Ottobre 30, 2024
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L’emendamento contro la cannabis light mette a rischio 15.000 posti di lavoro. La proposta di legge richiede che la distribuzione del Cannabidiol sia sottoposta all’agenzia delle dogane per garantire trasparenza, ma si oppone all’ideologia che ha guidato questa decisione. Angelo Bonelli ha dichiarato: “Ignorate deliberatamente le evidenze scientifiche”.

Le commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera hanno lavorato tutta la notte per chiudere l’esame del ddl sicurezza. Nonostante i tempi contingentati, mancano ancora numerosi emendamenti e si procede a oltranza

La rabbia dei produttori di cannabis light

I produttori di cannabis light sono tra rabbia e disperazione: “Ci considerano narcos. Se sono coerenti ora vietassero l’alcol”. “Ci hanno presi in giro. Ci hanno convocati a palazzo Chigi due settimane fa, ci hanno assicurato che ci avrebbero dato una mano. E, invece, ci hanno trasformati di colpo in narcotrafficanti, anche se coltiviamo piante equiparabili alla camomilla. Ma non la daremo vinta: ricorreremo in ogni sede”.

Raffaele Desiante e Sandra D’Angelo, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Ici, l’associazione che riunisce le imprese produttrici di canapa industriale, ci avevano creduto. La cannabis light torna ad essere illegale in Italia. Il governo italiano, con un emendamento al ddl sicurezza, ne ha bloccato vendita e lavorazione. La misura ha sollevato forti critiche e avrà un impatto economico significativo su un prodotto made in Italy in piena crescita.

Nuova regolamentazione per la cannabis light

Il governo italiano sta per introdurre una nuova regolamentazione che equiparerà la cannabis light alla cannabis tradizionale. Questo cambiamento è stato inserito in un emendamento al ddl Sicurezza, recentemente approvato dalle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera. È stata ritirata, invece, la proposta della Lega per vietare l’immagine della pianta di canapa per fini pubblicitari. La legislazione italiana attuale, che risale al 2016, consente la coltivazione di canapa per scopi industriali, purché il contenuto di Thc – la sostanza psicoattiva della pianta – non superi lo 0,2%. La nuova normativa, invece, proibisce il commercio, la lavorazione e l’esportazione di foglie, infiorescenze, resine e di tutti i prodotti contenenti sostanze derivate dalla pianta di canapa.

Impatto su vari settori

Ciò colpirà diversi ambiti, dalla cosmesi all’erboristeria, dagli integratori alimentari al florovivaismo. I negozi specializzati nella vendita di prodotti a base di cannabis light, sorti come funghi negli ultimi anni, sarebbero costretti a chiudere. Inoltre, le tabaccherie, che attualmente offrono alcuni di questi prodotti, non potrebbero più includerli nel loro assortimento.

L’impatto economico di questa decisione sarà significativo perché si tratta di un mercato in piena espansione in Italia. Attualmente, circa 800 aziende coltivano cannabis light nel nostro paese e 1.500 si occupano della sua trasformazione, generando un fatturato annuo di circa 500 milioni di euro e coinvolgendo circa 11.000 posti di lavoro. Secondo Davide Fortin, ricercatore all’Università Sorbona di Parigi e collaboratore di MPG Consulting (Marijuana Policy Group di Denver), il mercato della cannabis light in Italia nel 2021 era valutato circa 44 milioni di euro all’anno e sarebbe potuto crescere fino a 400-500 milioni con una regolamentazione adeguata, inserendosi in un mercato europeo potenziale di 36 miliardi di euro. Il prodotto coltivato in Italia è molto richiesto anche all’estero, con esportazioni verso Germania, Belgio, Olanda e Francia.

Le reazioni della politica

Le reazioni della politica sono state in generale molto critiche. Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, ha definito la decisione come una “grave sconfitta per la libera impresa”. Anche Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha duramente criticato la misura su X: “Il governo Meloni ha appena ucciso il settore della cannabis light nel nostro paese”, “in preda alla furia ideologica [il governo], cancella una filiera tutta italiana di 11mila posti di cannabis light. E pensano anche di aver fatto la lotta alla droga”.

Francesca Rampazzo

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