Aprile 29, 2024
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La pandemia di Covid-19 si è rivelata una manna per i ricchi e un amplificatore delle disuguaglianze sociali. Termini come “distanziamento sociale” hanno inquinato la comunicazione, introducendo concetti subliminali pericolosi. Ecco chi guadagna dalla pandemia e cerchiamo di spiegare perché, soprattutto, in Italia, continuiamo a leggere articoli allarmistici sul Covid.

La pandemia di Covid-19 ha agito come un catalizzatore per l’incremento delle disuguaglianze economiche globali

E’ ciò che emerge da diversi rapporti di Oxfam che evidenziano una crescita esponenziale della ricchezza dei miliardari, in netto contrasto con la stagnazione dei salari e l’aumento della povertà.

Chi guadagna dalla pandemia Covid? La ricchezza dei miliardari durante la pandemia

  • Crescita impressionante: I dati rivelano che la ricchezza complessiva dei miliardari è cresciuta del 13,9% del PIL mondiale, una percentuale che supera di gran lunga il 4,4% registrato nel 2000. Da inizio pandemia, 573 nuovi miliardari si sono aggiunti alla lista, portando il totale a 2.668.
  • Settori in primo piano: I settori energetico, farmaceutico e alimentare hanno registrato profitti record. Cinque tra le maggiori compagnie energetiche hanno guadagnato 2.600 dollari al secondo, mentre nel settore alimentare sono emersi 62 nuovi miliardari, con la famiglia Cargill che ha visto un aumento significativo della propria ricchezza.
  • Industria farmaceutica: Questo settore ha registrato 40 nuovi miliardari, grazie a profitti straordinari derivanti dalla vendita dei vaccini COVID-19.

Le disuguaglianze economiche e sociali

  • Stagnazione dei Salari: Mentre i miliardari festeggiano un aumento della loro ricchezza, i lavoratori ordinari affrontano salari stagnanti e un aumento del costo della vita. Un lavoratore medio deve lavorare 112 anni per guadagnare quanto un individuo nel top 1% guadagna in un anno.
  • Le Donne più Colpite: La pandemia ha avuto un impatto sproporzionato sulle donne, che sono spesso impiegate nei settori più colpiti dalla crisi.

Il virus dell’ineguaglianza

Così ha definito il Covid-19 Oxfam, l’organizzazione impegnata nella lotta alle disuguaglianze in occasione dell’apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos. Secondo un recente rapporto le 1.000 persone più ricche del mondo hanno recuperato in appena nove mesi tutte le perdite che avevano accumulato per l’emergenza Covid-19, mentre i più poveri per riprendersi dalle catastrofiche conseguenze economiche della pandemia potrebbero impiegare più di 10 anni.  Ecco una selezioni di tre numeri per descrivere il contenuto del rapporto e per capire chi guadagna dalla pandemia Covid.

540 miliardi

Chi ha guadagnato durante il lockdown?  Nel mondo i 10 uomini più ricchi hanno visto la loro ricchezza aumentare di 540 miliardi di dollari dall’inizio della pandemia: si tratta di una somma che sarebbe più che sufficiente a pagare il vaccino per tutti gli abitanti del pianeta e ad assicurare che nessuno cada in povertà a causa del virus.

87%

Aumento della disuguaglianza. Per la prima volta in un secolo, si potrebbe registrare un aumento della disuguaglianza economica in quasi tutti i paesi contemporaneamente. Un sondaggio globale svolto da Oxfam tra 295 economisti in 79 paesi – tra cui Jeffrey Sachs, Jayati Ghosh e Gabriel Zucman – rafforza tali previsioni, con l’87% degli intervistati che si aspetta “un aumento” o “un significativo aumento” della disuguaglianza di reddito nel proprio paese, a causa della pandemia.

5,50 dollari

Il reddito minimo. In assenza di un’azione adeguata e coerente da parte dei Governi, la Banca Mondiale prevede inoltre che entro il 2030 oltre mezzo miliardo di persone in più vivranno in povertà, con un reddito inferiore a 5,50 dollari al giorno.

112 milioni

Le donne, ancora una volta, le più colpite. A livello globale, le donne sono maggiormente impiegate proprio nei settori professionali più duramente colpiti dalla pandemia. Se il livello di occupazione tra uomini e donne fosse uguale in questi settori, 112 milioni di donne non correrebbero più il rischio di perdere il proprio lavoro e quindi il proprio reddito.

11.950 miliardi

A dicembre la ricchezza dei miliardari nel mondo ha raggiunto il massimo storico di 11.950 miliardi di dollari, ossia quanto stanziato da tutti i Paesi del G20 per rispondere al coronavirus

Distanziamento sociale: il potere delle parole

“Distanziamento sociale” suggerisce una separazione non solo fisica ma anche emotiva e sociale. Questa espressione potrebbe inconsciamente rafforzare l’idea di isolamento e divisione tra individui, influenzando la percezione delle relazioni interpersonali e della comunità. Un termine corretto sarebbe stato “distanza di sicurezza” e avrebbe potuto mantenere il focus sulla necessità di prevenzione sanitaria senza implicare una divisione sociale più ampia. ‘uso del termine “distanziamento sociale” pone interrogativi importanti sull’impatto del linguaggio nella forma mentis collettiva, specialmente in un periodo in cui le disuguaglianze socio-economiche sono state messe in evidenza e amplificate dalla crisi pandemica. La scelta dei termini non è mai neutra e porta con sé implicazioni che vanno oltre il loro significato letterale, influenzando la percezione della realtà sociale in cui viviamo.

Il ruolo dei media: chi guadagna dalla pandemia Covid

  • Interessi commerciali: alcuni media possono avere un interesse nel mantenere alta l’attenzione sul Covid-19 per promuovere prodotti correlati come mascherine, vaccini e integratori. Questo può generare un circolo vizioso in cui l’allarme continua ad alimentare la domanda di questi prodotti.
  • Consumismo indotto: la narrazione di emergenza permanente può indurre la popolazione a continuare pratiche come l’uso di mascherine e l’isolamento, influenzando così i comportamenti di consumo.
  • Il ruolo degli “esperti“: gli esperti, che hanno ricevuto una eccezionale visibilità durante le crisi sanitarie, non vogliono perdere tale visibilità e lottano per mantenere un certo livello di allarme per preservare la loro visibilità mediatica con tutti i benefici professionali e di cachè televisivi derivanti.
  • Polarizzazione e clickbait: Il tema del Covid-19 è diventato fortemente polarizzante, e i media continuano a sfruttare questa polarizzazione per generare traffico online, misurato in clic e commenti, che si traduce in entrate pubblicitarie.

La domanda e l’interazione del pubblico guidano in gran parte i contenuti dei media. Se il pubblico inizia a mostrare meno interesse per le narrazioni allarmistiche e più per informazioni bilanciate e basate sui fatti, i media potrebbero adeguarsi di conseguenza. Cominciare a disertare completamente ogni articolo, ogni dibattito, ogni spazio dedicato alla presunta emergenza legata alla pandemia, potrebbe essere un buon modo di dare un segnale chiaro e forte. Ma spesso, il protagonismo colpisce anche i lettori, divenuti ormai una sorta di guardia cittadina, forcaiola e carica di odio.

Ginevra Leone

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