamo regalato loro ancor più notorietà.

Tornando al punto principale, il settore dell’influencer marketing è un settore importantissimo ed è giusto che cresca.

Io stessa sono contenta di far crescere influencer che reputo validi: è più che giusto che gli appassionati ed esperti di un certo ambito diano consigli alla loro community. È giusto valorizzare le competenze delle persone capaci.

In breve, è inutile accanirsi contro una professione: se non fosse richiesta da qualcuno, scomparirebbe.

Elsa Buonocore

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