Aprile 19, 2024
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Per molti si tratta di una bufala, o di una bolla speculativa. Per altri una grande occasione per gli artisti. In Italia si fatica a parlare e a comprendere questo fenomeno, spesso bollato con troppa approssimazione. Eppure, al di la di tanti lati oscuri che andranno studiati, nft e blockchain sono una risorsa per l’arte. Soprattutto per l’arte moderna.

Cosa sono nft e blockchain

Gli NFT, acronimo per Non Fungible Tokens, sono gettoni unici che rappresentano una proprietà digitale su blockchain. Sono diventati molto di moda, con aste di opere d’arte tokenizzati che hanno superato le quotazioni dei pittori più famosi della storia. La Blockchain è invece una tecnologie, o come viene spesso precisato, un insieme di tecnologie, in cui il registro è strutturato come una catena di blocchi contenenti le transazioni e il consenso è distribuito su tutti i nodi della rete. Tutti i nodi possono partecipare al processo di validazione delle transazioni da includere nel registro. In pratica si tratta di un registro che certifica l’autenticità di un NFT in maniera assoluta e non falsificabile.

Aste da capogiro

E’ il caso di Jack Dorsey, il creatore di Twitter, che ha venduto il token del primo tweet pubblicato sul suo social network il 21 marzo 2006 per 2,9 milioni di dollari. Altro caso è il codice sorgente del World Wide Web, realizzato dall’inventore Tim Berners-Lee e battuto all’asta per circa 4,6 milioni di euro. A oggi, in testa alla classifica delle opere d’arte NFT più costose al mondo troviamo ancora quella di Beeple intitolata Everydays: The First 5,000 Days: un collage composto da 5000 immagini per un’ampiezza pari a 21.069 x 21.069 pixel e acquistato su Christie’s da un programmatore con sede a Singapore per oltre 69,3 milioni di dollari. 

Il lato oscuro dei Non Fungible Tokens

Prima di tutto non è chiaro quanto i token non fungibili consumino in termini di Co2. Questo è un dibattito aperto e ancora lontano dall’essere chiarito completamente. Ma forse questa è solo la punta dell’iceberg. Essendo trattati in criptovalute è evidente come gli NFT potrebbero essere potenzialmente utili per il riciclo di denaro sporco. Allo stresso modo un mercato che ha generato 2,1 miliardi di dollari diventa molto appetibile per truffatori che in questi mesi hanno svuotato numerosi portafogli.

Nft e blockchain per l’arte

La blockchain può rivoluzionare il mercato dell’arte, ampliando il mercato anche a piccoli investitori e permettendo l’aumento del valore di un’opera attraverso passaggi di proprietà semplici. L’applicazione della tecnologia blockchain per la certificazione delle opere d’arte ha tutte le potenzialità per consentire di limitare lo storico problema della contraffazione, che affligge da sempre il mercato dell’arte. Di fatto un’opera d’arte moderna certificata tramite la blockchain non può essere contraffatta.

Perché l’arte NFT e la blockchain salveranno i nuovi artisti

Il mercato secondario degli NFT sta crescendo ad un ritmo molto rapido questo poiché il mercato primario degli NFT, soprattutto in campo artistico, ha fatto segnare numerosi record, con molti artisti che riescono a vendere opere digitali a prezzi anche molto elevati, a volte. Ora, a differenza che in passato, se un artista vende un NFT, riceverà una royalty del 10% ogni volta che un suo pezzo viene rivenduto e tale cifra sarà inviata direttamente al portafoglio che ha coniato l’NFT. Una svolta rivoluzionaria e assolutamente etica a salvaguardia dei tanti artisti nel mondo.

Christine Ferrari

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