In un comizio a Conway, nel South Carolina, dove il 24 febbraio si terranno le primarie dei Repubblicani, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha suggerito che non esiterebbe a “incoraggiare” la Russia ad attaccare i Paesi della NATO che non rispettano i loro impegni finanziari in termini di spesa per la difesa.
La Casa Bianca, tramite il portavoce Andrew Bates, ha rapidamente condannato le parole di Trump
descrivendole come “spaventose e folli” e sottolineando come tali dichiarazioni potrebbero danneggiare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, la stabilità globale e l’economia. Questa reazione evidenzia il divario tra l’approccio diplomatico attuale e le proposte più estreme dell’ex presidente.
Dal punto di vista della NATO, l’obiettivo di investire almeno il 2% del PIL in difesa. Ciò fu stabilito durante il vertice del Galles nel 2014, è stato un punto fermo nella riaffermazione dell’impegno dei membri dell’alleanza. Fino al 2022, solo sette dei 31 Paesi membri hanno raggiunto o superato questa soglia, rispetto ai tre del 2014. La pressione per aumentare la spesa per la difesa mira a rafforzare l’alleanza in un periodo di crescenti tensioni geopolitiche. In particolare riguardo alle attività aggressive della Russia nei confronti di alcuni stati membri e vicini.
Le parole di Trump sulla Russia che deve attaccare i paesi NATO
hanno riacceso il dibattito sulla solidarietà all’interno dell’alleanza e sul ruolo degli Stati Uniti come garante della sicurezza europea. La sua retorica, che suggerisce una possibile non difesa dei membri “delinquenti” da attacchi esterni, solleva questioni fondamentali sul futuro della deterrenza collettiva e sulla coesione interna della NATO.
In questo contesto, la reazione internazionale è stata di condanna e preoccupazione. Alleati e analisti hanno espresso timori che tali dichiarazioni potrebbero incoraggiare azioni aggressive da parte di avversari internazionali, mettendo a rischio la sicurezza collettiva. Inoltre, sollevano interrogativi su come gli impegni di difesa condivisi possano essere percepiti e onorati in futuro, soprattutto in un’era di crescente isolazionismo e ricalibratura delle alleanze strategiche.
Nella storia degli Stati Uniti, non ci sono precedenti
diretti in cui un ex presidente abbia pubblicamente incitato o suggerito che un nemico o avversario attacchi alleati o membri di un’alleanza militare come la NATO. Mentre ci sono stati molti casi di ex presidenti che hanno espresso opinioni su politiche estere o che sono stati coinvolti in diplomazia informale dopo aver lasciato l’ufficio. Questi episodi tendono a riflettere tentativi di promuovere la pace, la diplomazia o interessi nazionali, piuttosto che incitare conflitti.
Gli ex presidenti degli Stati Uniti hanno giocato ruoli significativi nella diplomazia e nelle questioni globali dopo aver lasciato la carica, non ci sono precedenti storici di un ex presidente che inciti esplicitamente attacchi contro alleati o membri di alleanze militari.
Le dichiarazioni di Trump rappresentano, quindi, un caso senza precedenti e pericoloso nella storia politica e diplomatica degli Stati Uniti.
Ginevra Leone
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