Cosa distingue un’organizzazione inclusiva da una non inclusiva? Senz’altro la capacità di valorizzare le singole identità, favorendo spazi di dialogo e condivisione. Ma in assenza di un ambiente di lavoro generativo, l’inclusione cede il posto alla prevaricazione. Di conseguenza, si verificano fenomeni discriminatori. Il Gaslighting sul luogo di lavoro ne è un esempio lampante. Si tratta, infatti, di una forma di manipolazione psicologica che destabilizza le percezioni del dipendente che la subisce. Il Gaslighter è un narcisista il cui obiettivo è quello di sminuire le idee dell’Altro, fino a fargli dubitare della propria sanità mentale.
Il Gaslighting è sintomo di un’organizzazione verticale e decentrata dal cambiamento culturale
Appartenere ad un’organizzazione vuol dire sentirsi liberi di essere se stessi e di esprimere il proprio pensiero. Senza il timore di sentirsi sminuiti. Purtroppo però, esistono realtà aziendali in cui il cambiamento culturale è lontano anni luce. Parliamo di organizzazioni rigide, fondate su una gerarchia verticale piuttosto che orizzontale. Contesti che puntano ad escludere invece che includere.
Il “dramma” di questi ambienti di lavoro è che le persone gerarchicamente “deboli” finiscono per sentirsi sbagliate. Attribuiscono a sé stessi colpe che non hanno e che derivano da un management malsano. Ma è proprio quando ci si sente disprezzati e sminuiti che bisogna scappare. L’obiettivo del gaslighter è appunto quello di mettere in crisi la stabilità mentale delle persone. Le vittime di questo fenomeno vengono sottomesse, manipolate e controllate.
Attenzione, non sempre il manipolatore svolge un ruolo manageriale. Talvolta può essere un collega dello stesso livello a mettere in crisi la propria autostima. Infatti, al di là del ruolo che ricopre, il gaslighter ha un disturbo della personalità e lo si riconosce da precisi elementi.
Quali? Egocentrismo, insicurezza, tendenza a parlare male degli altri, mania del controllo.
Apparentemente appaiono persone sicure, ma in realtà sono personalità irrisolte e mentalmente instabili. Vogliono trascinare gli altri nel loro baratro. E magari questi “altri” sono colleghi brillanti e proprio per questo temuti.
Come si fa a riconoscere di essere vittime di Gaslighting?
Capire e convincersi di essere manipolati da un collega può risultare difficile. Anche perché il gaslighter è abile nel far credere alla vittima di essere incapace (bias di giudizio).
Tuttavia, se si provano continui sentimenti di ansia e di inadeguatezza, è chiaro che è il contesto di lavoro ad essere il problema. Non tu.
Sei vittima di Gaslighting sul posto di lavoro se:
-persistono feedback negativi circa il tuo operato
-ti senti spesso sminuito in pubblico
-dubiti in modo frequente delle tue idee e della percezione che hai della realtà
-i tuoi sforzi, emozioni e percezioni sono sottovalutati
-sei sovente escluso da riunioni e/o eventi.
Quando si è consci di questi segnali negativi, è importante parlarne che qualcuno possa aiutarci. Sia all’interno dell’organizzazione che fuori. Serve innanzitutto ribellarsi ai tentativi di prevaricazione e non abbassare la testa. Non c’è motivo di avere timore delle conseguenze. Perché nessuno merita di lavorare in una condizione di malessere. Quindi se non si verificano cambiamenti è meglio abbandonare determinati contesti aziendali.
“L’obiettivo di un percorso evolutivo non è la colpevolizzazione ma la consapevolezza” (Andrea Notarnicola Cociani).
Gli attuali scenari organizzativi sono orientati verso un processo di trasformazione della leadership. E in questa evoluzione è necessario avere rispetto della diversità. della pluralità delle esperienze e della molteplicità delle biografie. Il rispetto e la valorizzazione di ogni singolo individuo sono condizioni imprescindibili per realizzare spazi di lavoro sani ed equilibrati.
Insomma, il gaslighting sul posto di lavoro è inaccettabile. Così come lo sono tutti gli altri fenomeni che pongono il lavoratore in una condizione di rischio psico-sociale.
Oggi più che mai c’è coscienza di tutti gli elementi che possono influire sul benessere delle persone. E proprio per questo bisogna reagire contro ogni forma di discriminazione e prevaricazione.
Emanuela Mostrato
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