Settembre 16, 2024
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Jannik Sinner, il giovane campione del tennis italiano, è al centro di una bufera mediatica a causa di una doppia positività al test antidoping. Nonostante sia stato successivamente scagionato, la vicenda ha sollevato numerosi interrogativi sull’integrità dello sport, sulla gestione dello staff che lo circonda e sull’agenzia antidoping del tennis. Per chi vi scrive questa assoluzione non è etica ed è auspicabile che Sinner venga punito per esser risultato positivo ben 2 volte al doping.

Sinner positivo al test anti doping, ricostruzione dei fatti

Il caso di Jannik Sinner è esploso a marzo 2024, durante il torneo di Indian Wells. Sinner è risultato positivo al Clostebol, uno steroide anabolizzante, durante un controllo antidoping effettuato il 10 marzo 2024. Un secondo test, eseguito otto giorni dopo, lontano dalle gare, ha confermato la presenza della sostanza. Entrambi i test hanno rilevato quantità minime, ma sufficienti per giustificare un’indagine approfondita da parte dell’Agenzia antidoping del tennis (ITIA).

L’inchiesta ha rivelato che il Clostebol era presente in una pomata cicatrizzante usata dal fisioterapista di Sinner, Giacomo Naldi, per curare una sua ferita al dito. Successivamente non avendo indossato i guanti, c’è stato un contatto involontario con l’atleta che ha portato alla contaminazione. Il 15 agosto 2024, un tribunale indipendente ha dichiarato Sinner innocente di qualsiasi intenzione dolosa, attribuendo la positività a una “contaminazione involontaria”. Tuttavia, Sinner ha dovuto rinunciare ai 400 punti ATP guadagnati a Indian Wells e al relativo montepremi di circa 300.000 euro​.

Cosa rischia Sinner

Nonostante l’assoluzione, la vicenda non è completamente chiusa. L’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) e l’Organizzazione Nazionale Antidoping (NADO) Italia hanno fino al 6 settembre 2024 per presentare ricorso. Se decidessero di farlo, il caso potrebbe essere riesaminato dal Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS), con il rischio di una squalifica per Sinner. In questo contesto, l’eventuale decisione di appello potrebbe avere conseguenze significative sulla carriera del tennista​.

Precedenti ssimili di “contaminazione involontaria”

Casi con Squalifica:

Sara Errani (Tennis, 2017). Sostanza: Letrozolo. Errani ha dichiarato che la contaminazione fosse avvenuta accidentalmente attraverso la preparazione del cibo da parte della madre, che stava assumendo un farmaco contenente letrozolo. Nonostante la spiegazione, Sara Errani è stata squalificata per due mesi dall’ITF. La decisione si basava sul principio della responsabilità oggettiva, che prevede che l’atleta sia responsabile per qualsiasi sostanza trovata nel suo corpo, indipendentemente dalla fonte.

Alberto Contador (Ciclismo, 2010). Sostanza: Clenbuterolo. Contador ha sostenuto che la positività fosse dovuta a carne contaminata consumata durante il Tour de France. L’UCI ha respinto la spiegazione e ha squalificato Contador per due anni. La squalifica ha comportato la perdita della vittoria al Tour de France 2010 e di altri risultati ottenuti durante il periodo contestato​.

Maria Sharapova (Tennis, 2016). Sostanza: Meldonium. Sharapova ha dichiarato che stava assumendo Meldonium per motivi di salute da diversi anni, ma il farmaco era stato recentemente aggiunto alla lista delle sostanze vietate senza che lei ne fosse a conoscenza. La WADA l’ha comunque squalificata per 15 mesi, affermando che, anche se l’assunzione fosse stata involontaria, l’atleta era comunque responsabile di essere informata sulle sostanze vietate​.

Casi con Assoluzione:

Diego Ulissi (Ciclismo, 2014). Sostanza: Salbutamolo. Il ciclista italiano è risultato positivo al Salbutamolo, una sostanza contenuta nei farmaci per l’asma. Ulissi ha sostenuto di aver usato l’inalatore per asma in conformità con le dosi prescritte. Inizialmente sospeso, Ulissi è stato assolto dalla Federazione Ciclistica Italiana dopo aver dimostrato che l’assunzione del farmaco era stata involontaria e conforme alle dosi terapeutiche permesse​.

Palomino (Calcio, 2022). Sostanza: Clostebol. Il difensore dell’Atalanta è risultato positivo al Clostebol, sostenendo che la contaminazione fosse avvenuta attraverso l’uso di una crema cicatrizzante. Palomino è stato inizialmente sospeso, ma successivamente assolto dopo che le indagini hanno confermato che l’assunzione della sostanza fosse involontaria​.

Questi precedenti dimostrano come la “contaminazione involontaria” possa portare a esiti diversi a seconda delle circostanze e delle prove presentate. In alcuni casi, le spiegazioni degli atleti sono state accettate, portando all’assoluzione, mentre in altri, nonostante l’involontarietà, sono state imposte sanzioni per mantenere l’integrità del sistema antidoping.

Cos’è il Clostebol

Il Clostebol è uno steroide anabolizzante derivato dal testosterone, usato in medicina per il trattamento di lesioni cutanee e ustioni. Tuttavia, a causa del suo potenziale di migliorare le prestazioni atletiche, è vietato dalle principali organizzazioni sportive, inclusa la WADA. Anche in casi di contaminazione accidentale, come quello di Sinner, l’atleta è considerato responsabile per la presenza della sostanza nel proprio corpo, secondo il principio della responsabilità oggettiva​.

L’importanza dell’etica sportiva e perché Sinner deve essere punito

Sebbene Jannik Sinner sia stato dichiarato innocente di dolo, la questione etica rimane centrale. Il principio della responsabilità oggettiva impone che l’atleta e il suo staff siano estremamente cauti riguardo a qualsiasi sostanza utilizzata. L’errore commesso dallo staff di Sinner, che ha portato alla contaminazione, rappresenta una violazione delle norme antidoping, che devono essere applicate rigorosamente per mantenere l’integrità dello sport.

Punire Sinner, anche se in modo simbolico, è essenziale per preservare la fiducia nel sistema antidoping

Ignorare o minimizzare casi come questo potrebbe indebolire le regole che garantiscono la parità nelle competizioni sportive. È fondamentale che vi siano conseguenze per garantire che tutti gli atleti comprendano l’importanza di una gestione scrupolosa delle sostanze che possono entrare in contatto con il loro corpo​. Qui si sta parlando del tennista numero 1 della classifica mondiale, non sono ammissibili superficialità o negligenze.

Il caso di Jannik Sinner evidenzia quanto sia cruciale mantenere alti standard etici e di responsabilità nello sport, non solo per gli atleti, ma anche per tutto il team che li supporta. L’integrità e la trasparenza devono sempre rimanere al centro di ogni competizione sportiva.

Giovanni Scafoglio

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